domenica 29 maggio 2016

BORSE MONDIALI AL 27-5-2016

Un mese fa avevamo sottolineato il clima di incertezza che aleggiava sulle borse mondiali tanto da aver richiamato alla memoria il detto “Sell in may and go away” come ipotesi da considerare e le prime due settimane di maggio avevano confermato i nostri dubbi.

Qualcosa è però cambiato
nella seconda quindicina del mese, appena terminata. I due nodi politici più importanti hanno diminuito la forza del loro possibile impatto; la Grecia ha ottenuto di mantenere la sua posizione di galleggiamento mentre le attese per una positiva soluzione di conferma europeista della Gran Bretagna sono salite. Al di là delle varie indagini di mercato, che spesso non l’azzeccano, le quotazione dei bookmakers inglesi, notoriamente piuttosto credibili, marcano i consensi per la permanenza del paese in Europa intorno al 75%, allontanando i timori di una catastrofe.

I mercati, di conseguenza, hanno reagito positivamente facendo salire le quotazioni del nostro paniere che ha registrato, per i 2/3 degli indici sotto osservazione, performance positive. Va sottolineato che in questo mese la borsa brasiliana, sulla quale avevamo espresso tutte le nostre perplessità, arretra del 9%. La maggiore spinta all’insù del paniere si è avuta proprio la settimana scorsa, con solo due indici in negativo, il Brasile per l’appunto e la Cina che resta al palo da inizio anno.  

Dal pessimo inizio d’anno il mese di maggio chiude con cinque mercati in area positiva, i già consolidati Brasile e Russia, a cui si aggiungono S&P 500, India e Gran Bretagna, quest’ultimo proprio sulla scorta di quanto precedentemente detto.

Tutto ciò non sta a certamente a significare che la negatività si a interamente alle nostre spalle. Restano sul terreno almeno due grosse incognite: la prima è quella della crescita cinese che non migliora, tanto da aver indotto la banca centrale ad un’ulteriore svalutazione dello yuan nei giorni scorsi; la seconda, il cui impatto andremo a breve a verificare, è la compatibilità degli attuali valori azionari con un flusso di dividendi atteso genericamente in sensibile contrazione che, se confermato, stigmatizzerebbe un livello dei prezzi azionari sopra media rispetto agli utili aziendali.

Sarà il mercato, in questa ipotesi, a spostare l’ago della bilancia, o verso una riduzione dei prezzi per allinearli ai ridotti flussi di reddito o, all’incontrario, spingere ancora più in là gli indici nella convinzione che ai risicati tassi attuali l’alternativa dividendi permane l’unica strada da percorrere.

A questo proposito la parola finale potrà venire dalla FED facendo chiarezza sulla volontà (sin qui debole) di ritoccare all’insù i tassi. Staremo a vedere ma suggeriamo ancora una volta  il mantenimento di un atteggiamento piuttosto prudente: è sempre meglio piangere su un guadagno contenuto piuttosto che su una perdita fuori budget.

Nessun commento:

Posta un commento