La settimana scorsa
avevamo sottolineato le nostre perplessità sulla prosecuzione di un trend
positivo dei mercati azionari ma -
al momento - i nostri timori sembrano
smentiti. La settimana chiude infatti con tutti i mercati del nostro paniere in
area positiva, con guadagni che vanno dal 1,03% della borsa cinese al 3,61% del
mercato azionario francese. Unica eccezione, ma pur sempre in territorio
positivo, la borsa elvetica che chiude la settimana con un modesto 0,24%.
E’ accaduto infatti
che martedì 20 la Sig.ra Yellen annunciasse il mantenimento dei tassi ai
livelli dello 0,25%-0,50% (fermi ormai da sei riunioni Fed) per assistere ad un
ulteriore corsa agli acquisti, senza tuttavia far impennare i volumi.
Tale decisione
riflette una scarsa fiducia nell’economia americana con un Pil in ribasso
rispetto alle attese (1,8% invece del 2%) e un livello di disoccupazione del
4,8% a fronte di 4,7% atteso. La politica monetaria resta dunque accomodante,
in attesa di probabile rialzo che - per quest’anno - potrebbe avvenire ormai
solo a dicembre oppure slitterà direttamente all’anno venturo. Le banche
ringraziano e presentano il bonus alla cassa, ossia accettano il regalo e
proseguono nel fare quello che hanno fatto in questi ultimi anni: speculano.
Dall’inizio della
crisi, infatti, la liquidità immessa sui mercati dalle banche centrali ammonta
a ben 9.000 miliardi di dollari, una cifra enorme, che corrisponde al valore di
tutti i beni e servizi prodotti negli USA in sei mesi. Le banche centrali prese
in considerazione in questo conteggio sono la Fed americana (4.000 miliardi),
la Bank of Japan (3 mila), la BCE (2 mila) e la Bank of England (500 miliardi)
- Fonte L’Espresso del 18/9/2016 pag. 53.
Questa montagna di
denaro si è concentrata soprattutto nel comparto bancario a copertura immediata
o futura di esposizioni ma è anche confluita sui mercati finanziari con lo
scopo di trarre profitti tali da abbattere le perdite di bilancio che determinarono
la crisi sistemica del 2008. Certamente
è fondato pensare che questi aiuti non siano confluiti nel sistema sociale e
produttivo sotto forma di salari e pensioni, ossia consumi, che rappresentano
la leva di ogni crescita, la desaparecida per eccellenza di questi lunghi anni.
Il pericolo (la
stretta) è momentaneamente scampato e allora per qualche mese si può ancora
fare qualche giro di giostra. Peccato che la stessa Fed ambisca a recuperare
questa montagna di denaro e quando ciò avverrà saranno dolori per tutti.
Ecco perché
nutriamo poca fiducia in un’ulteriore crescita azionaria priva di pause di
riflessione e prese di beneficio. Il gioco si fa sempre più pericoloso e le
probabilità di restarne vittime, raggiunti gli attuali livelli, salgono. Tutto
ciò senza pretendere di avere la sfera di cristallo e privi della sicurezza di
tenere in tasca verità assolute; le facilitazioni anzidette hanno provocato una
forte distorsione dei mercati e prima o poi saremo costretti a rientrare in una
più coerente normalità, esattamente come ci si ritrova nella quotidiana realtà
al risveglio da un bellissimo sogno.
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