domenica 5 giugno 2016

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 178 – La consulenza e le prospettive temporali del cliente


Si sono appena riuniti in Giappone i ministri dell’economia e i governatori centrali. 

Possiamo ricordare a questo proposito il recente film “Le confessioni” del regista
Roberto Andò (aprile 2016). La storia si svolge in un albergo di lusso dove sta per riunirsi un G7 dei ministri dell'economia, pronto ad approvare una manovra segreta che avrà conseguenze pesanti per molti paesi. È presente anche il direttore del FMI (Fondo monetario internazionale), il francese Daniel Roché. Avviene però un fatto tragico che costringe a interrompere le riunioni: Daniel Roché, dopo un colloquio privato con il monaco certosino Salus (vedi foto), si suicida. Temendo che il direttore del FMI abbia rivelato il segreto della loro riunione, gli uomini di potere interrogano il religioso, che però difende il suo voto del silenzio. Si scopre in realtà che Roché aveva il cancro, ma che, inoltre, era tormentato dalle colpe. Il film allude alle divisioni profonde tra i paesi circa l’atteggiamento da prendere nei confronti del debito che è, nel mondo, a livelli mai raggiunti in precedenza.


Debito del Giappone (linea verde) e debiti, in ordine discendente, di Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna e Germania (linea bianca). Fonte: Bloomberg modificata.
La figura qui riportata ha come titolo: “Il Giappone cumula debito mentre la Germania è a favore della parsimonia e del risparmio”. Queste profonde differenze di valutazione creano forti tensioni nel corso delle riunioni sia del G8, come quella in Giappone, sia in seno alla comunità europea, dove la Germania deve venire a patti con l’Italia, che ha cumulato un debito che sfiora ufficiosamente il 140% del PIL, anche se quello ufficiale, per ragioni contabili, risulta un po’ più basso. Il Giappone si deve confrontare solo con gli altri paesi, noi dobbiamo confrontarci anche all’interno della nostra macro-area economica.
Nella figura sopra riportata lo stock del debito italiano starebbe a metà strada tra quello del Giappone e quello degli USA (ma per fortuna é un po’ più vicino a questo).


Deficit o surplus (nel caso della Germania) in percentuale del PIL. Fonte: Bloomberg modificata.

L’Italia però, dato il suo alto stock di debito, cumula ulteriore debito a un flusso più lento, circa tra l’1% e il 2% del PIL, inferiore solo a quello della Germania. In conclusione il Giappone non solo è il paese oggi più indebitato, ma è anche quello che continua a incrementare il debito più degli altri, con un ritmo che è quasi il 5% del PIL.
Questo pone un problema interessante dal punto di vista della nuova consulenza. Quando siete consulenti di un cliente, siete anche un consulente dei suoi figli? Perché, ovviamente, Giappone (e in parte anche Italia), e Germania all’opposto, hanno politiche contrastanti nei confronti dei giovani e delle nuove generazioni. Hanno cioè idee diverse sul loro futuro benessere: meglio crescita e debito oggi, oppure il modello tedesco? Il Giappone cerca di favorire la crescita oggi, a scapito delle future generazioni, mentre la Germania pensa non solo al presente, ma anche a un futuro lontano. Oggi conviene indebitarsi perché i tassi sono molto bassi a livello mondiale, eccezionalmente bassi come abbiamo visto nelle lezioni precedenti. Ma se un giorno non fosse più così? Il fardello sarebbe inferiore per paesi come la Germania, cioè il costo percentuale per onorare gli interessi del debito pregresso, rispetto al PIL, sarebbe ridotta.
E’ difficile dare una risposta univoca in termini di teoria economica. La teoria economica prevede la massimizzazione del benessere degli individui. Ma di quali individui, quelli di oggi o anche quelli di domani? Per rispondere a queste domande è bene rintracciare le origini della teoria economica.

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