Ricordate
la lezione precedente? La struttura dell’esempio era semplice. Avevamo 100
persone e un campione di dieci casi tratto da una popolazione in cui 4 volte su
5 si vinceva e 1 volta su 5 non si vinceva nulla. Poniamo che le persone
facciano l’esperienza di 10 casi tirati a sorte da una popolazione di eventi
così distribuita, e poniamo che 4 sia un GUADAGNO e 0 sia una PERDITA. Ci
saranno solo 30 persone che faranno un’esperienza di due perdite ogni dieci
casi.
Le altre saranno più fortunate o più
sfortunate. Se però il gioco è ripetuto molte volte, sui tempi lunghi, tutte le
persone hanno le stesse esperienze di rapporti tra casi positivi e casi
negativi, e quindi la loro impressione soggettiva della probabilità che capiti
un guadagno o una perdita finisce per corrispondere alla frequenza oggettiva,
cioè due perdite ogni dieci casi.
Tutto questo sembra un gioco un
po’astruso. E invece è un problema di terribile importanza. Sta semplicemente a
significare che, nel caso di eventi rari, positivi ma soprattutto negativi,
viviamo troppo poco a lungo per avere un’impressione soggettiva corretta, cioè
un’esperienza che corrisponda all’effettiva pericolosità dei mercati e, cosa
più grave, alla pericolosità della vita. Ecco la morale di questa simulazione.
Un modo sintetico per mostrare la
quintessenza della storia per cui gli italiani che agiscono sulla base della
loro esperienza, cioè delle esperienze della loro vita, o anche di quelle di
familiari, amici e conoscenti, sono spesso sotto-assicurati. E questo non vale
solo nei casi negativi, ma anche in quelli positivi. Prendiamo le sequenze di
mercato-toro, rappresentate in questa tabella che ho già commentato.
L’attuale “rally” della borsa statunitense, faro delle borse mondiali,
mostra una lunghezza in mesi eccezionale, essendo il terzo periodo “toro” per
durata della storia. Non è sorprendente che stia perdendo fiato per strada e
subisca contraccolpi. Fonte: Bloomberg modificata.
Immaginate tre statunitensi che si fanno un portafoglio diversificato in cui la metà è fatta di S&P 500. Uno comincia nel giugno del 1949, uno nell’ottobre del 1990, e infine uno nel marzo 2009. Tutti e tre avranno un’impressione positiva della borsa statunitense perché la vedono crescere mese dopo mese, anno dopo anno, come mostra la tabella. Ma sono solo tre casi su un periodo di tempo lungo un secolo!
Certo, se viveste almeno un secolo,
come risparmiatori, la vostra esperienza diretta, personale, riprodurrebbe in
modo abbastanza fedele quello che
succede sui tempi lunghi. Avreste anche incappato in due crisi ma, con la
prospettiva di un secolo, anche i mercati orso, speculari a quelli toro (anche
se più rari e più brevi), avrebbero il loro peso corretto nella vostra vita
ultrasecolare. Il fatto è che viviamo molto meno a lungo e quindi il rischio
(pericolosità) soggettivo dei mercati finanziari, dei terremoti, dei matrimoni
andati male e di tanti altri guai dipende in buona parte dal caso. Dipendono
dal caso nel senso che non abbiamo abbastanza tempo per mettere a frutto quello
che abbiamo imparato nel corso della nostra esistenza terrena. Il più delle
volte, per la verità, le cose vanno bene, e quindi le nostre esperienze
personali conducono (nella maggior parte dei casi) ad atteggiamenti improntati
a un ottimismo di fondo.
Nella lezione precedente abbiamo
visto i motivi per un certo ottimismo diffuso, consistente nel supporre che le
cose negative non possano capitare proprio a noi.
In linea generale, un certo
ottimismo permea tutte le previsioni finanziarie. Se, per esempio, consideriamo
il campione di esperti intervistati da Bloomberg vediamo che sono sempre
costretti a correggere le previsioni al ribasso, soprattutto di questi ultimi
tempi (la linea bianca della figura, relativa alle previsioni di qui a un anno,
si colloca sopra la linea blu, l’indice S&P500).
In figura la linea bianca indica le previsioni degli esperti di qui a un
anno. Essa si colloca sistematicamente sopra la linea blu, l’indice S&P
500. Fonte: Bloomberg modificata.
Vediamo che anche gli esperti, che
hanno lunga esperienza e ne hanno viste tante, tendono a vedere un futuro roseo
e, poi, a correggersi come è avvenuto all’inizio del 2016.
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