Un'ultima
riflessione, a mio avviso molto importante, sul tema delle “sorprese”,
interessante soprattutto in campo economico e finanziario dove è presente una
metrica, anzi più di una.
Spesso viene tralasciata una
distinzione molto importante, quella tra "sorprese oggettive" e
"sorprese soggettive". Le sorprese oggettive si basano su
quello che
le persone "fanno" con i soldi, le "sorprese soggettive" su
quello che le persone "credono, pensano o, comunque, dicono di
aspettarsi", senza però impegnarsi sul piano economico. Le sorprese
soggettive si misurano con diversi tipi di sondaggi chiedendo, appunto, che
cosa le persone si aspettano e da che cosa sarebbero sorprese, proprio perché
non se lo aspettano. Anche le sorprese “oggettive” si possono misurare in più
modi.
Per esempio, calcolando la
differenza tra quanto vale un bene oggi e quello che si paga per acquistarlo o
venderlo nel futuro: la differenza tra i due prezzi è un’indicazione delle
attese di rialzo o di ribasso. Se queste attese si rivelano infondate, ecco la
sorpresa!
Ci si può anche domandare quante
siano le scommesse sul futuro, per esempio le attese di ribasso, e cioè quante
siano e quanto valgano le cosiddette scommesse "long-short". Per
esempio, alla fine del 2016, pochi si aspettavano un ribasso sui mercati
statunitensi, come mostra la figura.
I dati mostrano che alla fine del 2016 pochi si aspettavano una discesa del
mercato statunitense che non veniva molto "shortato", nel gergo degli
operatori. Fonte: Bloomberg modificata.
Oppure si può direttamente calcolare
il rapporto tra aspettative in funzione dell’andamento oggettivo del mercato.
Per esempio, in questa figura si vede questo rapporto tra opzioni put e call
confrontato con l’andamento dello S&P500.
L'andamento del mercato statunitense in relazione al rapporto tra opzioni
put e call. Il rapporto indica le attese ottimistiche verso il futuro. Fonte.
Bloomberg modificata.
Oppure si può vedere che cosa costa
assicurarsi contro le cadute. Anche questa è una misura oggettiva. Essa mostra
indirettamente come ci si aspetta vadano i mercati in futuro. Se costa poco, ci
si aspetta che salgano, se costa molto sono più diffusi i timori che i mercati
scendano, proprio come nel classico rapporto rischio/costo del premio delle
assicurazioni.
Il costo dell'assicurarsi contro una discesa del mercato. Alla fine del
2016 era molto basso. Quindi avevamo poche attese di ribasso, ribasso che
sarebbe stato di conseguenza sorprendente. In effetti non si è verificato nei
due mesi successivi. Fonte. Bloomberg modificata.
Ecco infine una figura che mostra un confronto tra le attese soggettive, quelle
rilevate dai sondaggi sulla fiducia dei consumatori e degli imprenditori, a
confronto con l’indice delle "sorprese oggettive", calcolato da
Bloomberg e ricavato nei modi sopra indicati.
La figura mostra che le attese dei consumatori e imprenditori rilevate dai
sondaggi sono più ottimistiche di quelle inferite dai dati. Questo scarto è una sorpresa. Fonte: Bloomberg
modificata.
La figura mostra che la sorpresa può anche derivare da quanto si prolunga
un fenomeno che sembra già sorprendente nella sua eccezionalità, come il rialzo
del mercato USA iniziato nel 1990. Greenspan parlò nel 1997 di euforia
irrazionale e il mercato continuò a salire. Il fatto che si fosse sbagliato
oggi è considerato sorprendente. Fonte: Bloomberg modificata.
Molte delle sorprese sono tali
rispetto a degli equilibri che sono rappresentati dalle medie storiche dei
valori o da computi su presunti equilibri teorici. Tipico è il caso dei cambi,
dove si può misurare il potere d’acquisto di una valuta in vari paesi, o usare
altre metriche. E’ interessante che a fine gennaio del 2017, l’euro era la
valuta più sottovalutata tra le valute commercialmente più importanti.
La figura mostra che l’euro, lo yen e la sterlina sono le valute più
sottovalutate rispetto al dollaro (di qui le lagnanze di Navarro, collaboratore
di Trump). Fonte: Bloomberg modificata.
Una prima conclusione che possiamo
trarre da tale analisi è che le soprese che poi diventano notizie sui media
sono una piccola parte di quelle che gli esperti considerano sorprese. Per lo
più si tratta dei cali giornalieri dei mercati, cali presentati come
apocalittici, soprattutto in relazione all’andamento complessivo delle borse,
ignorato sul medio e lungo termine. I media previlegiano le notizie del giorno
e segnalano i cali dando loro grande enfasi.
Di qui il fatto che il "fai da
te", impaurito, ha poche azioni estere nei propri portafogli. Di qui il
non aver sfruttato quello che sta diventando il più lungo periodo di espansione
delle borse USA (è comunque già il secondo). Di qui l’incommensurabile (anzi
purtroppo commensurabile!) vantaggio consistente nell’avere un consulente
esperto per la stragrande maggioranza dei risparmiatori che, ancor oggi, fanno
di testa loro.
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