domenica 15 ottobre 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 13/10/2017


RIALZISTI AD OLTRANZA

 
Il grafico è lì, in bella mostra, ed è inequivocabilmente chiaro; da inizio anno c’è una costante corsa all’acquisto di titoli azionari e le quotazioni salgono continuamente salvo qualche piccola pausa. Ci sono motivi di natura politica per essere prudenti, le valutazioni appaiono piuttosto elevate, la crescita è tutt’altro che arrembante ma nulla intimorisce gli investitori che continuano ad accumulare rischio.

Da inizio anno tutti gli indici azionari del nostro osservatorio sono in positivo; due di essi sono ormai a ridosso del +30%, altri due hanno superato la soglia del 20%, altri sette si trovano fra il +10 e il +20%, due ancora sono appena sotto il 10%. Ne restano due soli con guadagni relativamente bassi, Londra (+5,50%) e Russia che ha riagguantato dopo alcuni mesi il segno più.

Chi l’avrebbe mai detto, a marzo 2009, che di lì in avanti - grazie al potente carburante costituito dalle facilitazioni monetarie delle banche centrali - i mercati avrebbero sviluppato il terzo più lungo rialzo da un secolo a questa parte? Eppure così è stato e durerà ancora, a quanto pare, fino all’ovvio momento in cui tutto ciò finirà, i mercati si afflosceranno e col senno di poi ci si chiederà come si poteva essere stati così ciechi da non vedere anche le controindicazioni, sempre ovvie col senno di poi.
 
La prima quindicina di ottobre si è anch’essa chiusa col botto; vediamola nel grafico seguente:



Tutti gli indici in positivo tranne l’Italia, frenata dalle determinazioni della BCE relativamente ai non performing loads, ma anche questo ostacolo verrà ben presto superato. Se allarghiamo il frame temporale a un mese o a due mesi il risultato è altrettanto sorprendente: nessun indice in terreno negativo e addirittura una piazza come quella brasiliana che in due mesi cresce di oltre il 14% o, a un mese, quella giapponese di oltre il 6%.

Per la cronaca, solo nell’ultima settimana ben sei indici (il 40% del campione) ha infranto i massimi precedenti ed è probabilissimo che anche Londra superi questo traguardo nei prossimi giorni.

E’ come essere alla guida di un’auto sportiva e, dopo una serie di innumerevoli e pericolose curve, ci si ritrova in un invitante rettilineo, la strada nel contempo si fa più larga e le auto progressivamente si diradano. Il piede inizia a premere sull’acceleratore, dapprima lievemente ma la pressione a poco a poco cresce mentre l’ebbrezza della velocità prende il sopravvento sui timori di un possibile cambio delle condizioni di guida. Sui mercati sta accadendo lo stesso, i tassi restano bassi, l’inflazione non cresce, le facilitazioni monetarie continuano e tutto sembra filare piuttosto liscio. L’ebbrezza del guadagno supera, in tutti i mercati, il timore che improvvisamente mutino le condizioni o che improvvisamente un evento, magari esterno, scompigli l’attuale tranquillità.
 
La strada è attualmente invitante e dunque non roviniamo il piacere di questa guida eccitante suggerendo di rientrare in limiti di guida più consoni. A chi può far piacere sentirsi dire, in simili condizioni, dal passeggero di lato che potrebbe esserci un autovelox o che una buca potrebbe far perdere aderenza all’auto?
 



LA DEBOLEZZA DEL DOLLARO FRA I MOTIVI DELL’OTTIMISMO

In questa prima quindicina di ottobre il dollaro torna a indebolirsi sull’euro e ciò favorisce le esportazioni e la crescita dei margini aziendali, fattori che inducono gli investitori a ritenere il rapporto price/earning del mercato statunitense (il faro delle borse di tutto il mondo, ricordiamocelo sempre) non eccessivo; se gli utili sono destinati a crescere ulteriormente ciò significa che i prezzi possono a loro volta lievitare prima che questo indicatore sia ritenuto eccessivo.

Vediamo cosa è accaduto in questi quindici giorni sul mercato valutario.
 




L’euro, che a inizio mese si era indebolito fino a un rapporto di 1,173 sul dollaro riprende la sua corsa al rialzo; evidentemente non ci si aspettano atteggiamenti aggressivi da parte delle autorità monetarie in assenza di rigurgiti inflativi e con un leggero calo degli occupati. Staremo a vedere gli sviluppi.

Stessa situazione nel rapporto con lo yen che, dopo essersi indebolito fortemente nel corso dell’anno a settembre aveva recuperato posizioni marginali ma in questo primo squarcio di ottobre l’euro riprende forza nel rapporto fra le due monete.

Statica la situazione sulla sterlina, in attesa delle mosse della BoE, mentre lo yuan cinese guadagna qualche posizione marginale nei confronti della valuta europea ma l’impressione di fondo è che la Cina stia attuando una politica di sistematica, leggera svalutazione al fine di consentire il mantenimento della sua forza esportatrice di cui ha ancora vitale necessità.

 

SI MUOVE (POCO) IL MERCATO DEI BOND GOVERNATIVI

 
 
Le dichiarazioni della BCE che si impegna a tenere fermi i tassi per un lungo periodo e la possibilità che la manovra espansiva possa durare oltre i termini previsti ha innescato una mini corsa all’acquisto di titoli obbligazionari. Se infatti non si intravvedono aumenti all’orizzonte gli investitori possono ragionevolmente contare su un ulteriore periodo di immunizzazione dei prezzi e pertanto si va ad allocare liquidità nei bond per sfruttare i differenziali sui rendimenti.

Due titoli europei del nostro paniere registrano infatti un calo dei rendimenti. Il Btp italiano, il cui rendimento stazionava intorno a 2,18-2,21 a inizio mese, scende a 2,08 e lo spread sul bond si riduce a 165,80 (da 175,10 in una sola settimana). Il rendimento del Bund tedesco infatti cala ma in modo più contenuto, passando da 0,47 a 0,41% in questa prima metà del mese di ottobre.

In controtendenza il decennale francese che registra una crescita nei rendimenti (0,82% a fine settimana) portandosi ai livelli di fine luglio. Sostanzialmente stazionari i rendimenti dei titoli britannici e leggermente in calo quelli del Bond statunitense che chiude la settimana a 2,28 contro un rendimento del 2,33% di inizio mese.
 
 
 

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