L’abbattimento
dei tassi guidato dalle banche centrali in questi anni di crisi ha indotto i
risparmiatori a modificare, almeno in parte, la consolidata ricerca di
investimenti a basso profilo di rischio e a rendimenti ripaganti. Purtroppo le
cattive abitudini sono dure a morire e
, a cadenze quasi regolari, molti di essi
ritornano alla carica sottoponendo ai loro referenti l’offerta del momento
proveniente da una certa banca o da una certa società di tassi, se non propriamente
allettanti almeno sufficientemente accettabili.
Ovviamente
questa richiesta punta a ottenere l’assenso all’impiego di una parte del
patrimonio, se non addirittura di tutte le risorse disponibili, assolutamente
incuranti di problematiche quali la valutazione della potenziale rischiosità
della controparte o della concentrazione del rischio.
Tutto
ciò affonda le radici, oltre che nelle cattive abitudini di cui sopra, anche
nell’assoluta ignoranza di quale sia la situazione a monte, ossia quale sia la realtà
dello stato dell’arte del sistema bancario e dell’onerosità dei vincoli e
obblighi imposti dalle banche centrali.
Nei
giorni scorsi ho letto un articolo di Laura Naka Antonelli intitolato “BCE e
conseguenze tassi negativi, UBS conferma: commissione su conti correnti sopra
questa soglia”.
Si tratta di un articolo di assoluta comprensibilità
che a mio avviso tutti i risparmiatori
dovrebbero leggere per capire in quali difficoltà si stia navigando e in
quale complessità ci si deve immergere nella costruzione di portafogli solidi
ed efficienti, operazione sempre più destinata ad essere delegata ad esperti
piuttosto che ad essere affrontata da soli con le potenziali conseguenze indesiderabili
che ne potrebbero derivare.
Propongo pertanto ai miei lettori la lettura di questo
articolo che ripropongo nella sua integrale versione, sperando che se ne possa
ricavare una più concreta visione della realtà.
“ La
banca centrale europea sarà
anche prossima ad abbandonare la propria politica monetaria ultra-accomodante -
ipotesi smentita più volte da Mario Draghi e da altri esponenti del Consiglio
direttivo - ma le sue decisioni - principalmente quella che ha inaugurato l'era
dei tassi negativi - continuano ad avere ancora forti ripercussioni sull'intero
sistema bancario europeo.
L'imposizione
di tassi sui depositi al di sotto dello zero, fino a -0,4%, è avvenuta per dissuadere le banche a
depositare i loro fondi nella Bce e a erogarli piuttosto, sotto forma di
credito, all'economia. Con un tasso negativo, gli istituti non solo non
ricevono più interessi sui loro depositi presso la banca centrale, ma devono
anche pagare per parcheggiare la loro liquidità.
Il
punto è che tale politica monetaria non necessariamente ha dissuaso le banche
dall'effettuare depositi presso la Bce. Molte hanno continuato a farlo, e
ora iniziano a scaricare i costi sui loro clienti. Tra gli ultimi istituti
a prendere tala decisione c'è anche il colosso svizzero UBS che, a
partire dal mese di maggio, applicherà una commissione dello 0,6% sui conti
correnti sopra il milione di euro, che di norma sono intestati soprattutto
a grandi aziende.
UBS non
è certo un caso: cresce infatti il numero di banche che penalizzano chi detiene
presso di esse grandi somme di denaro applicando commissioni rischiando così,
come fa notare un articolo di Bloomberg, di far scappare i clienti e dunque
di assistere a un calo della loro stessa liquidità. I margini della
divisione di gestione patrimoniale di UBS sono scesi per tre trimestri
consecutivi, scontando proprio le pressioni legate ai tassi di interesse
negativi.
Così ha
commentato la situazione il numero uno di Ubs, Sergio Ermotti, nel corso
di una conferenza che si è svolta a Londra: "Siamo stati capaci di
trasferire parte dei costi di regolamentazione o di interessi ai clienti, senza
compromettere i rapporti con loro". Ma, ha ammesso, "non è stato
facile". In una lettera Ubs ha spiegato che "la commissione riflette
i costi che sosteniamo e che derivano dal contesto, che continua, di tassi di
interesse straordinariamente bassi e di maggiori regole sulla
liquidità".
I clienti
che non accetteranno le nuove condizioni assisteranno alla chiusura dei loro
conti.
Tra le
altre banche che stanno scaricando i costi sui loro clienti c'è Julius Baer,
che sta imponendo commissioni ai clienti che depositano euro in modo selettivo,
come lo stesso colosso ha reso noto nel commentare i risultati del quarto
trimestre; Bank of New York Mellon, che detiene i soldi degli
investitori istituzionali, e che ha iniziato a imporre commissioni su depositi
in euro ormai più di due anni fa; e Goldman Sachs e Credit Suisse, tra le
prime banche costrette a far ricadere anche sui loro clienti le conseguenze
negative dei tassi sotto lo zero imposti dalla Bce.
UBS e
Credit Suisse hanno inoltre già imposto commissioni ai clienti istituzionali
che detengono grandi somme in Svizzera, dove la banca centrale ha imposto tassi
negativi all'inizio del 2015, per frenare l'apprezzamento del franco. In media,
il numero dei depositi delle due banche soggetti alla commissione dello
0,75% è quadruplicato lo scorso anno rispetto al 2015, come risulta dai
dati della stessa banca centrale svizzera, la Swiss National Bank. ”
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