domenica 26 marzo 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 24/3/2017


TRUMP INCIAMPA SULL’OBAMACARE E …

A Trump mancano i numeri per far approvare il disegno di legge che avrebbe dovuto affondare l’Obamacare e salta, per il momento, uno degli impegni più importanti presi in campagna elettorale con il proprio elettorato. Wall Street in settimana
si era accorta che qualcosa non stava funzionando e ha tirato in settimana i remi in barca.

Dopo i record inanellati in questo inizio di anno i due indici del nostro osservatorio, il Nasdaq e lo S&P 500 chiudono la settimana in ribasso, dell’1,22% e 1,44% trascinando seco anche l’indice Msci World (-1,18%). Non che in Europa abbia tirato aria migliore, vuoi per l’appuntamento del weekend celebrativo del 60^ della firma del Trattato di Roma sulla cui prosecuzione gravano le nubi minacciose di dissolvimento vuoi anche per l’attentato di Westminster che ha ricordato a tutti quanto il nostro continente sia sotto tiro del terrorismo internazionale. Il risultato finale è stato quello di una settimana in ombra con tutti gli indici del paniere in negativo racchiusi fra il -0,12% dell’Eurostoxx 50 e il -1,19% della Gran Bretagna.

Unico mercato a innalzare la bandiera del rialzo quello di Milano, favorito dal buon andamento del comparto bancario, che chiude la settimana a +0,57% ma che a un mese fa segnare un insolito +8,56%. L’impressione è che i listini europei oscilleranno – tra una tornata elettorale e l’altra – fra momenti di rasserenamento e di ritorno alla preoccupazione nell’attesa che la crescita si consolidi e l’inflazione rialzi la testa quel tanto che basta per rientrare, seppur lentamente, nella perduta “normalità”.


Fuori delle due aree appena citate, troviamo in rialzo unicamente Cina, Hong Kong  e Russia. Il Brasile rallenta la sua caduta (-0,55% in settimana) mentre l’India al momento fallisce nel tentativo di ritoccare il record appena raggiunto (-0,77%). Il Giappone, infine, conferma la difficoltà di superare quota 19.600 dove ha trovato una tenace resistenza (che dura ormai dallo scorso Natale) il cui superamento proietterebbe l’indice a ridosso dei 21.000 punti.

DA INIZIO ANNO …

Resta comunque più che positiva la crescita da inizio anno con un solo mercato sotto i valori iniziali, quello russo, che comunque si porta a ridosso del pieno recupero (-2,40%) dopo essere stato, nell’arco di tempo che va dall’ultima settimana di gennaio alla prima di marzo, sino a  -12% dai massimi.

A primeggiare le borse di Hong Kong e Mumbay, con un rialzo year to date a due cifre, nove indici racchiusi fra il +4,28% del Msci World e l’8,28% del Nasdaq. A chiudere l’elenco, con performance più contenute, Parigi con un rialzo del 3,26%, Londra (+2,72%) e in coda Tokyo a +0,78%.



I MERCATI OBBLIGAZIONARI

La settimana dei mercati azionari non è stata brillante ma non possiamo dire altrettanto per i mercati obbligazionari che vedono scendere i rendimenti di tutti i bond governativi decennali che costituiscono il nostro osservatorio. Ciò significa che in settimana la domanda è stata robusta in particolar modo sui titoli francesi ed italiani, passati da un rendimento dell’11,11% allo 0,99% i primi mentre i nostri btp hanno visto calare i rendimenti dal 2,54% al 2,41% e lo spread fra btp e bund è sceso a 181,40 bp dal 192,40 della chiusura precedente.

Negli Usa il denaro arrivato sul mercato dei bond ha raffreddato la salita dei rendimenti di questi primi mesi dell’anno e ora il titolo decennale rende il 2,40%, contro il 2,45% di inizio 2017. Identico scenario per il decennale britannico che scende di oltre il 10% da inizio anno, quando rendeva l’1,34% (1,20% in chiusura di settimana).  


EURO SUGLI SCUDI

A un mese l’euro continua a salire su tutte e quattro le valute del nostro paniere, in modo piuttosto lineare rispetto al dollaro, in modo più altalenante su sterlina, yen e yuan cinese. Va rammentato tra l’altro che sullo yen non c’è rafforzamento se lo si valuta da inizio anno e che da tale data lo yen si è invece rafforzato sulla nostra valuta del 2,20%.



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