sabato 5 gennaio 2013

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 16 – Bilancio di fine anno: precisi ma non accurati


Con la fine del 2012 si chiude un lungo periodo in cui le previsioni degli esperti sono state spesso disattese rispetto a quello che è poi successo sui mercati e nel mondo. Una fase piena di sorprese, e non sempre piacevoli. Come ho già detto, abbiamo imparato persino a misurare le sorprese, rilevando quante volte il mondo non va come ci si sarebbe aspettati (Swiss & Global ha elaborato un suo indice delle sorprese, basato sullo scarto tra previsioni ed eventi successivi). Tutto il lungo periodo della crisi è iniziato con la sottovalutazione da parte di S&P e Moody’s del rischio associato ai mutui immobiliari statunitensi.
Questa sottovalutazione ci ha spostato dagli scenari rassicuranti del rischio calcolato, quello cioè che si presume misurato dalle agenzie di rating, alle paludi dell’incertezza. Come ha ricordato con una miriade di dettagliate analisi Nate Silver, nel suo saggio The Signal and the Noise (2012), il dramma più profondo della nostra cosiddetta età dell’informazione è dovuto al fatto che, sebbene le conoscenze sugli andamenti del mondo stiano crescendo, in parallelo cresce sempre di più il dislivello tra quello che abbiamo imparato sul mondo. Questo gap non è stupefacente: quando si incomincia a capire qualcosa, gli interrogativi si moltiplicano. In sintesi, come diceva Chomsky, questo scarto dipende dal procedere razionale e scientifico che trasforma i misteri in problemi. Questi ultimi, a loro volta, ne generano, a cascata, molti altri.
La differenza tra il sapere e il credere di sapere si accompagna a predizioni verosimili, che appaiono molto precise, ma non sono accurate. Moody’s faceva dei computi precisi fino al decimale, e misurava così i rischi associabili ai vari scenari. Purtroppo queste valutazioni non erano accurate. E non lo erano perché i periodi su cui si basavano i calcoli erano troppo corti, o le situazioni prese in esame non erano basate su campioni abbastanza ampi. Per esempio non si pensava che negli Usa, non avendo memoria di bolle immobiliari almeno da una generazione, potesse formarsi una gigantesca bolla immobiliare al rialzo (non riconosciuta per tempo come tale). Eppure si era verificata in Giappone, a partire dagli inizi degli anni novanta. Fare previsioni precise e non accurate è come credere di saper tirare bene con una pistola perché le pallottole finiscono sempre nello stesso punto del bersaglio. Ma quel punto può non essere il centro del bersaglio, anche se noi pensiamo di essere abili perché tiriamo sempre nello stesso punto. E, per complicare le cose, il bersaglio può qualche volta essere colpito per puro caso.
Nel romanzo di Italo Calvino Il cavaliere inesistente si narra dell’amore di Rambaldo per la bella Bradamante, a sua volta innamorata di Agilulfo, il cavaliere inesistente. Bradamante “fa insieme a Rambaldo una gara di arcieri; lei lo sgrida e non l’apprezza; lui non sa che è per gioco:
- Colpisci il segno ma sempre per caso.
- Per caso? Se non sbaglio una freccia!
- Anche se t’andassero bene cento frecce, sarebbe sempre per caso!
- Cosa mai allora non è per caso? Chi riesce a riuscire non per caso?
Lentamente Agilulfo s’avvicinò, prese l’arco …
I suoi movimenti non erano quelli dei muscoli e dei nervi che cercano d’approssimarsi a una mira: egli metteva a loro posto delle forze in ordine voluto, fermava la punta della freccia nella linea invisibile del bersaglio … La freccia non poteva che andare a segno. Bradamente gridò:
- Questo sì che è un tiro!”

Più in generale i tiri con l’arco, e le predizioni, possono essere di quattro tipi:
1)      non accurate e non precise (i colpi vanno lontani dal centro e in modo disperso)
2)      accurate e non precise (colpi alla stessa distanza dal centro ma dispersi)
3)      non accurate e precise (colpi concentrati nella stessa zona del bersaglio, ma non in centro)
4)      accurate e precise (colpi concentrati tutti nel centro)

E anche nel caso 4, bisogna saper distinguere quando si centra perfettamente il bersaglio grazie alla fortuna, e quando lo si fa con abilità.
Se un campione di osservazioni è ristretto, possiamo non capire come stanno le cose perché scambiamo l’abilità per il caso e la fortuna (i gestori che battono continuamente gli indici per due, tre anni o anche più: ma quanti sono i gestori in totale? E qual è il periodo complessivo di tempo considerato?).

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