La settimana scorsa
avevamo sottolineato come il Nasdaq e lo S&P 500 avessero chiuso la prima
settimana di ottobre con due buone performance ma
la settimana scorsa è venuta
a mancare la conferma. Entrambe chiudono in negativo, il Nasdaq con un regresso
del 1,48% e lo S&P 500 con un segno altrettanto negativo (-1,29%). Poca cosa in apparenza, ma sotto
sotto ci sta un sottile malessere degli operatori.
Entrambi con alle
spalle i massimi storici, raggiunti rispettivamente il giorno 22/9 e il 15/8,
da un mese a questa parte manifestano l’incapacità di superarli e forse non è
un caso. Come sottolinea IlSole-24Ore del 15/10 le preoccupazioni di una
manovra sui tassi entro la fine dell’anno sta allertando gli operatori,
consapevoli che ulteriori rialzi potrebbero avvenire solamente grazie a una
buona crescita degli utili attesi.
Purtroppo la
stagione dei bilanci del terzo trimestre è partita con il piede sbagliato, con
Alcoa (gigante dell’alluminio made in USA) che ha già deluso le aspettative.
Ora si sta riflettendo sul fatto che gli utili non crescono da due anni e le
aspettative per il 2017 sembrano essere state formulate sin qui con eccessivo
ottimismo. Le stime di Thomson Reuters parlano di una crescita (degli utili)
del 14% ma le con le stime del Pil riviste al ribasso (erano al +3.6% in
agosto, ora al +1,9%) un atteggiamento di cautela sembra doveroso.
Un aiuto potrebbe
arrivare attraverso ulteriori operazioni di buy back ma l’indebitamento delle
aziende che compongono lo S&P 500 è aumentato negli ultimi tre anni di
1.000 miliardi e sembra ragionevole possa mancare una spinta in questa
direzione. Certamente le azioni possono offrire margini reddituali superiori a
quelli ottenibili dai mercati obbligazionari ma proprio per questo motivo un’ulteriore
crescita dell’indice confermerebbe la formazione di una bolla speculativa.
Le borse principali
europee hanno registrato un ulteriore miglioramento nel corso della settimana
uscente (Francia, Germania e Italia) ma uno stop alla crescita degli indici
statunitensi non potrebbe che arrecare turbolenze anche a quelle comunitarie a
meno che gli operatori non spingano nella direzione di un roll over dei loro
portafogli verso i mercati del vecchio continente.
Il seguente
grafico, dell’ultimo mese, starebbe a indicare una tendenza siffatta.
Una buona notizia, infine,
è quella della conferma del progetto di fusione fra BPM e Banco Popolare e va
ampiamente sottolineata. Nonostante le ottime ragioni per questa soluzione,
nelle settimane precedenti le assemblee delle due banche interessate, i timori
di un diverso esito hanno provocato più di qualche brivido fra gli operatori.
Alla luce di ciò è
ragionevole pensare a un più sereno clima per i prossimi giorni in Piazza
Affari nell’attesa che si trovi un’adeguata soluzione anche per la vicenda
Monte Paschi. La debolezza del sistema bancario però non è un problema solo
italiano, anzi; i prossimi mesi si preannunciano piuttosto caldi su questo
versante. Staremo a vedere.
Nessun commento:
Posta un commento