Abbiamo
terminato la lezione precedente con il caso della Norvegia. Il rialzo dei
listini azionari non è andato sprecato nel caso della Norvegia (forse perso per
lungo tempo, invece, nel caso degli italiani, la maggioranza dei quali neppure
si è accorta dell’occasione mancata
nell’ultimo lustro).
Non solo, il fondo permette
oggi il riequilibrio delle risorse, e ne beneficia il tenore di vita dei
norvegesi, che così non hanno risentito affatto del crollo del prezzo del
petrolio, a differenza di altri paesi che contavano anno dopo anno su quelle
entrate. La Norvegia ha diversificato non solo nello spazio ma anche nel tempo:
non si è appoggiata alle rendite energetiche e le ha trasformate in un
portafoglio bilanciato. E così non è toccata dal crollo dei prezzi. Si apre una
nuova era per i norvegesi, un futuro confortato peraltro dalle scelte oculate
del passato.
Fonte: Bloomberg
modificata. Lo stato norvegese per la prima volta non ha destinato risorse al
fondo sovrano, al contrario le ha prelevate. Fonte: Bloomberg modificata.
Questa è una profonda
differenza rispetto ai risparmiatori italiani che hanno poco da cui “pescare”,
sfruttando guadagni consolidati in un recente passato. Dato che nessuno vuole
disinvestire in perdita, per la ben nota avversione alle perdite, i risparmi
degli italiani stanno tendenzialmente immobili: solo i nuovi afflussi
rispecchiano le strategie di investimento consigliate da esperti.
Punto quarto: che cosa
succede ai fondi affidati ai gestori di fondi azionari? Nel mercato più
tradizionale e affermato del mondo, gli Stati Uniti, la maggioranza dei gestori
non riesce a battere gli indici di riferimento (neppure da noi, peraltro).
Percentuale di gestori dei
fondi Small-Cap, Mid-Cap e Large-Cap che non riescono a battere gli indici di
riferimento. Fonte: Bloomberg modificata.
Punto quinto. I risparmi
gestiti dalle grandi case di investimento stanno calando, in coerenza con il
punto quarto. I risparmiatori traggono le conseguenze dalla tabella precedente
(e, di fatto, crescono le scelte centrate su strategie “passive”, una volta
pressoché inesistenti perché contrastate dalla diffusa “over-confidence”).
Afflussi/deflussi netti
presso le principali case internazionali in riferimento ai fondi che gestiscono
almeno 100 miliardi di dollari. Fonte: Economist modificata.
I mercati diventano sempre
più correlati nel senso che i p/e dei principali mercati si
equivalgono. Fonte: Bloomberg modificata.
Il consulente è, per così
dire, un’ombra del cliente, ma un’ombra che è paradossalmente più bella e
completa della fonte che la proietta, come in questa immagine, dove tre pezzi
di Lego formano l’ombra di un bastimento.
Fonte: Legrenzi, Umiltà (2016, in corso di
stampa)
Nessun commento:
Posta un commento