SETTIMANA SOTTO IL SEGNO DELLA DEBOLEZZA
Una settimana incolore sui mercati azionari,
quella appena trascorsa, in cui solamente quattro indici riescono a restare in
territorio positivo. Tokyo chiude con un rialzo dello 0,70%, miglior risultato
in assoluto. A seguire India e
l’Eurostoxx 50, entrambi di poco al di sotto
della soglia del +0,40%, e - ultimo della serie positiva - Hong Kong che a
malapena riesce a restare in area positiva, chiudendo con un risicato +0,07%.
Tutto qua. Escludendo Brasile e Russia che, con
i vistosi cali - per la borsa carioca del 3,01% e del 4,72% per la piazza moscovita - proseguono nel loro
trend discendente di breve periodo, tutti i rimanenti indici del paniere si
trovano in area negativa, in un range racchiuso fra il -0,001% della Svizzera e
il -0,53% della Germania. Forse i dati settimanali non hanno fornito spunti
così interessanti da indurre gli investitori a spingere ulteriormente nella
direzione di un ulteriore rialzo. Lo sguardo e l’attenzione ora va alla Fed che
potrebbe annunciare un modesto ritocco dei tassi.
LA
SITUAZIONE DA INIZIO ANNO
Una settimana siffatta non può che modificare
marginalmente il buon andamento da inizio anno dei nostri indici. Tra il +5% e
il +9% si stabilizzano infatti ben sette indicatori su quindici del paniere e
l’unico neo è costituito dalla caduta in settimana dell’indice brasiliano che
riporta sotto le due cifre la crescita da inizio 2017. Si allontanano per il
momento le velleità di andare a ritoccare i massimi assoluti per la maggiore
borsa sudamericana ma l’intonazione di fondo è ancora positiva.
Diverso
discorso invece per la borsa moscovita. Siamo alla sesta settimana continuativa
di chiusure negative. Dai massimi dell’anno, toccati a fine gennaio, l’indice
azionario russo perde l’11,70% e nell’ultimo mese la caduta è pari al 9,70%.
Evidentemente l’influenza del prezzo del petrolio si sta facendo sentire ma
anche l’apprezzamento del rublo (oltre il 25% in poco più di un anno) sta
rendendo meno interessante per gli investitori questo mercato.
LA
SETTIMANA DEI MERCATI OBBLIGAZIONARI
Le attese, aumentate rispetto alla settimana
precedente, di un ritocco dei tassi Usa si sono ulteriormente riverberate sui
tassi di mercato. Nella consueta comparazione settimanale dei titoli
governativi che costituiscono il nostro osservatorio, ben quattro di essi hanno
raggiunto il massimo del rendimento da inizio anno.
Il decennale Usa supera quota 2,50% in attesa
delle parole della Yellen e il nostro Btp va a sua volta ai massimi con un
rendimento del 2,37% mentre il decennale francese - con un modesto ritocco -
raggiunge il suo massimo valore a 1,13%.
Colpisce invece il balzo in avanti del Bund
tedesco, che chiude la settimana con un rendimento pari a 0,48% che equivale a
un aumento di oltre il 130% rispetto ai rendimenti di inizio anno (0,21%).
Evidentemente la macchina industriale tedesca, ben oliata, e il livello
dell’inflazione corrente andata oltre il 2% su base annua fanno presagire che i
tassi di soli due mesi fa non sono più coerenti con lo scenario che viene a
delinearsi ora. Il balzo in avanti del rendimento del bund va però a stemperare
il livello dello spread sul nostro btp che si allontana da quota 200 (185,50 bp
in chiusura di settimana).
EURO IN
SALUTE
Le attese di un ritocco dei tassi della Fed e
le attese riposte sulle politiche di Trump avevano rafforzato il dollaro sino a
inizio marzo ma la settimana uscente si è contraddistinta per una presa di
beneficio a favore dell’Euro che si è apprezzato uniformemente su tutte e quattro le valute del nostro osservatorio.
Si tratta di variazioni modeste ma suscettibili
di ulteriori variazioni a seguito delle decisioni della Fed americana.
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