Tutta
l’analisi della lezione precedente, la 211, sul meccanismo psicologico della
sorpresa è indispensabile se vogliamo parlare di come funziona questa emozione così
importante in rapporto ai mercati finanziari.
E lo è importante
soprattutto di questi tempi, da quando
i mercati azionari, dopo quasi un
lustro, hanno cominciato a dare segni d’incertezza, alternando sorprese
positive e negative. L’abbiamo visto succedere nell’agosto 2015, nel corso del
2016 e con l’elezione di Trump.
Come funziona la sorpresa
sui mercati finanziari? Un esempio di un cambiamento sorprendente di stato
d’animo, che ha toccato vari aspetti della vita statunitense, l’abbiamo
incontrato proprio con l’elezione di Trump. Ha avuto effetti anche sul mercato
immobiliare.
Più persone vogliono comprare o vendere casa dopo
l’elezione di Trump. Fonte: Bloomberg modificata.
Questo vento di ottimismo non ha toccato solo i clienti finali ma anche i
costruttori.
La fiducia dei costruttori di case è tornata ai
livelli pre-crisi. Fonte: Bloomberg modificata.
Noi reagiamo impulsivamente
alle sorprese. Questa reazione immediata ed emotiva non è quasi mai opportuna
sui mercati finanziari, dove quelli che contano sono i punti di svolta a lungo
termine, come si è visto nella lezione 211. Quella che spesso si presenta come
una reazione emotiva, comunque una decisione impulsiva, dipende dalla velocità
eccessiva dei tempi di reazione, velocità un tempo essenziale. Essenziale
quando esser colti di sorpresa, e forse soccombere, era questione spesso di
pochi secondi. Negli ultimi anni invece il problema della sorpresa, in campo
economico e finanziario, si collega a quello dei "tempi lunghi", in
contrapposizione a quello dei "tempi corti", in funzione del punto di
vista che assumete come prospettiva temporale quando prestate attenzione a un
fenomeno.
Questa prospettiva centrata
sui tempi brevi ci nasconde spesso quello che è veramente preoccupante, per
esempio il pericolo dei titoli obbligazionari rispetto alle azioni che, a prima
vista, sono parse a molti, nel corso del 2016, "care". Ma, poi, c’è
stata la sorpresa "Trump".
La fiducia dei costruttori di case è tornata ai
livelli pre-crisi. Fonte: Bloomberg modificata.
Noi reagiamo impulsivamente
alle sorprese. Questa reazione immediata ed emotiva non è quasi mai opportuna
sui mercati finanziari, dove quelli che contano sono i punti di svolta a lungo
termine, come si è visto nella lezione 211. Quella che spesso si presenta come
una reazione emotiva, comunque una decisione impulsiva, dipende dalla velocità
eccessiva dei tempi di reazione, velocità un tempo essenziale. Essenziale
quando esser colti di sorpresa, e forse soccombere, era questione spesso di
pochi secondi. Negli ultimi anni invece il problema della sorpresa, in campo
economico e finanziario, si collega a quello dei "tempi lunghi", in
contrapposizione a quello dei "tempi corti", in funzione del punto di
vista che assumete come prospettiva temporale quando prestate attenzione a un
fenomeno.
Questa prospettiva centrata
sui tempi brevi ci nasconde spesso quello che è veramente preoccupante, per
esempio il pericolo dei titoli obbligazionari rispetto alle azioni che, a prima
vista, sono parse a molti, nel corso del 2016, "care". Ma, poi, c’è
stata la sorpresa "Trump".
Gli indici statunitensi sono a livelli “tirati”? La
prospettiva a lungo termine. Due tipi di sorprese. Quello legato ai punti di
svolta, che è collegato all’altro: lo scostamento rispetto alle medie storiche.
Fonte: Bloomberg modificata.
Un altro tipo di sorprese
interessante è costituito dai momenti simbolici in cui un indice batte un
livello di riferimento. Quali sono i livelli di riferimento nel sistema
numerico? Quelli in cui si può anteporre un "quasi" o un
"circa" a una cifra "tonda". Per esempio "quasi
20mila" suona bene, in una scala che funziona per decine di migliaia,
"quasi 200", in una scala che funziona per salti di centinaia,
"quasi 20" in una scala che funziona per decine, e così via (il
rapporto è logaritmico). Per quanto Robert Shiller abbia recentemente
argomentato che tale soglia del Dow di 20mila poco voglia dire, dato che è
espressa a prezzi nominali (a prezzi reali non si è ancora raggiunto il record
del 2006), in realtà queste soglie simboliche funzionano sul breve termine,
come mostra la figura seguente (cfr. Robert J. Shiller, "Wall Street e Trump, solo illusione?",
Sole24Ore, 25 gennaio 2017, p. 23).
Essa mostra che dopo che si
è raggiunto un "traguardo simbolico" si tira un po' il fiato, quasi
che il mercato "sapesse" di aver toccato quel traguardo un tempo
insperato e, quindi, un po’ sorprendente.
Dopo aver
raggiunto una soglia simbolica nel sistema dei numeri (quella a cui si può
applicare il "quasi") i mercati per un po’ tirano il
fiato. Fonte: Bloomberg modificata.
Solo un consulente bravo sa guidarci
nell'intreccio tra sorprese temporanee e punti di svolta a lungo termine.
L’investitore inesperto le scopre solo a posteriori.
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