Nella
lezione precedente abbiamo esaminato il meccanismo della sorpresa sui tempi
corti e sui tempi lunghi. L’equivalente dei tempi corti, come nel film che abbiamo
commentato, corrisponde al trading (di pochi secondi o pochi minuti) fatto sui
mercati usando gli algoritmi incorporati nei software appositi.
Questo fenomeno, per quanto
interessante sia l’analogia con i problemi dell’attenzione e della sorpresa, qui
non ci interessa. Ci interessano invece i tempi medi, quelli che intercorrono
tra
le attese dei mercati e le dichiarazioni di una società sui suoi utili
futuri. Quando i dati vengono comunicati dalle società e diventano ufficiali i
mercati possono venire sorpresi in due modi. Possono venire delusi, in quanto i
dati risultano inferiori alle aspettative, oppure i dati comunicati e
definitivi possono sorprendere positivamente gli operatori, rendendoli più
ottimisti sul futuro di un dato titolo rispetto alle aspettative precedenti.
E’ possibile anticipare
questo scarto tra aspettative e dati ufficiali?
Cercheremo qui di
rispondere a questa domanda analizzando preliminarmente l’attuale scenario e
chiarendo la nozione di “short interest”, termine che designa il totale delle
posizioni al ribasso, come indicato in figura.
Il grafico mostra il totale delle posizioni al ribasso
sul mercato statunitense dal 2007 a oggi. Fonte: Bloomberg modificata.
Il totale delle posizioni
al ribasso su un mercato è un proxy, cioè un indice, del pessimismo presente
sul mercato o, più precisamente, delle attese di ribasso che vengono anticipate
con una posizione “short”. Quando queste si diffondono per contagio, la loro
entità è conosciuta da tutti gli operatori e si possono così innescare
rapidamente quelle che sono note come “bolle al ribasso”, bolle cioè generate
da un meccanismo imitativo che si propaga e trova conferme come una profezia
auto-avverantesi (ricordate il concorso di bellezza di keynesiana
memoria?). La figura di un aereo di carta che si avvita rende bene l’idea: è un
aereo di carta perché riguarda la finanza, e non il mondo economico, fatto di
aerei veri e propri.
Nello stesso tempo teniamo
presente che il recente “mercato toro” dura ormai da molto tempo, e comincia a
risentire della lunga corsa, come hanno mostrato le due correzioni di agosto
2015 e di gennaio 2016. Le posizioni al ribasso hanno cercato di
attaccare questo mercato senza però finora riuscirvi in modo chiaro e
definitivo.
L’attuale “rally” della borsa statunitense, faro delle
borse mondiali, mostra una lunghezza in mesi eccezionale, essendo il terzo
periodo “toro” per durata della storia. Non è sorprendente che stia perdendo
fiato per strada e subisca contraccolpi. Fonte: Bloomberg modificata.
Nello stesso tempo, a
proposito di sorprese negative, va tenuto presente che non sembra iniziata una
vera e propria recessione in Usa, dato che la produzione industriale si è solo
temporaneamente fermata, come mostra il seguente grafico.
La figura mostra in grigio le recessioni e si
domanda: è iniziata una fase di recessione? Fonte: Federal Reserve
modificata.
E tuttavia, rispetto al
grafico precedente prodotto dalla Federal Reserve, il quadro non è
pessimistico, se si tiene conto che, escludendo il settore energetico colpito
dal crollo dei prezzi del petrolio, la crescita della produzione industriale,
dopo la crisi del 2007, appare stabile.
La seguente figura riprende la precedente ed esclude
il settore energia. Il quadro è meno pessimistico: viste così le cose, non
siamo in recessione! Fonte: Federal Reserve modificata.
Se si esclude l’energia e
si guarda a quella che è nota come “core inflation” vediamo che anche
l’inflazione ha cessato di scendere. Questo sembra prospettare un quadro meno
pessimistico di quello che risulta includendo la discesa dei prezzi
dell’energia, probabilmente giunta al termine. Il quadro è però ancora “misto e
debole”, perché in molti paesi siamo ancora sotto il livello di inflazione che
ci si è posti come obiettivo.
Il livello dell’inflazione è ancora sotto gli
obiettivi in molti paesi. Fonte: Economist modificata.
Ancora una volta tuttavia la “core inflation” offre un
quadro di stabilità, cioè di blocco del calo. Fonte: Bloomberg modificata.
In questa lezione abbiamo
delineato il quadro generale per procedere, poi, nella prossima lezione, alla
domanda circa la possibilità di sfruttare le sorprese, e cioè di costruire
prodotti finanziari che sfruttino la possibile anticipazione delle sorprese
positive e negative, come abbiamo accennato all’inizio.
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