mercoledì 30 gennaio 2013

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 20 – I tempi lunghi: auto-inganni e utilità dei consulenti

L’asimmetria tra perdite e guadagni, in termini di dolore e piacere, risale alle origini più remote della storia della nostra specie, a milioni di anni fa. Ed è stata un’asimmetria che si è rivelata adattiva e salutare per centinaia di  migliaia di anni, quando vivevamo in ambienti ostili, dove le perdite spesso coincidevano con la fine della vita (Cfr. Eibl-Eibesfeldt, The biology of peace and war, Viking, 1979). Oggi, però, la conseguente fortissima avversione alle perdite, e il dolore a loro associato, rendono quasi impossibile restare indifferenti ai crolli delle quotazioni azionarie. Da un punto di vista psicologico le perdite hanno all’incirca un effetto negativo di valore soggettivo doppio rispetto all’effetto positivo di guadagni della stessa entità.

martedì 29 gennaio 2013

Fidelity Live Roadshow – Winter Edition


Luca Matassino - Sales Director Fidelity
In settimana Padova ha ospitato il “Live Roadshow” di Fidelity (Winter Edition) che ha registrato una buona affluenza di addetti ai lavori. Il primo intervento, incentrato sul quadro di insieme, è stato quello di Luca Matassino. Come si presenta il 2013 per Fidelity?

sabato 26 gennaio 2013

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 19 – I tempi lunghi sono dis-umani: arduo tenerne conto


I dati di questo nuovo secolo sono ben diversi da quelli medi rilevati nel lungo passato descritto dalla Fig. 4 della lezione uscita giovedì scorso. In Fig. 4 si constata direttamente l’entità del premio al rischio associato alle azioni rispetto a obbligazioni e titoli di stato. Ricordo come,  in Fig. 4, l’Italia risalga molte posizioni dall’ultimo posto, in cui era finita in Fig. 2 e 3 (Cfr. precedenti lezioni), perché le obbligazioni hanno avuto nel nostro paese rendimenti negativi. Di questo i risparmiatori non hanno avuto per anni piena consapevolezza, data la difficoltà a ragionare in prezzi reali in luogo di prezzi nominali (torneremo su questo punto). I titoli di stato al 18% piacevano, anche se l’inflazione era al 20%. Erano quindi preferiti alle azioni, sorprendentemente dal punto di vista della razionalità economica. L’Italia in passato è stata caratterizzata da un cospicuo premio al rischio, cioè una forte convenienza delle azioni su obbligazioni e titoli di stato. Questa convenienza è sfuggita ai più: risulta facilmente comprensibile la soddisfazione di un rendimento nominale del 18% dei Bot, trascurando il peso dell’inflazione.

sabato 19 gennaio 2013

BANCARIO ADDIO. BENVENUTO CONSULENTE?




Alcuni giorni fa è comparso sull’Espresso un interessante articolo di Vittorio Malagutti intitolato Bancario addio (L’Espresso, 10 gennaio 2013, pag. 104) focalizzato sui cambiamenti in corso nell’organizzazione degli istituti di credito del nostro paese.
In buona sostanza le banche nazionali si ritrovano con 50 mila persone di troppo che vanno ricollocate in qualche modo nei prossimi anni.  In termini percentuali queste 50 mila unità rappresentano il 20% del personale; questa sovraccapacità produttiva affonda le proprie radici sia nella generale crisi finanziaria iniziata nel 2008 sia nella crescente diffusione dell’home banking, peraltro ancora lontano dagli standard di utilizzo europei. Minore necessità di sportelli e, dunque, di personale.

martedì 15 gennaio 2013

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 18 – L’entità del premio al rischio e la scelta tra azioni e obbligazioni


Quando, nel 1985, Mehra e Prescott scrivono il loro classico lavoro sull’entità del premio al rischio si domandano, alla luce dei dati del dopoguerra, come mai questo valore sia così alto. Le persone hanno così tanta paura e così poca fiducia nei mercati azionari, al punto da voler essere compensate in misura rilevante della paura di maggiori oscillazioni impreviste, soprattutto se si tratta di discese? Grazie a Kahneman, sappiamo che solo un’emozione forte come il dolore, collegata a discese rapide dei mercati, può spiegare l’entità eccessiva, e quindi teoricamente irrazionale, del premio al rischio.

domenica 13 gennaio 2013

Economia da dopoguerra



Gary Shilling

Alcuni giorni fa sul sito TrendOnLine è apparso un interessante articolo di Rossana Prezioso che riporta il pensiero di Gary Shilling sull’anomala decorrelazione che in questi mesi intercorre fra l’andamento estremamente positivo delle borse internazionali e l’andamento dell’economia reale (in Italia siamo ai consumi del 1945), per certi versi paragonabile ai livelli di una nazione appena uscita da un conflitto mondiale.

L’articolo si intitola “Borse in rialzo, ma l’economia è da dopoguerra” che di seguito ripropongo nella sua versione integrale:

giovedì 10 gennaio 2013

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 17 – Sui tempi lunghi si ritorna alla media


Sta per iniziare un nuovo anno ed è quindi la buona occasione per cercare di esaminare non in termini ultra secolari, ma per periodi più corti la media dei rendimenti delle varie borse mondiali. I rendimenti sui tempi lunghi possono essere un inganno. Come ricorda David Dreman in Contrarian Investment Strategis. The Psycological Egde (Free Press, 2012): “La storia dei mercati ci fornisce continui esempi della credenza illusoria che le deviazioni dalla norma siano la nuova norma. Gli investitori, a metà del 1982, pensavano che le azioni non fossero più un buon investimento e Business Week fece un numero speciale intitolato “La morte delle azioni” (il valore del Dow era allora inferiore a quello del 1965). Da allora al 1987 il valore del Dow era quadruplicato. Alla fine del 1990, l’opinione corrente era che i mercati “orso” fossero cosa del passato perché la Fed aveva imparato a padroneggiare il ciclo economico” (p. 72).

sabato 5 gennaio 2013

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 16 – Bilancio di fine anno: precisi ma non accurati


Con la fine del 2012 si chiude un lungo periodo in cui le previsioni degli esperti sono state spesso disattese rispetto a quello che è poi successo sui mercati e nel mondo. Una fase piena di sorprese, e non sempre piacevoli. Come ho già detto, abbiamo imparato persino a misurare le sorprese, rilevando quante volte il mondo non va come ci si sarebbe aspettati (Swiss & Global ha elaborato un suo indice delle sorprese, basato sullo scarto tra previsioni ed eventi successivi). Tutto il lungo periodo della crisi è iniziato con la sottovalutazione da parte di S&P e Moody’s del rischio associato ai mutui immobiliari statunitensi.