domenica 11 dicembre 2016

MERCATI AZIONARI MONDIALI: OSSERVATORIO DEL 9/12/2016


NO 60% , SI 40%. UNA VITTORIA SCHIACCIANTE.

Avevamo detto la scorsa settimana che i mercati sembravano avere già metabolizzato l’esito del voto referendario conclusosi con una schiacciante vittoria
del fronte del no; no a Renzi più che alla riforma, sia beninteso, e infatti per tutta la settimana la borsa italiana, pur con il boccone avvelenato del Monte Paschi conficcato in gola, ha confermato tutto ciò con un balzo in avanti del 7,06%.  
Ma l’esito del delicato nodo politico italiano ha tranquillizzato anche le altre borse continentali, piuttosto euforiche, con un filotto positivo che le ingloba tutte a partire dalla meno brillante, quella londinese, che chiude la settimana a +3,32% fino alla più effervescente, quella di Francoforte, che registra un +6,57%.

La positività della settimana non è esclusivo appannaggio delle borse europee ma – a parte la borsa di Shangai solo marginalmente negativa (-0,34%) – tutti mercati del nostro osservatorio marcano segni positivi; particolarmente brillante il risultato della borsa moscovita che chiude con un +5,71% a ulteriore conferma della positività degli accordi sottoscritti fra paesi produttori di petrolio. I rimanenti mercati hanno performance racchiuse fra il modesto 0,31% del Brasile e il 3,59% del Nasdaq.
Con queste performance muta anche il numero dei mercati in negativo da inizio anno, ora solamente 5, ossia 1/3 del nostro paniere. Se la domanda di equity proseguirà sino alla fine del mese – anche su ritmi più contenuti – potremmo avere la bella sorpresa di vederli ulteriormente ridotti; la borsa di Tokyo e l’indice Eurostoxx 50 sono oramai prossimi alla parità per cui l’obiettivo è ragionevolmente conseguibile.    
Ora l’attenzione si sposta sulle decisioni della Federal Reserve; le attese sono da tempo per un modestissimo rialzo dei tassi ma staremo a vedere. Ormai a fare previsioni si rischia solo di fare brutta figura. Per la cronaca va però sottolineato che il rapporto fra Euro e Dollaro Usa è a 1,056 il che potrebbe già confermare nei fatti  l’atteso rialzo.

LO SCENARIO POLITICO.

Sempre la scorsa settimana avevamo ipotizzato alcuni possibili scenari. In effetti, neanche a farlo apposta, nessuno di questi si sta verificando, almeno così come l’avevamo descritto, però … una delle ipotesi formulate in caso di vittoria del no era quella delle dimissioni di Renzi (effettivamente avvenuta) a cui avrebbe potuto fare seguito una riconferma del premier alla guida di una maggioranza allargata. Non è stato proprio così ma l’incarico a Gentiloni sostanzialmente ricalca questo schema con l’ovvia assenza del vecchio premier e la sostituzione di qualche pedina.
Sul tavolo del nuovo potenziale Presidente del Consiglio, oltre ai ben noti e numerosi grattacapi (leggasi maggioranze da ricercare, legge elettorale, ecc.) resta la patata bollente del caso Monte dei Paschi sul quale si prospetta sempre più necessario un intervento pubblico, ossia una soluzione il cui costo ricadrebbe sulle spalle dei contribuenti che, per l’ennesima volta, si troverebbero a dover pagare un costo salato ed indigesto proprio per la natura del soggetto in difficoltà, una banca, sempre più in testa alle classifiche delle antipatie popolari.
Ebbene, l’euforia iniziale l’abbiamo verificata, ma ora speriamo che, tra crisi politica e crisi bancaria, non stia per abbattersi l’ennesima tempesta sul nostro paese. Natale è vicino, speriamo che tutte le parti in causa si adoperino affinché lo si possa trascorrere serenamente.

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