Abbiamo
finito la lezione precedente illustrando in dettaglio la radicale novità degli
attuali scenari dovuta, essenzialmente e principalmente, a tre fattori
- tassi a zero,
- asset class “care” su base storica,
- strategie tradizionali “italiche” deludenti (immobiliare e titoli di stato).
Oltre a questi fattori
centrali, ci sono anche
dei corollari, cioè dei fattori al contorno che
contribuiscono alla novità dello scenario, pur non essendo eccezionali su base
storica. In effetti, se consideriamo periodi molto lunghi, possiamo ritrovare
prezzi bassi delle materie prime come il minerale di ferro e il petrolio.
E tuttavia, sulla base della distinzione tra ritorni verso la media di
natura statistica (e cioè su tempi molto lunghi) e memorie dei risparmiatori
possiamo considerare anche tali scenari come quasi-eccezionali. Il primo è
costituito dall’attuale prezzo del petrolio, che sembra resterà basso a lungo.
La figura mostra l’andamento del
prezzo del petrolio negli ultimi anni fino ai minimi attuali. Fonte: Bloomberg modificata.
Anche un'altra materia
prima importante tra quelle provenienti dal sottosuolo, il minerale di ferro, è
a livelli storici molto bassi.
Questa figura mostra l’attuale prezzo
del minerale di ferro, che si avvicina a livelli “fantastici”. Fonte: Bloomberg modificata.
Di fronte a tutte queste
novità ecco l’imperativo categorico già ricordato: fuori dagli schemi vecchi e
guardare al nuovo!
Più specificatamente, di
fronte a questo stato di cose, risulta opportuno adottare strumenti nuovi.
Questo è dimostrato dalla figura che mostra come i fondi long-short siano di
questi tempi più efficienti degli indici corrispondenti, come ad esempio il
classico S&P500.
La figura mostra che l’indice del
Credito Svizzero Long/Short sui titoli azionari è risultato, a partire da
luglio 2015, molto più stabile e soddisfacente dell’indice S&P 500 che ha
subito una forte correzione ad agosto. Fonte: Bloomberg modificata.
Per capire come mai questi
strumenti possano battere gli indici e, inoltre, presentare minore volatilità,
dobbiamo avere un’idea dell’estrema variabilità dei mercati, quella variabilità
che un uso sapiente dei long-short può sfruttare. Consideriamo, per esempio, il
ranking, anno dopo anno, delle 20 società più grandi al mondo, utilizzando come
criterio la loro capitalizzazione di borsa, dal 2005 al 2015. Basta esaminare
l’alternarsi dei colori, corrispondenti a società diverse, nella figura qui
riportata, per rendersi conto dell’instabilità di tale graduatoria e quindi
delle opportunità di battere gli indici con strategie non passive.
Basta esaminare in questa figura
l’alternarsi dei colori, corrispondenti a società diverse, per rendersi conto
dell’instabilità di tale graduatoria e quindi delle opportunità di battere gli
indici con strategie non passive. Fonte: Bloomberg modificata.
E tuttavia, ricorrere a
questi nuovi strumenti long-short richiede un radicale cambiamento di mentalità
da parte del cliente finale.
Il “cliente tipo” era per
lo più abituato a ragionare sui suoi risparmi con una prospettiva di tempi
brevi o, all’opposto, di tempi pressoché infiniti. Infatti:
a) l’immobiliare veniva
valutato, se veniva valutato, su tempi lunghissimi;
b) per converso la parte
del portafoglio mobiliare rispecchiava quegli aspetti psicologici che si
presumeva fossero congruenti con le motivazioni che avevano spinto alle scelte
per l’immobiliare, nel senso che si voleva vedere anche questa parte come
sostanzialmente “priva di rischi”;
c) “privo di rischio” per
l’investitore medio non concerne tanto la volatilità e neppure l’incremento a
lungo termine, quanto il venire a conoscenza di rapide e temporanee perdite di
valore del portafoglio;
d) la valutazione del
portafoglio veniva dunque fatta a prezzi nominali in euro e con finestre
temporali molto corte.
Questa mentalità diffusa è
“all’origine” e quindi “spiega” l’attuale distribuzione complessiva dei
risparmi degli italiani. Oggi sta diventando evidente anche all’investitore
medio la scarsa efficienza dei modi di pensare che avevano condotto alle scelte
prevalenti nei portafogli degli italiani. Purtroppo, avendo insistito in tali
scelte per molti anni, se non per decenni, l’investitore medio è disorientato e
spaesato. Come dargli un nuovo “orientamento”, una nuova “mentalità”, un nuovo
“orizzonte”, come farlo passare dai tempi brevi a criteri di valutazione su
intervalli medio-lunghi?
Per
rispondere a tali quesiti, è opportuno separare la mentalità acquisita, che si
può cambiare, dai modi di funzionare della mente umana, che sono molto più
difficili da cambiare (a questo tema è dedicato il mio ultimo libro “La buona logica” scritto in
collaborazione con Armando Massarenti).
Partiamo
dall’analisi di questo secondo aspetto attingendo esempi dal mondo dello sport.
Provate a domandare a uno
sportivo statunitense di baseball o di basket di cercare prevedere se sarà un
dato giocatore, e non altri, a fare il prossimo punto nella partita. Se
chiedete allo sportivo che deve fare la previsione, che cosa preferisce
conoscere delle diverse sequenze temporale di prestazioni del giocatore, quali
credete che lui consideri il periodo più adatto per fare la sua previsione?
Immaginate che lo sportivo possa scegliere tra queste possibilità:
Immaginate che lo sportivo possa scegliere tra queste possibilità:
- le prestazioni del giocatore negli ultimi dieci minuti
- le prestazioni del giocatore nella ultima mezza ora
- le prestazioni del giocatore nelle ultime settimane
- le prestazioni del giocatore nell’ultimo mese
- le prestazioni del giocatore nell’ ultima stagione
La maggior parte delle
persone interpellate, sia esperte sia non esperte, propende per le opzioni a) e
per b), tende cioè a privilegiare quello che è appena successo. Questo perché,
per la mente umana, è preferibile attingere a quello che si ha in memoria, alle
“informazioni fresche”. Di qui la teoria che i giocatori abbiano delle
“sequenze di gioco propizie”, quelle che in inglese vanno sotto il nome di “hot
hand”, mano calda, riferendosi al gioco del basket e alla “mano che fa il punto”.
Nel recente film “La grande scommessa” (originale: The big short, regista Adam McKay), il
prof. Richard Thaler spiega questo meccanismo con una sequenza di mani vincenti
a un tavolo da gioco, interpretate, anche in questo caso, come l’effetto di una
“mano calda”. Tutte le ricerche mostrano invece che il livello medio
delle prestazioni descritto in d) e in e) è l’informazione più utile per
predire la capacità di quello specifico giocatore, rispetto ad altri, di fare
il prossimo punto (cfr. Tobias Moskowitz e Jon Werthem, Scorecasting. The hidden influences
behind how sports are played and games are won, Crown Archetipe, New York
2011).
Questo concentrare
l’attenzione su quello che succede in quello specifico momento influenza anche
la capacità di avere prospettive lunghe nel cercare di posticipare i desideri,
nel rimandare le gratificazioni, in pratica nell’aspettarsi la crescita del
portafoglio. E tuttavia, come ho argomentato più volte, a certe condizioni, può
diventare piacevole “pregustare” un obiettivo (cfr., a questo riguardo, il mio Frugalità, Mulino, 2014).
Questa premessa ci permette
di avanzare dei suggerimenti pratici circa le tecniche e le strategie che un
consulente deve impiegare con il suo cliente di fronte a questi nuovi scenari
allo scopo di cambiare con tatto la sua “mentalità”. Dedicheremo la prossima
lezione a questi suggerimenti pratici.
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