Ho
iniziato questo viaggio con voi, care lettrici e cari lettori, ormai più di
quattro anni fa. Per l’esattezza il viaggio è iniziato 13 settembre 2012. La
prossima sarà la duecentesima lezione.
Messe
tutte insieme, fanno un bel malloppo (Vi riserveremo una sorpresa). Eppure non
si deve mai trarre compiacimento dal lavoro fatto. Questo è come un lungo
viaggio, un viaggio che spero non terminare mai, un viaggio cominciato molti
anni fa. Prima è iniziato nelle accademie, con un lavoro sperimentale
pubblicato nel 1972 che ora ha cumulato quasi seicento citazioni da parte degli
specialisti di psicologia di tutto il mondo (trovi qui l’articolo
originale:
In questo lavoro, in
sintesi, si dimostra quanto sia difficile individuare i casi che falsificano un’ipotesi,
che danno torto a una nostra credenza, a una convinzione. E tuttavia, lo stesso
lavoro dimostra che, in certe condizioni, ciò è possibile. E’ possibile quando
diventiamo i poliziotti di noi stessi, i controllori razionali delle nostre e
delle altrui credenze. Purtroppo non è facile controllare noi stessi, con una
mente vigile e auto-critica. Comunque, se vinciamo inerzie e pigrizie, siamo in
grado di farlo (le illusioni cognitive e emotive non sono insuperabili come
quelle visive).
Oggi si
direbbe che quella ricerca del 1972 è stata uno dei primi lavori fondanti la
battaglia per il pensiero critico. E’ una battaglia che attualmente il governo
vuole combattere anche nelle scuole italiane (cfr.
Questa
sfida è stata vinta nelle accademie, ma è una lunga guerra da combattere sul
campo. Una delle forme concrete del pensiero critico consiste nel “non perdere
la testa per non perdere soldi”, per usare il titolo della bella recensione che
Gianni Toniolo ha voluto dedicare al libro che ho scritto con Armando
Massarenti
In fondo, la battaglia per
convincere le persone a esercitare il pensiero critico, la buona logica,
nell’esercizio della gestione dei propri risparmi, non è altro che un capitolo
di questa grande guerra, che io preferisco considerare un lungo viaggio.
Nella quarta di copertina
de “L’amica geniale”, il libro di
Elena Ferrante che è stato un successo mondiale, è scritto che la/il
lettrice/lettore ha a che fare con una narrazione-fiume “cui ci si affida come
quando si fa un viaggio con tale piacevole agio, con un tale immenso
coinvolgimento, che la meta più è lontana e meglio è”. Nel nostro caso,
trattandosi di una gestione oculata del benessere delle famiglie, da farsi con
pensiero attento e critico, speriamo che la meta non sia troppo lontana. Forse,
tuttavia, è vero che non è bello vincere le battaglie bensì condurre la guerra,
al di là dei risultati contingenti. Possiamo così consolarci delle molte
battaglie perse in questi anni, dal 2012 a oggi. Ne farò qui un breve elenco.
La prima grande battaglia
non ancora vinta in Italia è stata quella per la diversificazione dei risparmi. L’aspetto più basico, rivelatore di
assenza di pensiero critico è fermarsi alle cose di casa, guardare il mondo con
il paraocchi di quel che ci è familiare e noto. Ecco, qui sta l’origine di
molte battaglie perse:
- diversificazione per valute: la valuta più importante del mondo è
il dollaro statunitense. L’euro dal 2012 ha perso quasi il 30% sul dollaro:
eppure le sostanze degli italiani sono quasi tutte in euro (cfr. Corriere della
Sera, CorrierEconomia, 24 ottobre 2016, p. 28). L’euro ha prevalso anche nei
risparmi perché è la valuta che tutti conoscono e che si usa tutti i giorni:
bias “domestico” (o home-bias per chi ama l’inglese).
La figura mostra come l’euro sia alla fine di ottobre
2016 più basso delle previsioni fatte in precedenza. Evidente l’utilità della
diversificazione per valute. Fonte: Bloomberg modificata.
- diversificazione azionaria: gli italiani hanno percentuali
irrisorie di azioni estere dei principali paesi, in particolare USA, mentre
hanno 1.334 miliardi di euro in conti correnti (Cfr. Marco Lo Conte, Come si
dice “trappola” in tedesco, Plus 24 del Sole 24Ore,22 ottobre 2016, p. 17). E
non sono i soli: la pigrizia mentale e l’assenza di pensiero critico sono
diffuse. Continua Marco Lo Conte: “Se i tedeschi avessero deciso di spostare un
40% del patrimonio dai conti correnti a fondi comuni di investimento, avrebbero
guadagnato l’1% in più, ossia 200 miliardi di euro. Una lezione anche per gli
italiani e per i loro 1.334 miliardi di euro in conti correnti, una cifra
spropositata per le esigenze di cassa degli italiani e che ciononostante
continua a crescere del 4,5-5% anno su anno”.
- orizzonti temporali troppo brevi che spiegano l’eccessiva quantità
di denaro tenuta bloccata nei conti correnti e a breve termine, blocco a sua
volta attribuibile all’eccessiva avversione alle perdite temporanee. Come
ricorda il Prof. Gianni Toniolo nella recensione al nostro libro: “Poiché la
nostra tolleranza per le perdite finanziarie è bassa, non accettiamo il rischio
necessario per ottenere dal nostro denaro buoni rendimenti di lungo periodo. Di
qui la peculiarità del risparmiatore italiano che tiene la metà dei propri
soldi in conto corrente, evita l’investimento azionario, per cadere magari
nella trappola delle obbligazioni subordinate”.
Questo diffuso atteggiamento, per fortuna non condiviso da tutti, spiega un paradosso ben illustrato da Toniolo: “Poiché il rischio, al contrario dell’incertezza, può essere misurato statisticamente, parrebbe più facile assumere comportamenti razionali a suo riguardo. Non è così. Tendiamo sistematicamente a sottovalutare i rischi ai quali siamo esposti basandoci su poche esperienze personali piuttosto che sulle tavole attuariali. Nell’impiego del risparmio, confondiamo gli obiettivi di reddito con quelli precauzionali (“non si sa mai”), con il risultato di ottenere bassi rendimenti e di essere, al tempo stesso poco assicurati”.
Nella prossima lezione approfondirò il tema dei rischi, dei pericoli e delle paure negli scenari attuali. Per ora mi limito a segnalare due rischi ricordati dall’Economist. Il primo è quello di un rialzo dei tassi sulle obbligazioni che gli italiani continuano a comprare a dismisura a scapito delle azioni, secondo i dati della Banca d’Italia. Se i tassi prima o poi risalissero, come avverrà probabilmente per quelli USA entro la fine dell’anno, l’impatto potrebbe essere notevole.
Impatto sul mercato dell’aumento dei tassi di 100bp.
Nel segmento verticale del grafico è indicata la perdita in trilioni di dollari
sul mercato dei bond USA. Fonte: Bloomberg modificata.
L’impatto potrebbe anche
verificarsi rapidamente nel caso dei corporate bond perché c’è poca liquidità
in giro.
Quantità di bond detenuta dai principali operatori
come percentuale del totale dei bond emessi. Fonte: Economist modificata.
Questi esempi ci fanno
ritornare al punto di partenza, quello dell’egocentrismo, della difficoltà a
darsi torto.
Come osserva Gianni Toniolo
citando quello che giudica il più utile principio/consiglio del nostro libro:
“Se vi considerate esperti, non basatevi sulla vostra limitata esperienza e su quello che è successo a voi personalmente. Nel lungo periodo, prevalgono i pensieri, le emozioni e le azioni della maggioranza”.
“Se vi considerate esperti, non basatevi sulla vostra limitata esperienza e su quello che è successo a voi personalmente. Nel lungo periodo, prevalgono i pensieri, le emozioni e le azioni della maggioranza”.
E prevalgono anche i rischi
calcolati razionalmente, non le paure soggettive.
Tornerò nella prossima
lezione a soffermarmi sugli scenari attuali e sui veri pericoli, non solo le
paure e le eccessive sicurezze soggettive derivanti dal considerare emozioni
fuorvianti o esperienze personali, in luogo dei rischi oggettivi.
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