Nella
lezione precedente ho esaminato molti motivi che stanno alla radice della
richiesta da parte dei risparmiatori d’avere un rapporto diretto e periodico
con il consulente. Come si è visto, si tratta di un rapporto non facile se
monitorato con
il contatto a distanza tramite la rete o, peggio, tramite i
robo-advisor.
Resta comunque un fatto cruciale: il fattore principale
che giustifica il ruolo della consulenza consiste, come ho detto più volte, in
una cura del “valore totale della persona” e non solo della componente
finanziaria che è stata affidata al consulente (cfr. il mio capitolo
"Assicurazione comportamentale" nel mio recente "Economia
nella mente", Cortina settembre 2016). Questo, come si è detto più
volte, discende dall’asimmetria nel portafoglio medio degli italiani dovuto a
forti effetti di home-bias e di framing (investimenti circoscritti al perimetro
di casa e investimenti basati su schemi già conosciuti, i due meccanismi più
distorsivi per l’investitore italiano medio).
In una prospettiva più a lungo
termine, tuttavia, c'è un altro fattore a favore della valorizzazione dei beni
di una persona nel loro complesso, compresa la motivazione "sicurezza in
futuro", e cioè la funzione previdenziale/ assicurativa ("non si sa
mai”) che erroneamente si traduce nella strategia di congelare molte risorse
liquide a rendimento pressoché nullo. La vera spinta, comunque, rispetto
all’attività di molti consulenti oggi in Italia è la difficoltà, che emerge
evidente solo sui tempi lunghi, e quindi in Italia è ancora sottovalutata,
delle gestioni attive rispetto alle passive.
Gli Stati Uniti, che sono da sempre
stati i pionieri in questo campo, hanno assistito nel 2016, per la prima volta,
a un cruciale punto di svolta: sono stati versati più soldi nelle gestioni
passive rispetto alle attive, come si vede nelle figure seguenti:
Bilancio entrate /uscite presso gestioni attive/passive. Fonte: Morningstar
modificata.
In nessun mese del 2016, questo
bilancio entrate/uscite non ha funzionato mostrando così un trend di lungo
periodo e non una preferenza temporanea, radicata soprattutto nei più giovani,
quelli che cominciano a risparmiare sui trent’anni:
Bilancio mensile nel 2016 delle entrate /uscite presso gestioni
attive/passive. Fonte: Morningstar modificata.
Più specificatamente si è usciti da fondi tradizionali, noti, e affermati:
Principali fondi gestiti da cui si è usciti. Fonte: Morningstar modificata.
Per entrare nei "classici" delle gestioni passive, i pionieri in
questo campo:
Principali fondi gestiti in cui si è entrati. Fonte: Morningstar
modificata.
Per prevenire questo stato di cose,
il consulente ha i seguenti argomenti, oltre a quelli già elencati in
precedenza ed esaminati nella lezione 208.
Primo argomento: le cose cambiano in
modi rapidi e imprevedibili per chi non ha expertise e non ha tempo di seguire:
esempio elezione Trump.
Secondo argomento: le occasioni
sfuggono, in particolare in quest’ultimo decennio in cui la maggioranza degli
italiani non ha approfittato dell’eccezionalmente buono trend borsistico
mondiale.
Fonte: Bloomberg modificata.
Difficile dire come stanno le cose
con lo specchietto retrovisore basato sulle statistiche del passato. Quando
Greenspan parlò troppo presto di "esuberanza irrazionale", proprio in
base a questa strategia, si era in realtà in mezzo al miglior lustro della
borsa statunitense.
E' andato cosi perso, per sempre e
per i più (in Italia), un ottimo periodo di cui purtroppo non si è approfittato
a causa di un investimento complessivo dei risparmi troppo
"domestico".
Fonte: Bloomberg modificata.
C’è un solo modo per ovviare a
questa mancata diversificazione. Non limitarsi a dire che bisogna
diversificare: tutti i giornali e gli esperti lo predicano da decenni con
risultati molto scarsi, almeno nella maggioranza dei casi. Bisogna avere un
consulente che si metta nella testa del suo cliente e riesca a costruire uno
“schema sociale condiviso”. Che cosa è uno schema sociale condiviso? E’ il
momento di approfondire questo argomento perché alla fine del 2016 è morto
Thomas Schelling, il pioniere di questo campo di ricerca così rilevante per
l’attività di un consulente. Lo faremo nella prossima lezione.
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