domenica 14 febbraio 2016

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 160 – Nuovi scenari e nuove strategie di relazione con i clienti


Abbiamo finito la lezione precedente illustrando in dettaglio la radicale novità degli attuali scenari dovuta, essenzialmente e principalmente, a tre fattori
  1. tassi a zero,
  2. asset class “care” su base storica,
  3. strategie tradizionali “italiche” deludenti (immobiliare e titoli di stato).


Oltre a questi fattori centrali, ci sono anche
dei corollari, cioè dei fattori al contorno che contribuiscono alla novità dello scenario, pur non essendo eccezionali su base storica. In effetti, se consideriamo periodi molto lunghi, possiamo ritrovare prezzi bassi delle materie prime come il minerale di ferro e il petrolio.  E tuttavia, sulla base della distinzione tra ritorni verso la media di natura statistica (e cioè su tempi molto lunghi) e memorie dei risparmiatori possiamo considerare anche tali scenari come quasi-eccezionali. Il primo è costituito dall’attuale prezzo del petrolio, che sembra resterà basso a lungo.


La figura mostra l’andamento del prezzo del petrolio negli ultimi anni fino ai minimi attuali. Fonte: Bloomberg modificata.

Anche un'altra materia prima importante tra quelle provenienti dal sottosuolo, il minerale di ferro, è a livelli storici molto bassi. 

Questa figura mostra l’attuale prezzo del minerale di ferro, che si avvicina a livelli “fantastici”. Fonte: Bloomberg modificata.
Di fronte a tutte queste novità ecco l’imperativo categorico già ricordato: fuori dagli schemi vecchi e guardare al nuovo!

Più specificatamente, di fronte a questo stato di cose, risulta opportuno adottare strumenti nuovi. Questo è dimostrato dalla figura che mostra come i fondi long-short siano di questi tempi più efficienti degli indici corrispondenti, come ad esempio il classico S&P500.

La figura mostra che l’indice del Credito Svizzero Long/Short sui titoli azionari è risultato, a partire da luglio 2015, molto più stabile e soddisfacente dell’indice S&P 500 che ha subito una forte correzione ad agosto. Fonte: Bloomberg modificata.
Per capire come mai questi strumenti possano battere gli indici e, inoltre, presentare minore volatilità, dobbiamo avere un’idea dell’estrema variabilità dei mercati, quella variabilità che un uso sapiente dei long-short può sfruttare. Consideriamo, per esempio, il ranking, anno dopo anno, delle 20 società più grandi al mondo, utilizzando come criterio la loro capitalizzazione di borsa, dal 2005 al 2015. Basta esaminare l’alternarsi dei colori, corrispondenti a società diverse, nella figura qui riportata, per rendersi conto dell’instabilità di tale graduatoria e quindi delle opportunità di battere gli indici con strategie non passive.

Basta esaminare in questa figura l’alternarsi dei colori, corrispondenti a società diverse, per rendersi conto dell’instabilità di tale graduatoria e quindi delle opportunità di battere gli indici con strategie non passive. Fonte: Bloomberg modificata.
E tuttavia, ricorrere a questi nuovi strumenti long-short richiede un radicale cambiamento di mentalità da parte del cliente finale.
Il “cliente tipo” era per lo più abituato a ragionare sui suoi risparmi con una prospettiva di tempi brevi o, all’opposto, di tempi pressoché infiniti. Infatti:
a) l’immobiliare veniva valutato, se veniva valutato, su tempi lunghissimi;
b) per converso la parte del portafoglio mobiliare rispecchiava quegli aspetti psicologici che si presumeva fossero congruenti con le motivazioni che avevano spinto alle scelte per l’immobiliare, nel senso che si voleva vedere anche questa parte come sostanzialmente “priva di rischi”;
c) “privo di rischio” per l’investitore medio non concerne tanto la volatilità e neppure l’incremento a lungo termine, quanto il venire a conoscenza di rapide e temporanee perdite di valore del portafoglio;
d) la valutazione del portafoglio veniva dunque fatta a prezzi nominali in euro e con finestre temporali molto corte.
Questa mentalità diffusa è “all’origine” e quindi “spiega” l’attuale distribuzione complessiva dei risparmi degli italiani. Oggi sta diventando evidente anche all’investitore medio la scarsa efficienza dei modi di pensare che avevano condotto alle scelte prevalenti nei portafogli degli italiani. Purtroppo, avendo insistito in tali scelte per molti anni, se non per decenni, l’investitore medio è disorientato e spaesato. Come dargli un nuovo “orientamento”, una nuova “mentalità”, un nuovo “orizzonte”, come farlo passare dai tempi brevi a criteri di valutazione su intervalli medio-lunghi?
Per rispondere a tali quesiti, è opportuno separare la mentalità acquisita, che si può cambiare, dai modi di funzionare della mente umana, che sono molto più difficili da cambiare (a questo tema è dedicato il mio ultimo libro “La buona logica” scritto in collaborazione con Armando Massarenti).

Partiamo dall’analisi di questo secondo aspetto attingendo esempi dal mondo dello sport. 
Provate a domandare a uno sportivo statunitense di baseball o di basket di cercare prevedere se sarà un dato giocatore, e non altri, a fare il prossimo punto nella partita. Se chiedete allo sportivo che deve fare la previsione, che cosa preferisce conoscere delle diverse sequenze temporale di prestazioni del giocatore, quali credete che lui consideri il periodo più adatto per fare la sua previsione?
Immaginate che lo sportivo possa scegliere tra queste possibilità:
  • le prestazioni del giocatore negli ultimi dieci minuti
  • le prestazioni del giocatore nella ultima mezza ora
  • le prestazioni del giocatore nelle ultime settimane
  • le prestazioni del giocatore nell’ultimo mese
  • le prestazioni del giocatore nell’ ultima stagione

La maggior parte delle persone interpellate, sia esperte sia non esperte, propende per le opzioni a) e per b), tende cioè a privilegiare quello che è appena successo. Questo perché, per la mente umana, è preferibile attingere a quello che si ha in memoria, alle “informazioni fresche”. Di qui la teoria che i giocatori abbiano delle “sequenze di gioco propizie”, quelle che in inglese vanno sotto il nome di “hot hand”, mano calda, riferendosi al gioco del basket e alla “mano che fa il punto”.
Nel recente film “La grande scommessa” (originale: The big short, regista Adam McKay), il prof. Richard Thaler spiega questo meccanismo con una sequenza di mani vincenti a un tavolo da gioco, interpretate, anche in questo caso, come l’effetto di una “mano calda”.  Tutte le ricerche mostrano invece che il livello medio delle prestazioni descritto in d) e in e) è l’informazione più utile per predire la capacità di quello specifico giocatore, rispetto ad altri, di fare il prossimo punto (cfr. Tobias Moskowitz e Jon Werthem, Scorecasting. The hidden influences behind how sports are played and games are won, Crown Archetipe, New York 2011).  
Questo concentrare l’attenzione su quello che succede in quello specifico momento influenza anche la capacità di avere prospettive lunghe nel cercare di posticipare i desideri, nel rimandare le gratificazioni, in pratica nell’aspettarsi la crescita del portafoglio. E tuttavia, come ho argomentato più volte, a certe condizioni, può diventare piacevole “pregustare” un obiettivo (cfr., a questo riguardo, il mio Frugalità, Mulino, 2014).
Questa premessa ci permette di avanzare dei suggerimenti pratici circa le tecniche e le strategie che un consulente deve impiegare con il suo cliente di fronte a questi nuovi scenari allo scopo di cambiare con tatto la sua “mentalità”. Dedicheremo la prossima lezione a questi suggerimenti pratici.



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