In queste prime due settimane di febbraio il movimento
ribassista ha subito una profonda accelerazione, spingendo le principali borse
mondiali su delicati supporti, la cui solidità andremo a verificare nei
prossimi giorni, baluardo assolutamente indispensabile per la tenuta dei
mercati.
Va sottolineato che
l’unico mercato in controtendenza
(+0,73% rispetto alla precedente osservazione di fine gennaio) è quello cinese
che, come ben sappiamo, ha tenuto i battenti chiusi per parecchi giorni a causa delle festività locali.
I mercati più penalizzati sono stati quello giapponese
e quello italiano, con un peggioramento rispettivamente del 13,5 e del 10%
rispetto a fine gennaio. Seguono quello francese con un ulteriore -9,10% che lo
riavvicina agli altri mercati europei dopo la sostanziale tenuta di gennaio e a
ruota troviamo l’Eurostoxx 50 che è stato sospinto all’ingiù di un ulteriore
-8,78%.
La partenza dell’anno è stata deprimente e molti
risparmiatori avevano intravisto delle succulente opportunità di ingresso (è
ciò che risulta dal mio parziale e modesto osservatorio) ma per fortuna i loro
consulenti hanno agito con buon senso tamponando questa corsa all’assunzione di
rischi ulteriori in una situazione piuttosto torbida e intricata.
Rimango dell’avviso che sia
fondamentale una revisione delle politiche di investimento dei risparmiatori focalizzata
sui loro obiettivi finanziari piuttosto che sulla ricerca del rendimento a
tutti i costi.
Questo non significa che si debba rinunciare a delle buone
occasioni di acquisto ma che la volatilità di questi mesi potrebbe
caratterizzare i mercati per lungo tempo incidendo sulle performance di breve e
inducendo a madornali errori comportamentali.
La frattura con il passato, in
termini di approccio agli investimenti, si fa sempre più profonda e il
controllo del rischio, unitamente ad un’ampia e razionale diversificazione,
restano per ora le sole armi per la difesa del proprio patrimonio.
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