domenica 14 maggio 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 12/5/2017

MACRON TRIONFA MA I GIOCHI ERANO FATTI

Come spesso accade sui mercati azionari, la puntata effettuata sulla vittoria di Macron è risultata vincente e, dato che tale evento era già incorporato
nei prezzi formatisi successivamente alla prima tornata elettorale, la sua conferma all’Eliseo, non aggiungendo alcunché alla situazione, ha determinato una situazione di stallo sui mercati europei, ora attendisti in attesa di nuovi sviluppi.

Francia ed Eurostoxx 50 chiudono la settimana in negativo, di poco sopra quella precedente la borsa di Francoforte e anche Milano tira il freno a mano fermandosi a un modesto +0,43%. L’attenzione degli operatori si è temporaneamente spostata altrove. La borsa brasiliana è stata oggetto di attenzioni e chiude la settimana a +3,82% proseguendo nel suo trend rialzista iniziato a gennaio 2016 che la sta portando a  ridosso dei massimi storici. Buone performance anche per le borse di Tokyo, Londra e Hong Kong, intorno e oltre i 2 punti percentuali di rialzo. India, Russia e Svizzera in buon progresso (oltre il punto percentuale tutte e tre) mentre si conferma la sostanziale apatia che ha colpito il mercato azionario statunitense che resta incollato intorno ai suoi massimi senza prendere una precisa direzione.

Anche in settimana si è registrato il superamento dei massimi storici di ben cinque indici (Francoforte, Londra, Mumbay, il Nasdaq e l’indice Msci World). La corsa al rialzo iniziata nel marzo 2009 (si tratta di un trend di durata perlomeno inusuale) è forse giunta alla sua conclusione o forse c’è bisogno di nuovi temi per spingersi oltre. Le prossime settimane avremo con tutta probabilità le risposte che attendiamo.

Da inizio anno, come avevamo già sottolineato la settimana scorsa, i mercati hanno sino ad ora corrisposto agli investitori delle performance assolutamente ripaganti e al di sopra delle aspettative di inizio anno. Ora siamo a ben nove indici del nostro paniere (su quindici) con performance a due cifre, altri due a ridosso del 7%, due attorno al 4% e solamente due indici sotto la base di partenza, e più precisamente la Cina e la Russia. Sulla prima restano le perplessità di un mercato che non riesce ancora a riconvertirsi adeguatamente verso una maggiore incidenza dei consumi interni mentre la borsa russa resta avvinghiata, nel bene e nel male, al mercato degli idrocarburi di cui è abbondantemente fornitrice ma i cui prezzi sono schiacciati dalle tecnologie estrattive nordamericane.

Di seguito il grafico dei mercati da inizio anno.

LA SETTIMANA DELL’ OBBLIGAZIONARIO

Poche le novità della settimana che vede un sostanziale mantenimento delle quotazioni rispetto alla settimana precedente. L’unica nota da segnalare è quella del rialzo dei tassi del btp decennale (dal 2,17 al 2,26%) a cui corrisponde l’impennata dello spread sul bund tedesco che chiude a 185,40, esattamente 10 punti in più della settimana precedente.


IL MERCATO VALUTARIO



Rallenta, in settimana, la forza relativa dell’euro anche se in misura piuttosto marginale. Resta il fatto che da inizio anno la valuta comunitaria si è rafforzata di quasi 4 punti percentuali sul dollaro e di tre sullo yuan cinese rendendo meno favorevoli i flussi di esportazione verso queste due importanti aree geografiche. 

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