domenica 12 febbraio 2017

Laboratorio GAM - Lezione N. 209 – Contatto diretto con il consulente e valore totale della persona



Nella lezione precedente ho esaminato molti motivi che stanno alla radice della richiesta da parte dei risparmiatori d’avere un rapporto diretto e periodico con il consulente. Come si è visto, si tratta di un rapporto non facile se monitorato con
il contatto a distanza tramite la rete o, peggio, tramite i robo-advisor.
Resta comunque un fatto cruciale: il fattore principale che giustifica il ruolo della consulenza consiste, come ho detto più volte, in una cura del “valore totale della persona” e non solo della componente finanziaria che è stata affidata al consulente (cfr. il mio capitolo "Assicurazione comportamentale" nel mio recente "Economia nella mente", Cortina settembre 2016). Questo, come si è detto più volte, discende dall’asimmetria nel portafoglio medio degli italiani dovuto a forti effetti di home-bias e di framing (investimenti circoscritti al perimetro di casa e investimenti basati su schemi già conosciuti, i due meccanismi più distorsivi per l’investitore italiano medio).
In una prospettiva più a lungo termine, tuttavia, c'è un altro fattore a favore della valorizzazione dei beni di una persona nel loro complesso, compresa la motivazione "sicurezza in futuro", e cioè la funzione previdenziale/ assicurativa ("non si sa mai”) che erroneamente si traduce nella strategia di congelare molte risorse liquide a rendimento pressoché nullo. La vera spinta, comunque, rispetto all’attività di molti consulenti oggi in Italia è la difficoltà, che emerge evidente solo sui tempi lunghi, e quindi in Italia è ancora sottovalutata, delle gestioni attive rispetto alle passive.

Gli Stati Uniti, che sono da sempre stati i pionieri in questo campo, hanno assistito nel 2016, per la prima volta, a un cruciale punto di svolta: sono stati versati più soldi nelle gestioni passive rispetto alle attive, come si vede nelle figure seguenti: 

Bilancio entrate /uscite presso gestioni attive/passive. Fonte: Morningstar modificata.
In nessun mese del 2016, questo bilancio entrate/uscite non ha funzionato mostrando così un trend di lungo periodo e non una preferenza temporanea, radicata soprattutto nei più giovani, quelli che cominciano a risparmiare sui trent’anni:
Bilancio mensile nel 2016 delle entrate /uscite presso gestioni attive/passive. Fonte: Morningstar modificata.
Più specificatamente si è usciti da fondi tradizionali, noti, e affermati:
Principali fondi gestiti da cui si è usciti. Fonte: Morningstar modificata.
Per entrare nei "classici" delle gestioni passive, i pionieri in questo campo:

Principali fondi gestiti in cui si è entrati. Fonte: Morningstar modificata.
Per prevenire questo stato di cose, il consulente ha i seguenti argomenti, oltre a quelli già elencati in precedenza ed esaminati nella lezione 208.
Primo argomento: le cose cambiano in modi rapidi e imprevedibili per chi non ha expertise e non ha tempo di seguire: esempio elezione Trump.

Secondo argomento: le occasioni sfuggono, in particolare in quest’ultimo decennio in cui la maggioranza degli italiani non ha approfittato dell’eccezionalmente buono trend borsistico mondiale.

Fonte: Bloomberg modificata.
Difficile dire come stanno le cose con lo specchietto retrovisore basato sulle statistiche del passato. Quando Greenspan parlò troppo presto di "esuberanza irrazionale", proprio in base a questa strategia, si era in realtà in mezzo al miglior lustro della borsa statunitense.
E' andato cosi perso, per sempre e per i più (in Italia), un ottimo periodo di cui purtroppo non si è approfittato a causa di un investimento complessivo dei risparmi troppo "domestico".

Fonte: Bloomberg modificata.
C’è un solo modo per ovviare a questa mancata diversificazione. Non limitarsi a dire che bisogna diversificare: tutti i giornali e gli esperti lo predicano da decenni con risultati molto scarsi, almeno nella maggioranza dei casi. Bisogna avere un consulente che si metta nella testa del suo cliente e riesca a costruire uno “schema sociale condiviso”. Che cosa è uno schema sociale condiviso? E’ il momento di approfondire questo argomento perché alla fine del 2016 è morto Thomas Schelling, il pioniere di questo campo di ricerca così rilevante per l’attività di  un consulente. Lo faremo nella prossima lezione.


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