domenica 7 maggio 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 5/5/2017

I MERCATI SCOMMETTONO SU MACRON

Come l’anno scorso con il referendum sull’uscita o meno dalla comunità europea della Gran Bretagna anche stavolta i mercati non manifestano alcun dubbio, anzi … scommettono.

Al di là di quello che sarà l’esito finale che
andremo a verificare e commentare più avanti, la settimana appena conclusa ha confermato la presa di posizione degli operatori che si attendono un’ampia vittoria di Macron. E’ da questa convinzione che scaturisce la crescita robusta di tutti gli indici azionari europei e di quelli nordamericani.

L’Italia è il mercato che più ha beneficiato di questa convinzione chiudendo la settimana con un ulteriore rialzo del 4,24%, seguita ovviamente dalla piazza parigina che a sua volta chiude con un robusto 3,13% di incremento.

Positive le altre piazze europee del nostro paniere (più quella londinese) che chiudono la settimana con crescite comprese fra l’1,30 e il 2,79%; negli Usa ancora una settimana positiva con l’indice Nasdaq a +0,88% e lo S&P 500 a +0,63%. Rialzi modesti, come avevamo sottolineato la scorsa settimana, se rapportati alle misure fiscali annunciate da Trump; evidentemente le perplessità degli operatori sulla fattibilità del progetto persistono.

In negativo troviamo solo mercati ex “emergenti”, ossia Cina, India e Russia; su quest’ultima continua a pesare il calo delle quotazioni petrolifere a ulteriore conferma che l’economia di questo paese non riesce ad affrancarsi dall’estrazione dei prodotti energetici.

Il clima di positività si riverbera anche sulle quotazioni record di alcuni mercati. Per l’ennesima settimana vengono infranti i massimi della borsa di Francoforte, quelli dei due principali indici nordamericani del nostro paniere e infine l’indice Msci World che, come ben sappiamo, è al traino delle borse americane ed europee.

Come ben visibile dal grafico di seguito riportato, l’andamento da inizio anno è più che soddisfacente e ripaga ampiamente le esposizioni azionarie degli investitori. Ben sette indici hanno superato la soglia di rendimento del 10% e altri quattro registrano crescite superiori al 5%; rialzi contenuti contraddistinguono i mercati di Tokyo e Londra mentre il segno negativo marca le piazze di Shangai (solo marginalmente, per un insignificante -0,02%) e Mosca che di fatto è l’unica piazza a soffrire veramente (-5,78%).

Il primo quadrimestre dunque ha ripagato soddisfacentemente gli investimenti a maggiore volatilità e un loro ulteriore balzo in avanti troverà razionale motivazione solo in una crescita dell’economia reale nei prossimi mesi robusta e con basso impatto inflativo. Difficile ma non del tutto impossibile. L’invito alla prudenza è comunque doveroso.


LA SETTIMANA DELL’ OBBLIGAZIONARIO

Anche sul mercato obbligazionario il sentiment è analogo e simili appaiono le attese degli operatori. Dando per scontata la vittoria ampia di Macron non servono più misure cautelative e il “flight to quality” viene abbandonato con conseguente incremento della domanda di titoli periferici (come i Btp italiani) e abbandono delle posizioni difensive (bund tedesco).

Il risultato finale è quello dell’innalzamento dei rendimenti del bund tedesco, ora allo 0,42% per la scadenza decennale mentre l’analogo btp rende oggi il 2,17% e ciò equivale, per il titolo tedesco, a un aumento dei rendimenti di oltre il 100% da inizio anno. Anche lo spread fra i due titoli si riduce passando da 196,40 a 175,40.

Sostanzialmente cristallizzati i rendimenti dei decennali francesi e britannici mentre il bond nordamericano a dieci anni a fine settimana rende il 2,35%, riportandosi verso la redditività di inizio anno e una neutralità di attese per le future decisioni della Fed.


IL MERCATO VALUTARIO

E’ proseguito anche la scorsa settimana il rafforzamento dell’euro che ora su dollaro vale oltre il 4,5% da inizio anno e il 4% sulla valuta cinese. Rapporti di cambio sostanzialmente invariati permangono fra euro e sterlina inglese mentre in due sole settimane la moneta europea riesce a ribaltare il pesante (e negativo) gap creatosi da inizio anno fino alla metà di aprile attestandosi ora a +0,85% nei confronti dello yen (e pensare che eravamo a -7% al 14 di aprile!!!).


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