domenica 9 gennaio 2011

I MERCATI E GLI INVESTIMENT NEL 2010 E PROSPETTIVE PER IL 2011

Il 2010, da pochi giorni conclusosi, si è sostanzialmente caratterizzato per:

ü  mantenimento di tassi bassi da parte di tutte le banche centrali occidentali a conferma del permanere di gravi difficoltà sul fronte della ripresa economica;
ü  sostanziale trend positivo dei mercati azionari i cui driver principali sono stati i bassi rendimenti dei titoli obbligazionari e la conferma del ritorno all’utile di gran parte delle aziende quotate;
ü  forti pressioni sui mercati obbligazionari europei che hanno dapprima sofferto per la difficile situazione greca (in primavera) e successivamente, in autunno, per quella irlandese;
ü  sostanziale impasse del mercato immobiliare in tutti i paesi europei e negli Stati Uniti.

L’anno entrante si presenta come anno difficile. Si può ragionevolmente prevedere che continueranno le tensioni sui paesi deboli dell’Europa (non è certo un mistero affermare che sotto i riflettori ci siano, nell’ordine, Portogallo, Spagna, Italia ma si può pensare a difficoltà anche in qualche paese dell’area orientale) e conseguentemente sull’Euro.

I tassi di interesse prima o dopo dovranno iniziare ad allinearsi ad una maggiore aderenza alla realtà e questo processo potrebbe avere inizio forse già dal primo semestre. Tassi dunque in crescita e, di conseguenza, cadute di prezzo relativamente alle emissioni attualmente detenute in portafoglio.

Il verificarsi di questi due fattori (o anche solo uno di essi) porterà a significative turbolenze sul comparto obbligazionario e si renderanno dunque necessari interventi di riallocazione di questa fondamentale porzione degli asset mirati alla conservazione dei valori patrimoniali.

Più fluida si presenta la situazione dei mercati azionari che potranno presumibilmente beneficiare ancora per alcuni mesi di una situazione di relativo “privilegio”; i titoli obbligazionari resteranno poco attraenti per gli investitori e lo saranno ancor di più in presenza di ulteriori turbolenze e pertanto in assenza di elementi pregiudizievoli gli asset azionari sono ancora da preferire.

Il problema è capire fino a quando. Se la ripresa infatti resta debole, se il settore immobiliare non si dimostra in grado di rialzarsi dall’impasse in cui versa, se permarrà uno zoccolo duro di disoccupati intorno al 10% è ragionevole supporre che 1) prima o dopo arriverà una correzione, 2) a forza di investire nei mercati emergenti (ossia nell’area economica che sta attualmente sostenendo la produzione ed il commercio mondiale) non si vada prima o poi a formare una bolla speculativa anche in quegli asset.

L’invito è dunque quello di non coltivare soverchie illusioni (la situazione è ancora delicata e le dichiarazioni dei giorni scorsi di Tremonti ce lo confermano) di facili guadagni che difficilmente i mercati ci offriranno nel corso del 2010. Va affrontata al più presto la questione di riallocazione degli asset obbligazionari e l’individuazione e la valutazione dei rischi di portafoglio assunti e da assumere per evitare spiacevoli sorprese.

Walter Cappello