In
un bellissimo articolo sul Sole24Ore di mercoledì 16 novembre, Gianni Toniolo
torna su un tema di cui è esperto, i rapporti tra la globalizzazione e l’innovazione
tecnologica.
Come Toniolo ricorda, in
molti commenti relativi allo scenario che ha portato all’elezione di Trump, si
imputa alla globalizzazione e alla conseguente disoccupazione delle classi
medie statunitensi la spinta all’adesione alla promessa di Trump consistente
nel "fare di nuovo l’America grande". A ben vedere, tuttavia, è stata
soprattutto l’innovazione tecnologica a far sparire posti di lavoro e a
spiazzare larghi settori della classe media dei paesi industriali.
La figura indica un elenco delle principali attività
che si sono ridotte e stanno progressivamente sparendo: lavori esecutivi da
ufficio, cuochi, postini, segretarie, contadini, e così via. Fonte: Bloomberg
modificata.
E la sparizione dei posti
di lavoro crea molta frustrazione, facilmente comprensibile.
Livelli d’inattività,
immigrati, condizioni di vita, e scenari culturali: un capitale umano povero è
debole sul mercato del lavoro e induce a credere che la colpa sia della
globalizzazione e non dell’effetto spiazzante dell’innovazione tecnologica.
Ecco che sorge quella che è stata chiamata una "politica della
rabbia".
A proposito di “punti di svolta” si noti che il 2016 è stato un anno cruciale negli Stati Uniti: l’aspettativa di vita, per la prima volta dal dopoguerra, da quando cioè viene misurata, si sta accorciando invece di allungarsi.
A proposito di “punti di svolta” si noti che il 2016 è stato un anno cruciale negli Stati Uniti: l’aspettativa di vita, per la prima volta dal dopoguerra, da quando cioè viene misurata, si sta accorciando invece di allungarsi.
Larghe fasce di disagio conducono a condizioni di vita
complessive che non migliorano, anzi peggiorano al punto che per la prima volta
da decenni siamo a un punto di svolta: l’aspettativa di vita in Usa cala.
Fonte: Bloomberg e Economist modificata.
E, ancora una volta, come
nel caso della felicità, anche nel caso dell’infelicità non è il valore
assoluto, ma il confronto con gli altri che conta. In altre parole la
disuguaglianza innesca l’invidia sociale, anche se “obiettivamente” in termini
assoluti si sta meglio. In altre parole, dal 2102, è aumentato molto lo
stipendio medio, ma sono anche molto aumentate le differenze tra settori ricchi
e poveri di capitale umano.
Non calano gli stipendi in valore assoluto né a prezzi
relativi, come spesso si sente dire. Gli stipendi aumentano, come mostra la
figura, ma aumenta anche la varianza tra remunerazioni. Fonte: Bloomberg
modificata.
Le retribuzioni sono aumentate nel settore manifatturiero
e delle costruzioni dal 2012 negli USA. Fonte: Bloomberg modificata.
Le differenze relative si vedono anche nei prezzi delle case: quelle dei ricchi aumentano molto più di prezzo di quelle dei poveri e questa differenza sta crescendo negli ultimi anni sempre di più (1990 -2007 vs. 2012-2016).
Relazione tra i prezzi delle case (asse
verticale) e i cambiamenti percentuali dell’occupazione negli Stati
Uniti. Fonte: Economist modificata.
Un altro cambiamento
rilevante è l’atteggiamento nei confronti del lavoro degli immigrati e del
libero commercio.
Coloro che non hanno speranze nel futuro hanno forti
atteggiamenti negativi nei confronti dell’immigrazione e del libero commercio.
Fonte: Economist modificata.
Questo complesso di dati mostra che siamo di fronte a un nuovo scenario. Tale scenario è sempre più caratterizzato da quella che possiamo chiamare "ansietà economica". Dato che la scissione tra paure soggettive e pericoli oggettivi è sempre più accentuata, il ruolo del consulente diviene sempre più rilevante. Solo la fiducia nel consulente può contrastare un’emozione diffusa come la "ansietà economica". In assenza di un consulente si può instaurare il frequente comportamento consistente nel tenere i nostri risparmi liquidi o investiti a breve "pur di non perdere". I dati recenti della Banca d’Italia ed il sondaggio Consob mostrano che questo rischio è reale e diffuso. La paura e l’ansietà creano un circolo vizioso che si auto-alimenta, un circolo tale per cui si investe a breve e si sta liquidi perché "non si sa mai".
La figura
mostra l’incremento dell’ansietà sotto forma della percentuale di persone che
non sono d’accordo con l’affermazione “il tenore di vita migliorerà”. Fonte:
Bloomberg modificata.
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