Se
dovessi dare un consiglio a un giovane della fascia dai 25 ai 40 anni, che si è
appena messo a lavorare o che ha appena cominciato a cumulare risparmi per la
sua vecchiaia, non gli consiglierei di leggere - almeno in prima battuta - i
miei libri dedicati alla
finanza comportamentale, e neppure il saggio che uscirà a settembre nelle librerie per i tipi di Raffaello Cortina, in cui si da ampio spazio all’assicurazione comportamentale.
finanza comportamentale, e neppure il saggio che uscirà a settembre nelle librerie per i tipi di Raffaello Cortina, in cui si da ampio spazio all’assicurazione comportamentale.
Il libro forse più
opportuno da leggere, almeno in prima battuta, è Frugalità (editore il Mulino),
dove spiego che una persona è tanto più ricca quante più sono le cose a cui
impara a rinunciare (e impara al punto tale da non sentire la rinuncia come un
sacrificio, grazie alla forza delle abitudini e dell’educazione). Perché dico
questo? Perché la vera chiave per avere una buona vecchiaia di qui a 30/40
anni, è risparmiare di più di quello a cui eravamo abituati in passato, per lo
meno durante la mia generazione. E perché? Perché in futuro i rendimenti dei
risparmi cumulati non saranno più così propizi e favorevoli come lo sono stati
per la mia generazione. Dobbiamo scordarci il passato o, per lo meno, essere
così saggi da non immaginare un futuro a immagine e somiglianza del trentennio
passato. Per cogliere quanto questo punto sia fondato, potete consultare una
ricerca documentata e ricca dell’istituto McKinsey Global Institute Analysis,
oppure potete dare un’occhiata a questa ottima e chiara tabella riassuntiva.
La tabella mostra come si “scenderà a terra” dopo gli
ultimi 30 anni “stellari”. Fonte: McKinsey Global Institute Analysis.
Questa è una tabella
cruciale. Una tabella su cui riflettere se siete giovani e volete impostare il
vostro futuro previdenziale e quello delle rendite da risparmi. Che cosa mostra
in sintesi la tabella?
Ci sono due scenari, uno
più ottimista di forte crescita e l’altro, da molti giudicato più probabile a
causa dei fattori demografici (flebili), di lenta crescita.
In entrambi i casi, abbiamo
una riduzione debole o accentuata di quelli che sono stati i rendimenti storici
dell’ultimo trentennio delle azioni statunitensi e di quelle europee. Questa
riduzione è percentualmente ancora più accentuata per i bond europei. Sono
quelli a cui è ancorata la memoria e anche la speranza degli italiani (poco
hanno goduto della crescita delle borse, molto della discesa trentennale dei
bond). Altro punto: l’inflazione è scesa a livelli molto bassi, e così i tassi.
Adottando una prospettiva
futura, è plausibile aspettarsi una crescita dell’inflazione rispetto a questi
valori così bassi. Di questa crescita, prima o poi, soffriranno le obbligazioni
“lunghe”, considerate erroneamente da molti italiani poco rischiose perché mai
lo sono state nella memoria del loro passato “personale”. Ulteriore punto: gli
utili delle aziende europee e statunitensi probabilmente caleranno per la
concorrenza delle società dei paesi emergenti e per la difficoltà a ottenere
aumenti di produttività analoghi a quelli dell’ultimo trentennio (dovuti anche
a forte innovazione tecnologica).
La figura mostra i cali dei mercati, cali
razionalmente correlati sui tempi lunghi ai cali dei profitti delle società
quotate. Fonte Bloomberg modificata.
L’analisi complessiva di
Bloomberg, relativa al passato dal 2000 al 2015, rinforza lo scenario del
McKinsey Global Institute Analysis e mostra che tale scenario non è campato in
aria perché è basato proprio su quello che è successo finora in questo secolo.
E’, per così dire, un’estensione nel futuro degli ultimi quindici anni.
Come nelle ultime lezioni,
vi lascio con un’immagine, un dipinto di Tiziano che allude a un futuro
“velato”. Fuor di metafora, il quadro si riferisce “visivamente” al nostro
prossimo ventennio di risparmiatori/consumatori.
Ritratto dell’arcivescovo Filippo Archinto, dipinto da
Tiziano probabilmente nel 1558.
Osserviamo il ritratto
dell’arcivescovo Filippo Archinto, dipinto da Tiziano probabilmente nel 1558,
sintesi visiva e simbolica dei due periodi analizzati. Questo dipinto
presuppone che si conosca la dottrina dei due lati del corpo umano formulata da
Girolamo Cardano. Cardano sostiene nel De vita propria che la parte sinistra
del corpo incarna la rinascita dello spirito, mentre la parte destra la sua
condanna. Si deve sapere che Filippo Archinto era stato nominato dal papa ma,
in seguito, inaspettatamente rifiutato come arcivescovo dal governo di Milano.
Il quadro mostra la forza dello spirito nella parte sinistra (l’ultimo
trentennio fortunato per i risparmiatori grazie agli alti rendimenti),
alludendo alla nomina del papa di Roma. Ma copre con un velo la parte destra
che si riferisce al successivo rifiuto di Milano (lo scenario del prossimo
ventennio meno “generoso”, successivo al trentennio fortunato).
Che cosa concludere? Quale
è la morale? Troppe cose da sapere per capire il quadro, e non saremo mai
neppure sicuri che si tratti dell’interpretazione voluta da Tiziano perché
quest’ultimo, prudentemente, non l’ha mai formulata in modo esplicito. Troppe
cose da sapere per divinare il futuro dei risparmi/investimenti. E tuttavia
questo futuro si presenta comunque velato, meno luminoso.
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