mercoledì 14 ottobre 2015

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 144 – La psicologia dell'economia neoclassica: verso la nuova consulenza



Che cosa vuol dire passare dalla consulenza tradizionale, basata sulla finanza comportamentale, a una nuova forma di consulenza, centrata su un’assistenza totale e volta a una più ampia area “affettiva”, alla sicurezza e al futuro della persona-cliente?
In che cosa consiste, in sintesi, quella che è la consulenza classica?

Essa è basata sul
triangolo tradizionale: 


Il triangolo tradizionale ha tre lati così definibili:
Ø  1 lato che congiunge il CLIENTE al CONSULENTE
Ø  2 lato che congiunge il CONSULENTE al PORTAFOGLIO
Ø  3 lato che congiunge il CLIENTE al PORTAFOGLIO

Tradizionalmente l’economia e la finanza sono le discipline che declinano il lato 2, mentre la finanza comportamentale declina il lato 3. In sintesi l’opportunità di avere un consulente discende dal fatto che il cliente non sa gestire bene da solo il suo portafoglio a causa delle sistematiche distorsioni cognitive e emotive. La finanza comportamentale si occupa dei modi con cui tali distorsioni possono confondere il cliente impedendogli una gestione razionale dei suoi risparmi. In altre parole il lato 3 è complementare al lato 2 e rende proficua la consulenza.
Secondo tale approccio, se non ci fossero le distorsioni sistematiche del lato 3, non ci sarebbe neppure bisogno della consulenza perché i clienti saprebbero gestire i portafogli in modo efficiente. E tuttavia tutto ciò riguarda solo una buona gestione della coppia “cliente-portafoglio”, non una “cura totale”, quella cui si è accennato, anche se per ora in modi vaghi.
 Se vogliamo capire come funziona questa nuova consulenza, dobbiamo fare un passo indietro e riflettere sulla natura del lato 2.  Qui non vogliamo parlare delle tecniche di gestione del portafoglio – che non è il nostro mestiere ed esula dal compito di queste lezioni. Desideriamo invece analizzare il tipo di risparmiatore che è presupposto dal paradigma di persona implicito nell’economia classica e neo-classica, da Adam Smith sino a oggi. 

In primo luogo va ricordato che questo “modello di persona” è molto solido perché costituisce un paradigma che ha resistito a tutti i cambiamenti per più di due secoli. Esso precede la nascita della psicologia scientifica ed è tuttora valido, tant’è che viene insegnato appena si incomincia a studiare economia. Come funziona in sintesi tale modello?
Con le parole di Adam Smith (1776):
Ogni individuo cerca i più vantaggiosi investimenti per i capitali di cui dispone. Cerca di perseguire il suo vantaggio, e non quello della società. E tuttavia la ricerca del suo vantaggio conduce naturalmente, o meglio necessariamente, alla preferenza per investimenti che sono i più vantaggiosi per la società … L’individuo è in cerca solo del suo guadagno ed è guidato, in questa ricerca, così come in molti altri casi, da una mano invisibile che raggiunge un fine che non era nelle intenzioni dell’individuo.
Queste affermazioni sono alla base di un modello del comportamento che, dal punto di vista del modo di funzionare delle persone, postula due principi:
Ø  Individualismo:  ogni individuo prende le decisioni indipendentemente dagli altri, in funzione dei suoi interessi personali.
Ø  Massimizzazione:  le decisioni vengono prese dagli individui allo scopo di massimizzare  il loro benessere personale.

Dal punto di vista dell’economia, il passaggio a cui abbiamo assistito in questi ultimi decenni, solitamente chiamato “neo-classico”, ha permesso di trasformare le idee fondamentali di Smith in assiomi matematici che possono venire utilizzati per descrivere il funzionamento dell’economia in termini matematici. Potremmo dire, al limite, che gli economisti neoclassici ritengono che la loro impresa scientifica consista nello scoprire dei modelli economici universali che descrivano il funzionamento dell’economia così come la fisica newtoniana è fatta di leggi che descrivono i comportamenti degli oggetti.
Dal punto di vista della psicologia, questa ulteriore matematizzazione dei due principi di Adam Smith non è rilevante nella misura in cui questa non mette in discussione i due assiomi a fondamento della teoria. Come ha ricordato l’ex-governatore della Federal Reserve, Alan Greenspan, in occasione della Adam Smith Memorial Lecture - nel 2005 a  Kircaldy, in Scozia - la dimostrazione di Smith dell’inerente stabilità e crescita di quello che oggi chiamiamo libero capitalismo di mercato poggia sui due principi già descritti  e su un terzo principio, che è la loro conseguenza in termini di equilibrio:
Ø  Equilibrio:  il risultato di tutte queste decisioni individuali massimizzanti (di cui in 1 e 2) è un sistema stabile in ottimo equilibrio. 
La differenza cruciale tra il lavoro degli economisti e quello dei fisici è che i primi non hanno sottoposto a verifica sperimentale il loro modello di comportamento umano basato su individualismo e massimizzazione. E’ proprio questa verifica sperimentale che ha dato origine alla finanza comportamentale. Quest’ultima può venir intesa come una versione psicologica dell’economia neoclassica, una versione cioè che tenga presente i modi effettivi di pensare e di emozionarsi degli individui.
Svilupperemo questi punti nelle prossime lezioni, sempre tenendo presente che il nostro scopo è argomentare a favore di quella che chiameremo “nuova consulenza”, una consulenza volta cioè al benessere complessivo delle persone, alla loro sicurezza, e non solo alla crescita dei portafogli.
Per ora mi limito a presentare un dato che mi sembra confortare la tesi della “nuova consulenza” che svilupperò nelle prossime lezioni. Si tratta del valore complessivo, nei 15 paesi più ricchi tra cui l’Italia, di azioni, titoli a reddito e fisso e immobili (dal 1970) a partire dal 1800.
La figura indica il valore complessivo, nei 15 paesi più ricchi tra cui l’Italia,
di azioni, titoli a reddito e fisso e immobili, dall’inizio del 1800.
Fonte: Deutsche Bank Ufficio Studi.


Come si può vedere dalla figura, solo un secolo fa e alla fine degli anni quaranta del secolo scorso questo valore aveva raggiunto livelli così alti. In particolare, per quanto riguarda quello che in questa lezione abbiamo chiamato il lato 2 del triangolo, va osservato che le azioni sono sempre care su base storica, malgrado la recente correzione, e le obbligazioni non sono mai state così care. Questo implica che è improbabile che nei prossimi anni i rendimenti siano quelli a cui molti risparmiatori si sono abituati nel passato. A maggior ragione la consulenza non va identificata in termini riduttivi come i consigli di un tecnico concernenti soltanto il portafoglio, ma va vista nell’ottica più ampia della “nuova consulenza”.

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