Paragonare
l'andamento dei terremoti a quello dei mercati finanziari può sembrare
sacrilego. Nel primo caso si può morire, nel secondo soltanto impoverirsi. In
entrambi i casi tuttavia, quando capita un evento avverso, viene spontaneo
domandarsi se questo era prevedibile e, in entrambi i casi, la frequenza degli
eventi rari tende a venire sottostimata. Si pensa cioè che è improbabile che
possano capitare solo perché
non sono capitati a noi (ragion per cui, in
seguito, quando capitano appaiono super-sorprendenti). Come mai questo succede?
Poniamo di avere una situazione
incerta. Ad esempio: 80% di possibilità di vincere € 4 e 20% di vincere €
0, cioè nulla. È come se nel gioco televisivo "Affari tuoi" avessimo
davanti cinque pacchi, di cui uno è vuoto e gli altri hanno dentro € 4.
Qual è il prezzo certo di tale
opzione incerta? Ogni sera, con importi molto più elevati, i concorrenti del
gioco si pongono, insieme a milioni di spettatori, il quesito in diversi
momenti della partita. Di solito si accontentano di cifre inferiori, ma certe,
a differenza di una scommessa incerta, anche se più profittevole sui tempi
lunghi (il valore cioè risultante dalla ripetizione del gioco per innumerevoli
volte). Ovviamente al concorrente è dato giocare solo quella sera. Ora poniamo
di non avere di fronte a noi un gioco o un investimento descrivibile in questi
termini, ma di vivere la nostra vita e di incontrare un evento alla volta. Ad
esempio, può capitare questa specifica sequenza: 4,4,0,4,0,4,4,0,4,4. Ma non
sempre le cose andranno così, se il campione è piccolo, fatto cioè di dieci
eventi.
Poniamo di avere 100 persone che
fanno l'esperienza di campioni di 10 casi a partire da una distribuzione di tal
fatta. Nella media, a 38 persone capiterà l'evento raro 0 meno spesso di due
volte, e quindi sottostimeranno la probabilità di ricevere 0, cioè nulla. Di
questi 38 casi, ci sono addirittura 11 persone che non incontreranno mai lo 0,
e quindi non sanno neppure che può capitare di non vincere nulla. Solo 30
persone avranno un'esperienza perfettamente corrispondente a quella che si
avrebbe sui tempi lunghi: € 0 esattamente due volte su dieci, e quindi la loro
stima sarà esatta. Viceversa altre 32 persone faranno "esperienza 0"
più spesso di 2 volte e quindi la sovrastimeranno.
Dato che nella nostra vita noi ci
facciamo un'idea della frequenza degli eventi incerti sulla base
dell'esperienza diretta, e che non viviamo per millenni, possiamo farci idee
diverse in funzione di quello che personalmente ci capita. Questo non dipende
da noi, ma semplicemente dal caso. Quando ci colpisce un evento avverso,
inaspettato, la sorpresa può essere diversa da persona a persona e, al limite,
siamo giustificati nel pensare che sia impossibile che capiti proprio a noi:
non era mai successo prima!
I possessori di titoli Lehman
pensavano appunto questo: non era mai capitato che una banca classificata
"tripla A", il massimo della sicurezza, fallisse. Era improbabile,
non impossibile. Per l’appunto è proprio successo. Analogamente, un terremoto o
una valanga mortale (come quella del 12 marzo 2016) sono imprevisti nella loro
specificità, ma non è così imprevedibile che capiti in una certa zona della
terra. Potremmo dire che è, al contempo, imprevisto ma prevedibile.
Per questo il commento degli
esperti, in occasione dell'emozione suscitata dall'evento, può sembrare cinico.
Essi tendono a considerare quello specifico episodio drammatico all'interno di
una serie storica che poteva richiedere prevenzione. Lo specifico terremoto è
del tutto imprevisto nel "quando", ma è più prevedibile nel
"dove" può capitare. La faglia di circa 10 kilometri che ha generato
il terremoto de L'Aquila era ferma da tempo immemorabile, ma era collocata tra
una faglia più a nord, che aveva provocato un terremoto nel 1703, e una più a sud
responsabile di un terremoto nel 1300. Tutta la zona è indicata, in una carta
d'Italia sismica, con colore viola, massimo pericolo, come se fosse un titolo
finanziario rischiosissimo.
Non si sa se e quando il titolo fallirà, ma è
più probabile rispetto a una tripla A, che corrisponde a una zona sismica
colorata di celeste, come la parte sud del Veneto.
Questo parallelo tra la finanza e i
terremoti contiene molte lezioni utili nella gestione del proprio patrimonio,
inteso nel senso del nostro benessere globale. Proviamo a metterci in questa
prospettiva, corrispondente ai “piani bassi” della casetta di Marco Liera,
raffigurata qui.
Fonte: YouInvest
Partendo dalle fondamenta, troverete
la “assicurazione comportamentale” e solo alla fine, quando si raggiunge il
tetto, incontriamo la consulenza e gestione dei risparmi. L’esempio del gioco
probabilistico presentato in questa lezione contiene una morale fondamentale. E
cioè che non dobbiamo affidarci nella stima dei pericoli che potrebbero colpire
il nostro capitale umano a quella che è la nostra esperienza diretta o
indiretta, cioè quello che è capitato a noi o a familiari, amici o conoscenti.
Il pensare che “a noi non può succedere” (oppure il non pensarci per nulla) è
illusorio perché deriva dal particolare insieme di esperienze con cui siamo
entrati in contatto, proprio come nell’esempio del gioco del paragrafo
precedente. Tant’è vero che, dopo che è capitata una criticità, il numero di
assicurazioni aumenta molto. Ma è prima che ci dobbiamo pensare, quando non
viene spontaneo pensarci.
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