Come
ho più volte osservato, se noi guardiamo i mercati meno spesso di quanto sono
soliti fare gli inesperti e i timorosi, non ci accorgiamo di fenomeni come la
crisi dell’inizio del 2016.
La
figura qui riportata mostra un esempio recente di spreco delle emozioni
(dolore
e sollievo). Tale spreco è attribuibile all’assiduo esame dell’andamento dei
mercati, scrutati sui tempi brevi.
Così come chi non è troppo succube di timori si
avvantaggia del premio al rischio che “prezza” le paure altrui, come si è detto
più volte, chi non esamina troppo spesso i mercati si “risparmia” emozioni,
soprattutto molte paure. E’ il problema delle conseguenze dei tempi lunghi e
dei tempi brevi, esaminato nella lezione precedente.
Crisi? Quale crisi? Molti
indicatori – materie prime, S&P 500, mercati emergenti, rendimenti - si
sono ripresi da metà febbraio, dopo la crisi di inizio anno. Fonte:
Economist modificata.
Invece di “sprecare”
emozioni in rapporto alla parte non-immobiliare dei nostri risparmi, è cruciale
fare un esame preliminare che ci metta in sicurezza rispetto agli eventi “rari”
di cui si è parlato nelle ultime lezioni. Il consulente ci aiuterà nel fare un
esame freddo e obiettivo della nostra situazione per capire se non siamo
sotto-assicurati. Dato che la maggioranza degli italiani lo è, forse possiamo
esserlo anche noi.
Può essere d’aiuto la
distribuzione statistica “oggettiva” del fenomeno, proprio come nell’esempio
del terremoto visto nella lezione precedente. Proviamo a esaminare la
distribuzione dei vari tipi di assicurazioni.
Su 100 italiani che posseggono un auto, e sono assicurati, in quanto l’assicurazione RC (responsabilità civile nei confronti di danni fatti ad altri guidando) è obbligatoria, abbiamo la seguente distribuzione:
nessun altro tipo di assicurazione 56,4%
rischi professionali/altre 0,7%
infortuni 3,1%
malattie 3,7%
infortuni rischi da circolazione 7,0%
altre polizze RC auto/moto 10,1%
vita/previdenza integrativa 15,6%
casa/multirischi 25,9%
Su 100 italiani che posseggono un auto, e sono assicurati, in quanto l’assicurazione RC (responsabilità civile nei confronti di danni fatti ad altri guidando) è obbligatoria, abbiamo la seguente distribuzione:
nessun altro tipo di assicurazione 56,4%
rischi professionali/altre 0,7%
infortuni 3,1%
malattie 3,7%
infortuni rischi da circolazione 7,0%
altre polizze RC auto/moto 10,1%
vita/previdenza integrativa 15,6%
casa/multirischi 25,9%
Questa tabella riporta le
percentuali del febbraio 2016 mostrando in modo chiaro che gli italiani sono,
nel complesso, sotto-assicurati. Sono le persone meno assicurate tra i paesi
industriali, e le persone che più campano con redditi di lavoro autonomo, e
quindi più vulnerabili nel loro capitale umano. Il fatto che gli italiani siano
in media sotto-assicurati, pur cercando la sicurezza e avendo paura
dell’incertezza, costituisce la più grande sfida di quella che chiamo
“assicurazione comportamentale”. In sintesi, il punto di partenza, ovvio ma
trascurato, consiste nel fatto che non ci si assicura se si ignora o si
trascura la possibilità di un rischio. Qui c’è un problema di dis-attenzione. Le
fonti della dis-attenzione sono due.
Gli italiani o non se ne
curano, perché la loro attivazione cognitiva ed emotiva è troppo bassa, e
quindi non ci pensano. Oppure non ci vogliono pensare perché l’attivazione
emotiva è troppo alta e fa paura, secondo lo schema classico dell’attivazione
riportato in figura. Solo se l’attivazione è media, si affronta in modo
razionale la possibilità che quel rischio si trasformi in un reale pericolo e
si valuta la frequenza obiettiva dell’eventuale danno/perdita, cioè quanto
spesso capita alle persone nelle nostre condizioni in un dato periodo di tempo.
La figura mostra il
classico grafico dell’attivazione usato per collegare i diversi livelli di
attenzione a un fenomeno alla paura soggettiva per il fenomeno stesso. Di qui
la probabilità più alta che una persona si assicuri se il livello di
attivazione non è né troppo basso né troppo alto.
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