E’ trascorso solo un mese dal voto referendario britannico che aveva
gettato nel panico i mercati azionari di tutto il mondo ma, a guardare il
grafico, sembra che tutte le apprensioni non solo siano svanite ma abbiano lasciato
campo libero a una certa euforia.
A quattro settimane da allora
ci ritroviamo con la borsa giapponese e
quella brasiliana con una crescita sorprendentemente a due cifre, con la Gran
Bretagna a tirare la volata dei mercati occidentali con un bel +9.64% e con i
mercati europei racchiusi in un range tra il 5,78% della Svizzera e il 6,68%
della Germania.
In Cina le borse di Shangai e di Hong Kong si muovono nella medesima direzione, seppur
con velocità diseguali, e al di là dell’Atlantico S&P e Nasdaq in quattro
settimane crescono rispettivamente del 6,75% e dell’8,33%.
La settimana scorsa affermammo che qualcosa stonava ma, evidentemente, i
mercati non valutano allo stesso modo quelle che a noi appaiono come delle
buone ragioni per sospettare di un’euforia fuori misura date le notizie poco
rassicuranti che stanno affiorando da più parti.
Eppure, oltre alle questioni economiche sottolineate la scorsa settimana,
altre vicende avrebbero dovuto estendere un’ombra di minore confidenza verso il
mondo della finanza. Dal golpe (mancato) di venerdì notte in Turchia - con le
preoccupanti prese di posizione di Erdogan - ai due atti terroristici in
Germania che hanno scaraventato la locomotiva d’Europa sul luttuoso
palcoscenico del terrorismo.
In altre epoche, non certo lontane, avremmo assistito a prese di
beneficio e a scene di panico ma una, tanto serafica quanto inaspettata,
serenità si è impadronita degli operatori finanziari o almeno di una buona
parte di essi.
Siamo ormai alla vigilia delle vacanze, parte degli operatori
abbandoneranno le loro postazioni per ben più ameni ambienti, i flussi in
acquisito tenderanno come al solito a ridursi, i piccoli risparmiatori a loro
volta manderanno in letargo la ricerca di rendimenti per lasciarsi cullare da
rinfrescanti onde marine o si abbandoneranno stendendosi su riposanti prati
alpini.
Occasione ghiotta, per gli speculatori al ribasso, portare un attacco a
quotazioni azionarie tanto elevate e farsi un bel carico di plusvalenze. Se
dovessimo ragionare in termini di corsi e ricorsi storici qualche
preoccupazione per agosto la metteremmo in dovuta considerazione.
Ma con il filotto di previsioni errate di questi mesi chi se la
sentirebbe di giocarsi la camicia con animo sereno? Ormai non si può più
azzardare di scommettere avendo una buona percentuale di potenziale successo a
proprio favore. Dunque stiamo ad osservare e tratteniamo il fiato, sperando di
tirare un bel respiro di sollievo fra un mese.
A proposito, ecco qui di seguito il consueto grafico con le performance
da inizio anno.
Buone vacanze a tutti. Riprenderemo i nostri commenti fra un mese.
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