Nel
campo del reddito fisso, grande porto tranquillo per chi ama la sicurezza, le
acque sembrano calme, calmissime. E tuttavia, lo sono veramente, o è la calma
che prelude alla tempesta, all’esplosione di una supernova?
Sembra, a prima vista, non
esserci più che ben poca scelta
, almeno nell’ambito dei decennali europei “sicuri”, quelli che oramai non rendono quasi più nulla anche su un arco di tempo di due lustri.
, almeno nell’ambito dei decennali europei “sicuri”, quelli che oramai non rendono quasi più nulla anche su un arco di tempo di due lustri.
Livelli dei decennali governativi europei a fine
giugno 2016. Fonte: Bloomberg modificata.
Persino i paesi un tempo
considerati più rischiosi, quelli che hanno conosciuto le famigerate crisi
degli spread come l’Italia e la Spagna, hanno oggi tassi che sono a meno di un
terzo di quelli di crisi non così lontane, quelle che in Italia hanno avuto
ripercussioni politiche. Chi le ricorda preferisce i titoli tedeschi a tassi
nulli, una scelta che è apparentemente un mistero se non ci si ricordasse il
passato “pauroso”.
Livello dei tassi dei governativi decennali a fine
giugno 2016. Fonte: Economist modificata.
Ecco: una persona s’impegna
per dieci anni a prestare i suoi soldi a uno Stato “sicuro” e non ottiene nulla
in cambio se non la sicurezza del deposito. Qualcosa riesce a ottenere per la
verità, ma solo se va nel paese considerato “politicamente” più sicuro a
livello globale, gli USA (sebbene gli USA abbiano un debito, tutto sommato,
meno sicuro di quello tedesco, in quanto di maggiore entità, pur considerando la
grandezza del paese). Eppure, forse a sua insaputa, il risparmiatore, memore
delle crisi del passato, corre un rischio a impegnare i quattrini per un
decennio. Il titolo della figura qui riportata è significativo: “Campioni del
Limbo”. La parola limbo, in inglese, non vuole solo dire “sospeso nel limbo”,
nel senso religioso del termine (i bambini non battezzati andrebbero nel
limbo). Ma vuol dire anche: incertezza, insicurezza, prigione. Una prigione:
una prigione di tassi bassi in cui si è incarcerati per un decennio. Se,
infatti, tra due o tre anni, si avverasse quella che è la previsione più
pessimistica da parte di ciascun membro della Fed, avremo i tassi intorno al
3%. Nella figura qui riportata, i vari puntini celesti corrispondono alle
previsioni dei diversi membri della Federal Reserve. Tali previsioni oscillano,
dopo il 2018, tra il 3% e il 4%, con una prevalenza già nel 2018 di valutazioni
intorno al 3% o superiori al 3%.
I punti indicano la previsione sui tassi di ciascun
membro della Federal Reserve all’inizio del 2016. Fonte: Bloomberg
modificata.
La previsione di rialzi dei
tassi fatta a inizio anno, giunti ormai a fine giugno 2016, si è già rivelata
eccessiva in quanto in giugno i più stimano che nel 2016 ci saranno al massimo
due rialzi, e più probabilmente uno, e non quattro come previsto inizialmente
(cfr. figura sulle previsioni di sei membri della Fed in marzo e poi in
giugno). Le previsioni sono più disperse per il 2017 e il 2018, in funzione
delle stime di ripresa economica più o meno accentuata. Sul lungo termine
tendono invece a essere più compatte, e sopra il 3% (la compattezza sul lungo
termine fa pensare, perché più lungo è il termine, meno informazioni si hanno
sul futuro; ma è proprio questa non-presenza di informazioni utili che impedisce
interpretazioni diverse da parte dei diversi membri della Fed: di qui la
maggiore concentrazione dei pallini).
Le previsioni dei membri della Fed sono cambiate in
soli tre mesi, da marzo a giugno. Cambiano forse troppo spesso per impostare
valutazioni a lungo termine. Fonte: Bloomberg modificata.
E tuttavia, sui tempi
lunghi, oltre il 2018, le previsioni si collocano tutte al di sopra del 3%.
Ora, se voi aveste acquistato oggi un decennale
che rende l’1,5%, dovreste tenervelo fino al 2026, a meno di venderlo prima. Se
poi le nuove emissioni renderanno di sicuro più del 3%, il vostro decennale
sarà “spiazzato” per più di un lustro. Se a quel punto lo vendeste, lo dovreste
vendere in perdita rispetto al vostro prezzo d’acquisto. E’ probabile che
questo succederà anche a un BTP, che potrebbe inoltre soffrire dell’insicurezza
permanente attribuita allo Stato italiano che lo emette. Insomma gli spazi di
scelta per il reddito fisso che non sia a breve termine, si stanno riducendo,
anche se si volesse “approdare” verso i più insicuri “porti” italiani e
spagnoli. Qui un vento di crisi potrebbe più facilmente spingere al rialzo i
tassi.
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