domenica 12 febbraio 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 10/2/2017

GLI USA SEMPRE PIU’ AI MASSIMI STORICI

Dall’inizio dell’anno assistiamo a continui ritocchi dei massimi degli indici USA; anche questa settimana è accaduto che il Nasdaq e lo S&P 500 si siano spinti ancora più su portandosi
rispettivamente a 5.734,13 punti e a 2.316,10. In modo inerziale, dato il grande peso di questi due mercati, anche l’indice Msci World si spinge al record di 1.403,78 punti. Da inizio anno questi tre indici sono rispettivamente cresciuti del 6,52, 3,45 e 2,90%.

Ancora meglio, da inizio anno, le performance di Brasile (+9,79%) e Hong Kong (+7,16%) seguite a breve distanza dall’India, salita del 6,41%. Dato che l’anno scorso, nello stesso periodo, ci trovavamo sui minimi dell’anno possiamo ben dire che lo scenario è significativamente diverso e che le paure degli investitori siano momentaneamente accantonate.  

Sula continuità di tutto ciò nutriamo legittimamente dei dubbi ma altrettanto chiaramente dobbiamo affermare che la voglia di performance è un driver molto potente ma fino a quando potrà durare questo trend? E’ doveroso chiedersi se le attese riposte su una poderosa crescita degli Usa siano ben riposte alla luce delle forti resistenze interne di una buona parte della società americana che sempre più scende in piazza per contestare le politiche della neo-presidenza. Sarebbe infatti sufficiente un qualsiasi intoppo per indurre la speculazione a ribaltare il sentiment per cavalcare un ribasso, anche di elevata entità. Ma i mercati non vanno contrastati aprioristicamente e per ora sono decisamente orientati al rialzo.
 
In Europa tale unidirezionalità non esiste, dato che mentre Germania, Svizzera e Gran Bretagna proseguono nella loro marcia verso l’alto Francia, Italia e l’indice Eurostoxx 50 restano in area negativa da inizio anno, come evidenziato nel grafico.

Passiamo alla visione della settimana uscente che conferma le difficoltà della borsa italiana e di quella russa, quest’ultima però all’interno di una crescita che dura da oltre un anno. In molti casi la settimana dal 3 al 10 febbraio si rivelata piuttosto positiva; i mercati estremo-orientali si sono ben comportati, con il Giappone che realizza la migliore performance (+2,44%) e le due borse cinesi - Hong Kong e Shangai - a seguire con crescite dell’1,93% e dell’1,80%. Spicca ancora il Brasile, a sua volta cresciuto dell’1,80% e, fatta eccezione per Francia e Germania, positive per pochi centesimi percentuali, gli altri mercati del nostro osservatorio si sono attestati su crescite percentuali attorno all’1%.


 LA SETTIMANA DEI MERCATI OBBLIGAZIONARI

La fiammata dei rendimenti delle ultime settimane sembra placata, almeno al momento, nel corso della settimana, che ha registrato un calo dei tassi piuttosto uniforme con l’eccezione dell’Italia che mantiene invariato il livello reddituale del Btp decennale (2,26%). Gli altri titoli governativi del nostro osservatorio registrano dei cali, soprattutto sul titolo tedesco che in una sola settimana vede calare il rendimento del suo decennale del 25%, portando i rendimenti dallo 0,41% allo 0,32%. Sulla stessa scadenza i governativi di Francia, Gran Bretagna e Usa regrediscono in modo molto più contenuto.

Resta in tensione lo spread fra Btp e Bund, pur allontanandosi dai massimi dell’anno, che chiude la settimana a 193,20 bp su cui si appuntano le solite difficoltà di trovare un accordo con l’UE sulla manovra di bilancio, problema che si ripete costantemente dato l’elevatissimo livello del debito pubblico e la volontà di non concedere al nostro paese deroghe sul livello del deficit. Di per sé nulla di nuovo sotto il sole ma è chiaro che i nostri spazi di manovra restano sottilissimi e che la nostra crescita, ancora molto debole, lascia il fianco scoperto ad eventuali turbolenze internazionali o a ulteriori deterioramenti del nostro sistema finanziario.

A tale proposito invito alla lettura dell’articolo de Il Sole-24 Ore del giorno 12/2/2017, “Pressing UE sui conti pubblici dell’Italia Pil della zona euro rivisto al rialzo: +1,6%”



ANDAMENTO DELLE VALUTE

La settimana uscente vede un generale indebolimento dell’Euro sulle quattro valute del nostro paniere. A un mese l’Euro ritorna alle medesime quotazioni sul Dollaro Usa (1,064) e si indebolisce sulle altre tre (Sterlina Inglese, Yen Giapponese e Yuan Cinese). Bene per le nostre aziende esportatrici che potrebbero trovare ulteriore vitalità e sbocchi sui mercati esteri migliorando la bilancia commerciale e il Pil, fattori da cui dipende il miglioramento della crescita globale del paese.

Se invece allargassimo le osservazioni dall’inizio dell’anno ad oggi ci accorgeremmo però che il cambio fra Euro e Dollaro Usa è favorevole all’Euro dell’1,20%, valuta nella quale purtroppo vengono regolate molte importazioni fra cui quelle relative al comparto energetico, vero e proprio tallone d’Achille per il paese.



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