Nella lezione precedente
abbiamo formulato il principio dell’individualismo, un assunto fondamentale del
modello di persona ipotizzato da Adamo Smith e posto a fondamento dell’economia
classica e neo-classica:
1.
Individualismo: ogni individuo prende le decisioni
indipendentemente dagli altri, in funzione dei suoi interessi personali.
Questo principio vale per il lato 2 del triangolo,
quello governato dai principi dell’economia. E tuttavia, pur essendo stato
formulato per spiegare il comportamento degli individui, ci si è accorti che in
realtà questo principio funziona in modo diverso se lo si sottopone al vaglio
della psicologia sperimentale.
Si può dimostrare sperimentalmente che entrano in
campo due emozioni non previste dalla teoria economica classica:
ü
la superbia
ü
l’orgoglio
La superbia, nel caso della gestione
dei risparmi, si traduce nel credere di avere abbastanza competenze e conoscenze
per essere in grado di gestire personalmente gli investimenti. E’ facile
mostrare che le persone sono troppe sicure dei loro giudizi e sottostimano
l’incertezza (la cosiddetta “over-confidence”, di cui si è già parlato). E’ altrettanto facile mostrare che le persone
per orgoglio,
e per non perdere il rispetto di se stesse, rinunciano completamente a dei
guadagni se questi sono molto inferiori ai guadagni delle persone con cui
interagiscono.
Per esempio, nell’ultimatum game, si offre la
possibilità a due persone, Tizio e Caio, di dividersi una somma di 100 euro. Se
Tizio e Caio non trovano l’accordo sulla spartizione, tutta la somma verrà
persa da entrambi. Tizio deve fare la prima proposta. Se Tizio propone una
divisione non troppo sbilanciata, Caio per solito accetta. Ma se Tizio propone
una spartizione tale per cui 95 euro vanno a lui e soli 5 a Caio, quest’ultimo
il più delle volte rinuncia. Rinuncia cioè a guadagnare 5 euro pur di non farne
guadagnare 95 a Tizio perché ciò gli sembra ingiusto: il suo orgoglio e il
rispetto di se stesso entrano in campo.
Questo comportamento è irrazionale secondo i due
principi dell’individualismo e della massimizzazione. Eppure è ben
comprensibile secondo i meccanismi della vita sociale. Che cosa può fare un
buon consulente? Può prevenire l’orgoglio e la superbia di Tizio. Come farlo?
Il consulente che ha a cuore la felicità di Tizio, e non solo la gestione del
suo portafoglio, deve smussare queste emozioni. Immaginiamo uno scenario in cui
Tizio offre a Caio più di quanto non si tenga per sé perché il bene di Caio è
più importante del suo bene. Lo stesso vale per la superbia: quando una persona
sa che è amata allora la sua superbia svanisce.
Ecco che tale analisi ci mostra alcuni aspetti della
“nuova consulenza”, quella volta al benessere totale del cliente e non solo
alla gestione del suo portafoglio. Il consulente deve far sì che il cliente
senta che il consulente gli vuole bene. In questo modo i due meccanismi
dimostrati sperimentalmente dalla finanza comportamentale si ribaltano nei loro
effetti: affetto è assenza di superbia e desiderio del bene altrui. Questo
ribaltamento si tradurrà in una relazione tra due persone di cui una si prende
cura dell’altra (e non più soltanto una relazione tra inesperto e addetto ai lavori):
l’altro è importante per lui come persona. Eccome come rappresentare questo
scenario: una freccia che cambia il verso della freccia precedente.
In questa figura viene rappresentata la funzione del
consulente nell’attenuare, se non eliminare, superbia e orgoglio. Si tratta di
emozioni che sono naturalmente presenti nelle persone, e quindi anche nei
clienti: la freccia che unisce il lato 3 al lato 1 indica questa funzione
“affettiva” del consulente. In tal caso la sua competenza finanziaria viene data
per scontata, resta sullo sfondo. In compenso, il suo prendersi cura del
cliente, il suo volergli bene diventa rilevante, cruciale.
Si badi bene che l’amore è in grado di cambiare
il verso dei due meccanismi dimostrati sperimentalmente dalla finanza comportamentale:
quello che era “più” diventa “meno”, e viceversa.
Il buon consulente dovrà trovare un equilibrio diverso per ogni persona: in alcuni clienti è facile superare orgoglio e superbia, in altri è difficile perché queste due tendenze sono più radicate. Il buon consulente saprà risolvere questo delicato equilibrio caso per caso.
Il buon consulente dovrà trovare un equilibrio diverso per ogni persona: in alcuni clienti è facile superare orgoglio e superbia, in altri è difficile perché queste due tendenze sono più radicate. Il buon consulente saprà risolvere questo delicato equilibrio caso per caso.
Perché è così importante che venga data per scontata
la competenza finanziaria del consulente e, inoltre, lo si apprezzi per la sua
empatia, per il suo farsi carico dei nostri problemi? Uno dei motivi è che
viviamo in tempi incerti.
Per darvene un’idea osservate il seguente schema. Esso
mostra le previsioni sull’andamento dei tassi statunitensi da parte dei diversi
membri della Federal Reserve, l’ente che prenderà le decisioni. Mentre c’è una
certa concentrazione di pareri omogenei sui tempi lunghi, appena ci avviciniamo
alla data del 17 settembre 2015 (è la data in cui è stato pubblicato questo
schema), andando a ritroso, troviamo un’elevata dispersione di pareri. C’è
persino un membro del gruppo dei sedici governatori della Federal Reserve che
ritiene che dovremmo avere tassi negativi per raggiungere l’obiettivo
dell’inflazione al 2%.
La figura indica le diverse valutazioni sul futuro da
parte dei membri della Federal Reserve
in occasione della riunione del 17 settembre 2015. Si
noti che le previsioni a lungo temine
sono concentrate, mentre, via via che ci si avvicina
al presente, i giudizi sono dispersi
e variano da tassi negativi, nel 2016, a tassi di
quasi il 3%.
La figura è interessante perché mostra un fenomeno
contro-intuitivo. Per solito, nella vita, è più facile prevedere quello che è
più vicino nel tempo rispetto a quello che è più lontano: pensate per esempio
alle previsioni metereologiche o a quelle economiche relative alla produzione.
Le fabbriche possono basarsi sugli ordini appena ricevuti dai clienti e
prevedere la quantità di produzione a breve termine, non quella sui tempi
lunghi. Questo fenomeno mostra, ancora una volta, la distanza tra economia e
finanza e come quest’ultima sia contro-intuitiva.
Il fenomeno qui contro-intuitivo è basato sul fatto
che le condizioni meteorologiche future non dipendono dalle nostre decisioni,
mentre la fissazione dei tassi dipende proprio da quelle sedici persone cui
corrispondono i punti blu (ricordate il meccanismo del concorso di bellezza
keynesiano?). L’andamento contro-intuitivo di quest’ultima figura dovrebbe
ridurre l’orgoglio e la superbia del fai-da-te. Inoltre, come vedete sempre
dalla figura, in tempi ravvicinati così incerti, è difficile per un gestore
fare le scelte più azzeccate se non si limita ad affidarsi a un’equilibrata
diversificazione che, inevitabilmente, comporta delle perdite.
Quanto più questo tipo di previsioni è difficile,
proprio sui tempi ravvicinati, tanto più abbiamo bisogno di un consulente in
cui riponiamo fiducia perché sentiamo che lui si prende cura di noi, non solo
dei nostri risparmi.
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