sabato 9 aprile 2016

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 169 – Quando l'esperienza personale ci inganna


Ricordate la lezione precedente? La struttura dell’esempio era semplice. Avevamo 100 persone e un campione di dieci casi tratto da una popolazione in cui 4 volte su 5 si vinceva e 1 volta su 5 non si vinceva nulla. Poniamo che le persone
facciano l’esperienza di 10 casi tirati a sorte da una popolazione di eventi così distribuita, e poniamo che 4 sia un GUADAGNO e 0 sia una PERDITA. Ci saranno solo 30 persone che faranno un’esperienza di due perdite ogni dieci casi.
Le altre saranno più fortunate o più sfortunate. Se però il gioco è ripetuto molte volte, sui tempi lunghi, tutte le persone hanno le stesse esperienze di rapporti tra casi positivi e casi negativi, e quindi la loro impressione soggettiva della probabilità che capiti un guadagno o una perdita finisce per corrispondere alla frequenza oggettiva, cioè due perdite ogni dieci casi.
Tutto questo sembra un gioco un po’astruso. E invece è un problema di terribile importanza. Sta semplicemente a significare che, nel caso di eventi rari, positivi ma soprattutto negativi, viviamo troppo poco a lungo per avere un’impressione soggettiva corretta, cioè un’esperienza che corrisponda all’effettiva pericolosità dei mercati e, cosa più grave, alla pericolosità della vita. Ecco la morale di questa simulazione.
Un modo sintetico per mostrare la quintessenza della storia per cui gli italiani che agiscono sulla base della loro esperienza, cioè delle esperienze della loro vita, o anche di quelle di familiari, amici e conoscenti, sono spesso sotto-assicurati. E questo non vale solo nei casi negativi, ma anche in quelli positivi. Prendiamo le sequenze di mercato-toro, rappresentate in questa tabella che ho già commentato.

L’attuale “rally” della borsa statunitense, faro delle borse mondiali, mostra una lunghezza in mesi eccezionale, essendo il terzo periodo “toro” per durata della storia. Non è sorprendente che stia perdendo fiato per strada e subisca contraccolpi. Fonte: Bloomberg modificata.

Immaginate tre statunitensi che si fanno un portafoglio diversificato in cui la metà è fatta di S&P 500. Uno comincia nel giugno del 1949, uno nell’ottobre del 1990, e infine uno nel marzo 2009. Tutti e tre avranno un’impressione positiva della borsa statunitense perché la vedono crescere mese dopo mese, anno dopo anno, come mostra la tabella. Ma sono solo tre casi su un periodo di tempo lungo un secolo!
Certo, se viveste almeno un secolo, come risparmiatori, la vostra esperienza diretta, personale, riprodurrebbe in modo abbastanza  fedele quello che succede sui tempi lunghi. Avreste anche incappato in due crisi ma, con la prospettiva di un secolo, anche i mercati orso, speculari a quelli toro (anche se più rari e più brevi), avrebbero il loro peso corretto nella vostra vita ultrasecolare. Il fatto è che viviamo molto meno a lungo e quindi il rischio (pericolosità) soggettivo dei mercati finanziari, dei terremoti, dei matrimoni andati male e di tanti altri guai dipende in buona parte dal caso. Dipendono dal caso nel senso che non abbiamo abbastanza tempo per mettere a frutto quello che abbiamo imparato nel corso della nostra esistenza terrena. Il più delle volte, per la verità, le cose vanno bene, e quindi le nostre esperienze personali conducono (nella maggior parte dei casi) ad atteggiamenti improntati a un ottimismo di fondo.
Nella lezione precedente abbiamo visto i motivi per un certo ottimismo diffuso, consistente nel supporre che le cose negative non possano capitare proprio a noi.
In linea generale, un certo ottimismo permea tutte le previsioni finanziarie. Se, per esempio, consideriamo il campione di esperti intervistati da Bloomberg vediamo che sono sempre costretti a correggere le previsioni al ribasso, soprattutto di questi ultimi tempi (la linea bianca della figura, relativa alle previsioni di qui a un anno, si colloca sopra la linea blu, l’indice S&P500). 

In figura la linea bianca indica le previsioni degli esperti di qui a un anno. Essa si colloca sistematicamente sopra la linea blu, l’indice S&P 500. Fonte: Bloomberg modificata.
Vediamo che anche gli esperti, che hanno lunga esperienza e ne hanno viste tante, tendono a vedere un futuro roseo e, poi, a correggersi come è avvenuto all’inizio del 2016.  

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