sabato 14 maggio 2016

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 173 – Fine del decalogo


Abbiamo terminato la lezione precedente con il caso della Norvegia. Il rialzo dei listini azionari non è andato sprecato nel caso della Norvegia (forse perso per lungo tempo, invece, nel caso degli italiani, la maggioranza dei quali neppure si è accorta dell’occasione mancata
nell’ultimo lustro).

Non solo, il fondo permette oggi il riequilibrio delle risorse, e ne beneficia il tenore di vita dei norvegesi, che così non hanno risentito affatto del crollo del prezzo del petrolio, a differenza di altri paesi che contavano anno dopo anno su quelle entrate. La Norvegia ha diversificato non solo nello spazio ma anche nel tempo: non si è appoggiata alle rendite energetiche e le ha trasformate in un portafoglio bilanciato. E così non è toccata dal crollo dei prezzi. Si apre una nuova era per i norvegesi, un futuro confortato peraltro dalle scelte oculate del passato.

Fonte: Bloomberg modificata. Lo stato norvegese per la prima volta non ha destinato risorse al fondo sovrano, al contrario le ha prelevate. Fonte: Bloomberg modificata.
 Quando il crollo del petrolio ha diminuito gli afflussi, si è potuto, per la prima volta, “pescare” dal fondo sovrano invece di incrementarlo.
Questa è una profonda differenza rispetto ai risparmiatori italiani che hanno poco da cui “pescare”, sfruttando guadagni consolidati in un recente passato. Dato che nessuno vuole disinvestire in perdita, per la ben nota avversione alle perdite, i risparmi degli italiani stanno tendenzialmente immobili: solo i nuovi afflussi rispecchiano le strategie di investimento consigliate da esperti.
Punto quarto: che cosa succede ai fondi affidati ai gestori di fondi azionari? Nel mercato più tradizionale e affermato del mondo, gli Stati Uniti, la maggioranza dei gestori non riesce a battere gli indici di riferimento (neppure da noi, peraltro).

Percentuale di gestori dei fondi Small-Cap, Mid-Cap e Large-Cap che non riescono a battere gli indici di riferimento. Fonte: Bloomberg modificata.
Punto quinto. I risparmi gestiti dalle grandi case di investimento stanno calando, in coerenza con il punto quarto. I risparmiatori traggono le conseguenze dalla tabella precedente (e, di fatto, crescono le scelte centrate su strategie “passive”, una volta pressoché inesistenti perché contrastate dalla diffusa “over-confidence”).

Afflussi/deflussi netti presso le principali case internazionali in riferimento ai fondi che gestiscono almeno 100 miliardi di dollari.  Fonte: Economist modificata.
 Morale: che cosa ci insegna il confronto tra questi cinque punti? In sintesi ci mostra la profonda differenza tra lo scenario italiano e quello internazionale. I mercati diventano sempre più correlati, i rendimenti dei principali mercati azionari (Giappone, Euro, Usa) stanno diventando ugualmente profittevoli. In contrasto con l’omogeneizzazione della finanza attribuibile alla globalizzazione, le mentalità dei risparmiatori nelle varie culture continuano a restare divergenti. E l’Italia ne è un esempio clamoroso con il suo passaggio da un paradigma consolidato alla progressiva crisi di tale paradigma che sfocia nell’incertezza e, quindi, nella ricerca ossessiva della sicurezza (a cui però tende paradossalmente a non associarsi l’assicurazione del capitale umano).

I mercati diventano sempre più correlati nel senso che i p/e dei principali mercati si equivalgono. Fonte: Bloomberg modificata.
 Mai come oggi c’è stato bisogno di finanza comportamentale (per spiegare come va il mondo) e, soprattutto, di chi se ne fa interprete presso i risparmiatori: i consulenti, meglio forse chiamarli, di questi tempi, gli angeli-custodi dei risparmi. Sono la categoria di consulenti che ha più successo, ma anche quella che ha più responsabilità. Speriamo che riescano a ri-educare i loro clienti, e a proteggere e custodire, come angeli-custodi, i portafogli, difendendoli dalle tendenze peccaminose dei proprietari.
Il consulente è, per così dire, un’ombra del cliente, ma un’ombra che è paradossalmente più bella e completa della fonte che la proietta, come in questa immagine, dove tre pezzi di Lego formano l’ombra di un bastimento.

Fonte: Legrenzi, Umiltà (2016, in corso di stampa) 

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