domenica 29 maggio 2016

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 175 – Un futuro frugale e previdente. Il prossimo ventennio non sarà come i trenta anni appena trascorsi.


Se dovessi dare un consiglio a un giovane della fascia dai 25 ai 40 anni, che si è appena messo a lavorare o che ha appena cominciato a cumulare risparmi per la sua vecchiaia, non gli consiglierei di leggere - almeno in prima battuta - i miei libri dedicati alla
finanza comportamentale, e neppure il saggio che uscirà a settembre nelle librerie per i tipi di Raffaello Cortina, in cui si da ampio spazio all’assicurazione comportamentale.

Il libro forse più opportuno da leggere, almeno in prima battuta, è Frugalità (editore il Mulino), dove spiego che una persona è tanto più ricca quante più sono le cose a cui impara a rinunciare (e impara al punto tale da non sentire la rinuncia come un sacrificio, grazie alla forza delle abitudini e dell’educazione). Perché dico questo? Perché la vera chiave per avere una buona vecchiaia di qui a 30/40 anni, è risparmiare di più di quello a cui eravamo abituati in passato, per lo meno durante la mia generazione. E perché? Perché in futuro i rendimenti dei risparmi cumulati non saranno più così propizi e favorevoli come lo sono stati per la mia generazione. Dobbiamo scordarci il passato o, per lo meno, essere così saggi da non immaginare un futuro a immagine e somiglianza del trentennio passato. Per cogliere quanto questo punto sia fondato, potete consultare una ricerca documentata e ricca dell’istituto McKinsey Global Institute Analysis, oppure potete dare un’occhiata a questa ottima e chiara tabella riassuntiva.

La tabella mostra come si “scenderà a terra” dopo gli ultimi 30 anni “stellari”. Fonte: McKinsey Global Institute Analysis.
Questa è una tabella cruciale. Una tabella su cui riflettere se siete giovani e volete impostare il vostro futuro previdenziale e quello delle rendite da risparmi. Che cosa mostra in sintesi la tabella?
Ci sono due scenari, uno più ottimista di forte crescita e l’altro, da molti giudicato più probabile a causa dei fattori demografici (flebili), di lenta crescita.
In entrambi i casi, abbiamo una riduzione debole o accentuata di quelli che sono stati i rendimenti storici dell’ultimo trentennio delle azioni statunitensi e di quelle europee. Questa riduzione è percentualmente ancora più accentuata per i bond europei. Sono quelli a cui è ancorata la memoria e anche la speranza degli italiani (poco hanno goduto della crescita delle borse, molto della discesa trentennale dei bond). Altro punto: l’inflazione è scesa a livelli molto bassi, e così i tassi.
Adottando una prospettiva futura, è plausibile aspettarsi una crescita dell’inflazione rispetto a questi valori così bassi. Di questa crescita, prima o poi, soffriranno le obbligazioni “lunghe”, considerate erroneamente da molti italiani poco rischiose perché mai lo sono state nella memoria del loro passato “personale”. Ulteriore punto: gli utili delle aziende europee e statunitensi probabilmente caleranno per la concorrenza delle società dei paesi emergenti e per la difficoltà a ottenere aumenti di produttività analoghi a quelli dell’ultimo trentennio (dovuti anche a forte innovazione tecnologica).


La figura mostra i cali dei mercati, cali razionalmente correlati sui tempi lunghi ai cali dei profitti delle società quotate. Fonte Bloomberg modificata.
L’analisi complessiva di Bloomberg, relativa al passato dal 2000 al 2015, rinforza lo scenario del McKinsey Global Institute Analysis e mostra che tale scenario non è campato in aria perché è basato proprio su quello che è successo finora in questo secolo. E’, per così dire, un’estensione nel futuro degli ultimi quindici anni.
Come nelle ultime lezioni, vi lascio con un’immagine, un dipinto di Tiziano che allude a un futuro “velato”. Fuor di metafora, il quadro si riferisce “visivamente” al nostro prossimo ventennio di risparmiatori/consumatori.

Ritratto dell’arcivescovo Filippo Archinto, dipinto da Tiziano probabilmente nel 1558.
Osserviamo il ritratto dell’arcivescovo Filippo Archinto, dipinto da Tiziano probabilmente nel 1558, sintesi visiva e simbolica dei due periodi analizzati. Questo dipinto presuppone che si conosca la dottrina dei due lati del corpo umano formulata da Girolamo Cardano. Cardano sostiene nel De vita propria che la parte sinistra del corpo incarna la rinascita dello spirito, mentre la parte destra la sua condanna. Si deve sapere che Filippo Archinto era stato nominato dal papa ma, in seguito, inaspettatamente rifiutato come arcivescovo dal governo di Milano. Il quadro mostra la forza dello spirito nella parte sinistra (l’ultimo trentennio fortunato per i risparmiatori grazie agli alti rendimenti), alludendo alla nomina del papa di Roma. Ma copre con un velo la parte destra che si riferisce al successivo rifiuto di Milano (lo scenario del prossimo ventennio meno “generoso”, successivo al trentennio fortunato).
Che cosa concludere? Quale è la morale? Troppe cose da sapere per capire il quadro, e non saremo mai neppure sicuri che si tratti dell’interpretazione voluta da Tiziano perché quest’ultimo, prudentemente, non l’ha mai formulata in modo esplicito. Troppe cose da sapere per divinare il futuro dei risparmi/investimenti. E tuttavia questo futuro si presenta comunque velato, meno luminoso.

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