domenica 21 maggio 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 19/5/2017

ESAURITO L’EFFETTO MACRON LE BORSE SI PRENDONO UNA PAUSA

Chiamarla pausa, a vedere i risultati della settimana, sembrerebbe eccessivo ma vanno considerati i temi forti dei giorni scorsi. In primo luogo il forte ribasso della borsa brasiliana
è figlio dello scandalo che ha travolto il presidente Temer sospingendo il listino carioca all’ingiù di oltre 8 punti percentuali. E’ una bella batosta, è vero, ma non arriva del tutto inaspettata dato che Temer era da tempo nell’occhio del ciclone mentre il listino continuava a salire imperterrito. Come sempre, quando l’atteggiamento speculativo è molto forte, le notizie negative producono simili effetti. Ciò che aggrava questa correzione è anche la concomitante fuga dalla valuta brasiliana che da febbraio lascia sul campo l’11% del suo valore con una punta in settimana del -15%. Tutto ciò non dovrebbe costituire motivo di gravi preoccupazioni per gli eventuali riflessi sui mercati internazionali ma costituisce motivo di preoccupazione per coloro che nei mesi scorsi  avevano sovrappesato gli asset di quel paese. 

I temi sul tappeto che verranno (in parte) chiariti nei prossimi giorni sono quelli legati alla politica estera degli USA e alla possibile esposizione del presidente Trump a una richiesta di impeachment che, allo stato attuale, lascia il tempo che trova trattandosi di un evento effettivamente improbabile nel breve termine.

Detto ciò, non volendo entrare maggiormente nel dettaglio di considerazioni puramente politiche, torniamo alla disamina dei mercati evidenziando che la settimana si conclude con solamente quattro indici in positivo, quelli cinesi unitamente a India e Gran Bretagna. In Europa (includendo anche Svizzera e Russia) tutti gli indici marcano una settimana in negativo con perdite al di sopra dell’1% fatta eccezione per l’Italia che chiude appena sotto la parità.

Stati Uniti, Giappone e l’indice mondiale Msci non sono da meno, con perdite che vanno dal -0,18% del Nasdaq al -1,66% della borsa di Tokyo.

Nonostante le difficoltà emerse nel corso della settimana va sottolineato il fatto che in questo breve lasso di tempo ben cinque indici hanno superato i loro precedenti massimi; si tratta delle borse di Francoforte e Londra - in Europa - di quella indiana, del Nasdaq e dell’indice mondiale Msci.

Da inizio anno il quadro di riferimento si mantiene sostanzialmente soddisfacente nonostante il forte ripiegamento della borsa brasiliana. Ben cinque indici conservano performance a due cifre (India e Hong Kong in testa), altri tre mercati si mantengono appena al di sotto del 10% (tutti europei), fra il 4 e il 6,5% troviamo altri quattro indici e a chiudere sopra la base di inizio anno resta il Giappone a +2,30% contraddistinto da molta volatilità negli ultimi due mesi. In negativo restano la borsa di Shangai, a -0,42%, e quella di Mosca a -5,60%.

Le prossime settimane chiariranno se siamo in presenza di temporanee prese di beneficio o se il quadro di riferimento stia accumulando incertezza e si possa trasformare in una vera e propria correzione.



LA SETTIMANA DELL’ OBBLIGAZIONARIO

Come per la settimana precedente anche quella appena trascorsa vede un ulteriore flusso di acquisti di bond il cui effetto è quello di abbassare ulteriormente i rendimenti, fatto esteso in settimana anche al btp italiano. Particolarmente basso il rendimento del decennale Usa che in chiusura di settimana marca un rendimento del 2,25%, appena sopra il minimo annuale; il corrispondente titolo britannico si porta a quasi il 20% in meno di rendimento rispetto a inizio anno ed anch’esso a soli 6 centesimi sopra il minimo del 2017.  I titoli decennali di Italia, Francia e Germania, pur incorporando rendimenti superiori a quelli di inizio anno si mantengono decisamente al di sotto dei massimi che furono toccati nei mesi di febbraio-marzo.

Il prossimo mese sapremo se questi asset resteranno sostanzialmente stabili o se inizieranno movimenti di assestamento sulla scorta delle decisioni della Bce che in questi giorni sembrano portare a un avvio, seppur molto blando, di un graduale allentamento delle manovre di facilitazione monetaria. Al momento sono solo  Illazioni che non trovano riscontro nell’andamento dei mercati.


L’EURO CONTINUA IL SUO RAFFORZAMENTO

Del crollo del real brasiliano abbiamo già detto e dunque agganciamoci all’unico tema che domina il nostro paniere di riferimento: euro, euro e ancora euro.


In settimana si è rafforzata le forza dell’euro a cui resiste solo la sterlina inglese, sostanzialmente bloccata sui valori di inizio anno.  Di questo rafforzamento ne fa le spese soprattutto il dollaro americano che lascia sul campo oltre il 6,5% da inizio anno. Debole anche la valuta cinese che dal 1 gennaio perde nei confronti della valuta comunitaria oltre il 5,50%. Un discorso a parte va fatto per lo yen giapponese, che perde l’1,50% da gennaio ma che, dopo un sensibile rafforzamento sia sul dollaro che sull’euro durato sino alla metà di aprile, in un solo mese si è indebolito del 6.50% nei confronti della valuta europea.

Buone notizie dunque sul fronte delle importazioni e per coloro che stanno programmando le vacanze estive al di fuori dell’area comunitaria ma che costituiscono anche fonti di debolezza per le aziende esportatrici alla cui capacità di penetrazione sui mercati esteri è affidata la spinta necessaria per uscire definitivamente dalla crisi. Incrociamo le dita e speriamo che ciò accada presto, molto presto.



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