domenica 19 marzo 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 17/3/2017

LA FED ALZA I TASSI E …

La Fed alza i tassi di interesse di un quarto di  punto portandoli a stazionare in una forchetta fra lo 0,75% e l’1%. Si tratta del primo aumento del 2017, frutto peraltro di una decisione non unanime, accolto con una certa indifferenza dai mercati, evidentemente convinti che la manovra si sarebbe effettuata e che fosse già scontata nei prezzi correnti.


Tale decisione, a cui si è aggiunto l’esito confortante della tornata elettorale olandese che ha visto allontanarsi lo spettro dell’avanzata populista e antieuropeista, ha avuto quale conseguenza il rasserenamento del sentiment di mercato e la conseguente crescita delle quotazioni azionarie e, per il mercato nordamericano, anche su quelle obbligazionarie.

Se andiamo ad escludere i segni negativi della borsa carioca e di quella nipponica (-0,71% la prima e -0,42% la seconda) l’intero paniere del nostro osservatorio ci conferma un clima rasserenato con una sfilza di segni positivi su cui spiccano i significativi rialzi delle borse dei paesi cosiddetti emergenti (Brasile escluso). La borsa moscovita azzera il pessimo risultato della settimana precedente con una performance settimanale del 5,30% seguita dai brillanti risultati di Hong Kong e Mumbay che chiudono la settimana con rialzi del 3,15% e del 2,43% rispettivamente. Dietro di loro Milano, anch’essa con una crescita percentuale debordante il 2% (2,12 per l’esattezza).

Tra lo 0,24% dello S&P 500 e l’1,12% di Londra sono racchiuse le performance delle altre borse. Non è certo usuale un simile risultato nella settimana che registra un aumento dei tassi della Fed (per la cronaca questo è stato il terzo rialzo dal 2006, e sono ben 11 anni …); la convinzione è che, nonostante i rapporti price/earning piuttosto elevati, la presidenza americana possa dare ulteriore spinta e stabilizzazione alla crescita o almeno si finge di crederlo in assenza di adeguate remunerazioni sul fronte obbligazionario e nella convinzione che per un cambio di clima ci voglia ancora un tempo sufficiente per incamerare ancora dei lauti guadagni.

Segnaliamo che in settimana ben quattro mercati hanno ritoccato i loro massimi storici, ossia la borsa londinese, quella indiana, il Nasdaq Usa e l’indice mondiale Msci World a conferma del clima euforico che permane sui mercati azionari.



LA SITUAZIONE DA INIZIO ANNO  

Trascorso il primo quito di anno la situazione si presenta piuttosto confortante per gli investitori. Escludendo la borsa russa - ancora negativa  (-3,51%) - tutti gli indici da noi seguiti sono in area positiva e per alcuni si tratta di risultati molto apprezzabili. Due fra le maggiori superpotenze asiatiche, India e Hong Kong, grazie anche al forte rialzo settimanale, vantano performance a due cifre, la prima in rialzo dell’11,35% e la seconda del 10,50%. Gli Stati Uniti vantano a loro volta dei significativi rialzi (e listini ai massimi storici) con il Nasdaq a +9,62% e lo S&P a +6,23%.

Partendo dal fondo, con la borsa di Tokyo a +2,13%, si arriva alla borsa brasiliana che, nonostante il significativo storno dell’ultimo mese, si attesta a + 6,61%.  Nel mezzo tutte le borse europee  con la Svizzera un po’ sopra le altre (+5,82%) e la Cina - borsa di Shangai - a +4,31%, a conferma della buona tenuta di questo mercato che lo scorso anno aveva tenuto il mondo intero in apprensione.


LA SETTIMANA DEI MERCATI OBBLIGAZIONARI

Nonostante il rialzo dei tassi il governativo Usa, ai massimi dell’anno alla vigilia delle decisioni della Fed, si riporta al rendimento del 2,50% e un comportamento analogo ha avuto il bund tedesco che chiude la settimana con un rendimento dello 0,43%. Almeno per il momento il temuto effetto di alleggerimento su questi titoli non c’è stato.

Segnaliamo invece che qualche timore permane sull’esito delle elezioni francesi dato che la scadenza decennale resta intono ai suoi massimi annuali (1,11%). Una certa debolezza invece si è manifestata sui Btp a 10 anni il cui rendimento è passato dal 2,37% al 2,54%, il più elevato da inizio anno. Anche in questo caso la contorta situazione politica non lascia tranquilli gli operatori, timorosi di un ulteriore crescita del Movimento 5 stelle, fatto di per sé poco gradito, se non addirittura preoccupante.

EURO ANCORA IN SALUTE

Cresce in settimana la forza dell’euro sulle principali valute, in particolare sul dollaro, fissato a 1,073 in chiusura di settimana, come pure conferma la sua debolezza la lira sterlina che viene fissata a 0,88 contro la valuta comunitaria; da inizio anno entrambe le valute hanno ceduto nel rapporto di cambio oltre il 2%.

Riducono l’indebolimento, in settimana, le due valute di riferimento asiatiche, lo yen e lo yuan, ma entrambe a un mese hanno perso oltre un punto percentuale nel rapporto di cambio con l’euro e da inizio anno è unicamente lo yen giapponese ad avere guadagnato - nel rapporto con l’euro –  l’1,53%.



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