Nella
lezione precedente abbiamo commentato questo grafico che mostra quanto siano
rilevanti le decisioni della FED nel senso che il mercato azionario cresce di
più, rispetto alla media storica, nelle due settimane che seguono le date delle
sue decisioni. Sembra quasi che il mercato
resti con il fiato sospeso e poi
si lasci andare a decisione avvenuta. Questo
non è sorprendente perché, in linea generale, ciò che i mercati temono di più è
proprio l’incertezza. Si è così sviluppata un’arte e una scienza volte a
cercare di anticipare i contenuti di queste decisioni.
Questo grafico permette di confrontare i rendimenti
della borsa americana con tre statistiche: tutti i giorni (blu scuro), nelle
due settimane dopo le decisioni del FOMC sui tassi (blu chiaro), e in tutte le
altre settimane restanti (grigio). Fonte: Economist modificata.
La fonte più ovvia per
anticipare tali decisioni della banca centrale statunitense consiste nei dati
sull’andamento dell’economia e, in primo luogo, la rilevazione del tasso di
disoccupazione. Proprio la rilevazione di questo dato ha reso poco probabile un
rialzo dei tassi fino a ottobre mentre, probabilmente, avverrà alla fine
dell’anno.
La figura mostra l’effetto della dichiarazione
ottimista del membro della Fed di New York William Dudley, durante l’agosto
2016. Tale dichiarazione ha incrementato le probabilità di un rialzo dei
tassi, senza portarle però oltre il 40%. Il possibile rialzo dei tassi
incrementa il valore del dollaro (linea blu).
Fonte: Bloomberg modificata.
Fonte: Bloomberg modificata.
Potete valutare l’andamento futuro dei tassi ricavandolo a partire tassi
impliciti, e cioè dalle scommesse che vengono fatte quando si compra un future,
dato che il valore di questa scommessa “rivela” implicitamente la previsione
sul valore futuro dei tassi.
Questa figura mostra le
date della riunione della Fed. Con il passare dei mesi un rialzo dei tassi
diventa più probabile, fino a superare il 50% alla fine del 2016. Fonte:
Bloomberg modificata.
Nella figura precedente avevamo visto l’effetto delle
dichiarazioni fatte in agosto da parte di un singolo membro della Fed di New
York, William Dudley. Qui vediamo invece delle figure che mostrano una sorta di
media dei giudizi, e come anche questa media si formi e modifichi nel tempo.
Basti confrontare le differenze tra l’andamento delle dichiarazioni che
risalgono al mese di giugno 2016 con quelle di settembre 2016.
La figura mostra come si
distribuiscono i giudizi dei vari membri della Fed circa i cambiamenti futuri
del tasso. Questa è la distribuzione dei giudizi a metà giugno 2016. Ogni
puntino corrisponde a un giudizio e il segmento di retta al valore del tasso
medio estrapolato a partire dai giudizi dei singoli membri della Fed. Fonte:
Bloomberg modificata.
La figura mostra come si
distribuiscono i singoli giudizi dei vari membri della Fed circa i cambiamenti
futuri del tasso. Questa è la distribuzione dei giudizi a metà settembre 2016.
Ogni puntino corrisponde a un giudizio e il segmento di retta al valore del
tasso medio, estrapolato sulla base dei singoli giudizi. Fonte: Bloomberg
modificata.
La seguente figura mostra come i giudizi si evolvono
nel tempo. Proviamo a confrontare, in una sola figura, la distribuzione delle
valutazioni dei singoli membri fatte in giugno (pallini di colore arancione)
con la revisione dei pareri precedenti fatta in settembre (pallini bianchi). E’
interessante notare la forte dispersione che poi, sui tempi lunghi, tende a
concentrarsi. Secondo questa previsione, considerando il valore medio, i tassi
dovrebbero raddoppiarsi di qui al 2017 e dovrebbero quadruplicarsi di qui al
2019.
Confronto delle valutazioni
sull’entità della variazione dei tassi nel tempo da parte della Fed: le
valutazioni dei singoli membri del mese giugno (pallini di colore arancione) e
la revisione dei pareri precedenti fatta in settembre (pallini bianchi). Fonte:
Bloomberg modificata.
Ci sono dei dati oggettivi che influenzano le decisioni sui tassi, ma è soprattutto la percezione di questi dati da parte della Fed e dei mercati che determinano la decisione finale.
La figura mostra l’effetto di un dato economico
(i servizi) sulle probabilità percentuali di un rialzo dei tassi. Fonte:
Bloomberg modificata.
Giudizi delle persone e dati oggettivi sull’andamento dell’economia si intrecciano e non è sempre chiaro quale sia la causa e quale sa l’effetto. Comunque le variabili oggettive e le reazioni a queste variabili nelle dichiarazioni pubbliche sono correlate come mostra la figura seguente.
La figura mostra come in
soli pochi giorni il mercato tenga conto delle dichiarazioni e delle
valutazioni personali e dei dati rilevati: entrambe contribuiscono alla
formazione dei giudizi degli operatori sulle probabilità di un rialzo futuro. Fonte:
Bloomberg modificata.
Tutti questi intrecci non portano a conoscenza, ma a
quella che potremmo chiamare la "dotta ignoranza", dal titolo di
un’opera del 1440 del teologo Nicola Cusano che oggi possiamo trasporre ai
mercati finanziari. Ci sono due tipi di ignoranza, come vedremo meglio nella
prossima lezione
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