Si
sono appena riuniti in Giappone i ministri dell’economia e i governatori
centrali.
Possiamo ricordare a questo
proposito il recente film “Le confessioni” del regista
Roberto Andò (aprile
2016). La storia si svolge in un albergo di lusso dove sta per riunirsi un G7
dei ministri dell'economia, pronto ad approvare una manovra segreta che avrà
conseguenze pesanti per molti paesi. È presente anche il direttore del FMI
(Fondo monetario internazionale), il francese Daniel Roché. Avviene però un
fatto tragico che costringe a interrompere le riunioni: Daniel Roché, dopo un
colloquio privato con il monaco certosino Salus (vedi foto), si suicida.
Temendo che il direttore del FMI abbia rivelato il segreto della loro riunione,
gli uomini di potere interrogano il religioso, che però difende il suo voto del
silenzio. Si scopre in realtà che Roché aveva il cancro, ma che, inoltre, era
tormentato dalle colpe. Il film allude alle divisioni profonde tra i paesi
circa l’atteggiamento da prendere nei confronti del debito che è, nel mondo, a
livelli mai raggiunti in precedenza.
Debito del Giappone (linea verde) e debiti, in ordine
discendente, di Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna e Germania (linea
bianca). Fonte: Bloomberg modificata.
La figura qui riportata ha
come titolo: “Il Giappone cumula debito mentre la Germania è a favore della
parsimonia e del risparmio”. Queste profonde differenze di valutazione creano
forti tensioni nel corso delle riunioni sia del G8, come quella in Giappone,
sia in seno alla comunità europea, dove la Germania deve venire a patti con
l’Italia, che ha cumulato un debito che sfiora ufficiosamente il 140% del PIL,
anche se quello ufficiale, per ragioni contabili, risulta un po’ più basso. Il
Giappone si deve confrontare solo con gli altri paesi, noi dobbiamo
confrontarci anche all’interno della nostra macro-area economica.
Nella figura sopra
riportata lo stock del debito italiano starebbe a metà strada tra quello del
Giappone e quello degli USA (ma per fortuna é un po’ più vicino a questo).
Deficit o surplus (nel caso della Germania) in
percentuale del PIL. Fonte: Bloomberg modificata.
L’Italia però, dato il suo
alto stock di debito, cumula ulteriore debito a un flusso più lento, circa tra
l’1% e il 2% del PIL, inferiore solo a quello della Germania. In conclusione il
Giappone non solo è il paese oggi più indebitato, ma è anche quello che
continua a incrementare il debito più degli altri, con un ritmo che è quasi il
5% del PIL.
Questo pone un problema
interessante dal punto di vista della nuova consulenza. Quando siete consulenti
di un cliente, siete anche un consulente dei suoi figli? Perché, ovviamente,
Giappone (e in parte anche Italia), e Germania all’opposto, hanno politiche
contrastanti nei confronti dei giovani e delle nuove generazioni. Hanno cioè
idee diverse sul loro futuro benessere: meglio crescita e debito oggi, oppure il
modello tedesco? Il Giappone cerca di favorire la crescita oggi, a scapito
delle future generazioni, mentre la Germania pensa non solo al presente, ma
anche a un futuro lontano. Oggi conviene indebitarsi perché i tassi sono molto
bassi a livello mondiale, eccezionalmente bassi come abbiamo visto nelle
lezioni precedenti. Ma se un giorno non fosse più così? Il fardello sarebbe
inferiore per paesi come la Germania, cioè il costo percentuale per onorare gli
interessi del debito pregresso, rispetto al PIL, sarebbe ridotta.
E’ difficile dare una
risposta univoca in termini di teoria economica. La teoria economica prevede la
massimizzazione del benessere degli individui. Ma di quali individui, quelli di
oggi o anche quelli di domani? Per rispondere a queste domande è bene
rintracciare le origini della teoria economica.
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