lunedì 19 settembre 2016

MERCATI AZIONARI MONDIALI : OSSERVATORIO DEL 16/9/2016


Avevamo avuto ragione nel temere un cambio di rotta del trend positivo in atto da inizio trimestre e la settimana appena trascorsa, dopo i tentennamenti della precedente, ha visto i mercati azionari imboccare la via del ribasso.

Da inizio anno, come ben illustra il grafico, un terzo dei mercati
che costituiscono il paniere sotto osservazione registrano performance negative a due cifre; la peggiore è proprio quella italiana, zavorrata da un indice sbilanciato sui titoli bancari - particolarmente sotto pressione in questi mesi - situazione che con la richiesta degli USA di sanzionare Deutsche Bank per la “modica” cifra di 14 Miliardi di dollari è destinata a perdurare date le implicazioni sistemiche che ciò comporta.

Gli altri quattro mercati che condividono le pessime performance dell’Italia sono quello cinese, quello giapponese, la borsa svizzera e l’indice azionario Eurostoxx 50 (paniere costituito dalle maggiori 50 aziende quotate nell’aera comunitaria). Per quest’ultimo indice il “fardello” banche vale negli stessi termini dell’Italia.

Dato però che la diversificazione paga, nonostante una generale situazione di crisi globale, alcuni mercati hanno avuto sino ad ora risultati confortanti, come abbiamo potuto constatare in questi mesi con Russia, Brasile e India decisamente una spanna sopra gli altri.


Se restringiamo il nostro osservatorio e prendiamo in considerazione l’andamento dei mercati da inizio mese ci accorgeremmo che la luna di miele estiva, durata da inizio luglio a fine agosto, è per ora terminata. Due soltanto sono i mercati ancora positivi, Hong Kong e India, ma con risultati assolutamente risicati; il segno negativo si appunta decisamente sulle borse di Milano e Parigi che appesantiscono l’indice Eurostoxx e con la Germania stessa a -3,82%. La correzione è arrivata anche sulla borsa brasiliana che non poteva certo proseguire con un trend da primato, assolutamente incoerente con i problemi che da mesi attanagliano l’economia carioca.


Ora che le perplessità degli operatori sono palesi con gli enormi problemi sul tappeto (lungi dall’essere stati risolti) l’approccio al mercato azionario andrà soppesato con grande cautela. Un vecchio proverbio, legato alla ciclicità dei mercati e forgiato degli operatori statunitensi, invita ad acquistare sugli storni nei mesi di settembre e ottobre.

Quest’anno abbiamo avuto un’estate frizzante, contrariamente alle storiche consuetudini; se anche le ciclicità che caratterizzano i mercati si stanno modificando potrebbe non essere proprio un affare comprare in questo bimestre sugli storni. Personalmente non ho mai dato troppo peso a questi adagi e in questa situazione manterrei una grande cautela riflettendo sui punti critici e sulle reali possibilità di soluzione, non dico di tutti, ma di almeno alcuni dei tanti nodi da sciogliere.

L’aspetto più problematico di questa situazione si appunta sul fatto che la partita si sta giocando molto più sul piano della politica in senso stretto (votazioni in USA e contrasti continui nell’area comunitaria) e sulla politica economica e monetaria in mano alle banche centrali le quali, sino ad ora, non hanno centrato concreti risultati sul piano della crescita ed ora si trovano con spazi di manovra ridottissimi.

Queste sono tutte variabili assolutamente incontrollabili; pensare di operare sui mercati sulla scorta delle esperienze passate è puro velleitarismo. Da qualche tempo si è aperto uno spiraglio chiamato consulenza finanziaria; il mio augurio è che questa porta venga finalmente spalancata e ci si accorga rapidamente quanti benefici se ne possono trarre utilizzandola correttamente.  

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