Avevamo avuto
ragione nel temere un cambio di rotta del trend positivo in atto da inizio
trimestre e la settimana appena trascorsa, dopo i tentennamenti della
precedente, ha visto i mercati azionari imboccare la via del ribasso.
Da inizio anno,
come ben illustra il grafico, un terzo dei mercati
che costituiscono il paniere
sotto osservazione registrano performance negative a due cifre; la peggiore è
proprio quella italiana, zavorrata da un indice sbilanciato sui titoli bancari
- particolarmente sotto pressione in questi mesi - situazione che con la
richiesta degli USA di sanzionare Deutsche Bank per la “modica” cifra di 14
Miliardi di dollari è destinata a perdurare date le implicazioni sistemiche che
ciò comporta.
Gli altri quattro
mercati che condividono le pessime performance dell’Italia sono quello cinese,
quello giapponese, la borsa svizzera e l’indice azionario Eurostoxx 50 (paniere
costituito dalle maggiori 50 aziende quotate nell’aera comunitaria). Per
quest’ultimo indice il “fardello” banche vale negli stessi termini dell’Italia.
Dato però che la
diversificazione paga, nonostante una generale situazione di crisi globale,
alcuni mercati hanno avuto sino ad ora risultati confortanti, come abbiamo
potuto constatare in questi mesi con Russia, Brasile e India decisamente una
spanna sopra gli altri.
Se restringiamo il
nostro osservatorio e prendiamo in considerazione l’andamento dei mercati da
inizio mese ci accorgeremmo che la luna di miele estiva, durata da inizio
luglio a fine agosto, è per ora terminata. Due soltanto sono i mercati ancora
positivi, Hong Kong e India, ma con risultati assolutamente risicati; il segno
negativo si appunta decisamente sulle borse di Milano e Parigi che
appesantiscono l’indice Eurostoxx e con la Germania stessa a -3,82%. La
correzione è arrivata anche sulla borsa brasiliana che non poteva certo
proseguire con un trend da primato, assolutamente incoerente con i problemi che
da mesi attanagliano l’economia carioca.
Ora che le
perplessità degli operatori sono palesi con gli enormi problemi sul tappeto (lungi
dall’essere stati risolti) l’approccio al mercato azionario andrà soppesato con
grande cautela. Un vecchio proverbio, legato alla ciclicità dei mercati e
forgiato degli operatori statunitensi, invita ad acquistare sugli storni nei
mesi di settembre e ottobre.
Quest’anno abbiamo
avuto un’estate frizzante, contrariamente alle storiche consuetudini; se anche
le ciclicità che caratterizzano i mercati si stanno modificando potrebbe non
essere proprio un affare comprare in questo bimestre sugli storni.
Personalmente non ho mai dato troppo peso a questi adagi e in questa situazione
manterrei una grande cautela riflettendo sui punti critici e sulle reali
possibilità di soluzione, non dico di tutti, ma di almeno alcuni dei tanti nodi
da sciogliere.
L’aspetto più
problematico di questa situazione si appunta sul fatto che la partita si sta giocando
molto più sul piano della politica in senso stretto (votazioni in USA e
contrasti continui nell’area comunitaria) e sulla politica economica e
monetaria in mano alle banche centrali le quali, sino ad ora, non hanno centrato
concreti risultati sul piano della crescita ed ora si trovano con spazi di manovra ridottissimi.
Queste sono tutte
variabili assolutamente incontrollabili; pensare di operare sui mercati sulla
scorta delle esperienze passate è puro velleitarismo. Da qualche tempo si è
aperto uno spiraglio chiamato consulenza finanziaria; il mio augurio è che questa
porta venga finalmente spalancata e ci si accorga rapidamente quanti benefici
se ne possono trarre utilizzandola correttamente.
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