Sempre a
favore della tesi di una consulenza “nuova”, più estesa, al di là della
semplice gestione del portafoglio, ma rivolta al cliente, desidero presentare
questa figura che mostra un indicatore costruito basandosi sulla differenza tra
la migliore asset class e la peggiore, anno dopo anno, dal 1999 al 2012.
La figura mostra come si accorcino le distanze, anno dopo anno, a
partire dal 1999 fino al 2012,
tra la migliore e la peggiore classe d’investimento. Fonte
Bloomberg modificata.
Questa figura mostra come si accorcino le distanze, anno dopo
anno, a partire dal 1999 fino al 2012, tra la migliore e la peggiore classe
d’investimento. Questo ridursi della dispersione è più evidente nella figura
successiva che mostra, dal 2000 a oggi, come sono andate le diverse asset
class. Via via che le distanze si accorciano, è sempre meno probabile che un
consulente faccia meglio di un altro per quanto riguarda il portafoglio ed è
sempre più utile una buona diversificazione e non scelte “direzionali”. Quanto
più buona è la diversificazione tanto più i consulenti sono su un piede di
parità per quanto concerne il lato 2 del triangolo, e devono differenziarsi per
le capacità emotive ed affettive coinvolte dagli altri lati del triangolo.
La figura mostra i rendimenti delle 15
principali asset class dal 2000 ad agosto del 2015. Sono presentati in modo
analitico i dati rappresentati in modo aggregato nella figura precedente,
che si ferma al 2012. Fonte Bloomberg
modificata.
La
figura con i rendimenti delle principali classi d’investimento, diversamente
colorate, permette ancora una volta di constatare con un “colpo d’occhio” i
vantaggi della diversificazione. La figura è infatti costruita in modo tale
che, anno dopo anno, le classi con i rendimenti più alti sono in cima e poi
seguono, verso il basso quelle meno redditizie in quell’anno. Se seguite
l’andamento di un colore, poniamo l’azzurro, vedete come la sua posizione
oscilla nella tabella. E questo vale anche per gli altri colori, per esempio il
grigio scuro (S&P 500).
La figura mostra i dieci peggiori
quadrimestri per i mercati globali delle azioni dal 1972 al 2014
(linea rossa in alto). In questi periodi
anche gli hedge fund e i bond non governativi
non riescono a compensare le perdite.
Fonte: Economist modificato.
La necessità di un buon consulente serve per ammortizzare i momenti di perdita. Nell’ultima figura qui riportata sono indicati i dieci peggiori quadrimestri per i mercati globali delle azioni dal 1972 al 2014. In questi quadrimestri, se avete il consueto portafoglio bilanciato con il 60% di azioni e il 40% di reddito fisso, incorrerete in una perdita complessiva del portafoglio. Persino gli hedge fund non sono efficaci per compensare i cali azionari, un punto che ho già trattato. In questi casi un consulente è necessario: oramai è tardi per pentirsi del nostro orgoglio e della nostra superbia. Si noti inoltre che il migliore modo per affrontare i rovesci dei mercati azionari è il ricorso a un mix di cinque strategie che solo un esperto gestore può fare, non certo un cliente che per orgoglio e superbia gestisce i risparmi con il “fai da te”.
Nessun commento:
Posta un commento