domenica 20 marzo 2016

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 166 – Sicurezza, sovra-sicurezza, sotto-sicurezza.


Nella vita delle persone avere a disposizione “riserve” è una forma di sicurezza. Gli italiani, in media, considerano buona parte dei loro risparmi come un “cuscino di sicurezza”, e quindi li tengono investiti a breve termine, e non in azioni.

E tuttavia molti dei pericoli che si nascondono dietro il “non si sa mai”,
al quale sono dedicati i risparmi investiti  a “breve termine”, possono essere prevenuti ed eliminati assicurandosi. La persona umana non funziona, per così dire, come la sicurezza in campo energetico. Gli Stati Uniti, per essere sicuri di non restare privi di energia, tengono da sempre delle riserve di petrolio e di gas. Ora hanno riserve in eccesso? Quanto eccesso?


La figura mostra l’Asea Vision ormeggiata in Texas. 163 navi come questa corrispondono alla quantità di riserve statunitensi in eccesso. Fonte: Bloomberg modificata.
Almeno 163 navi delle dimensioni dell’Asia Vision, rappresentata nella figura e parcheggiata in Texas corrispondono alle riserve in eccesso. La figura successiva mostra l’andamento temporale con cui si sono formate queste riserve in eccesso di gas.

La figura mostra l’eccesso di gas naturale rispetto alla media quinquennale delle riserve statunitensi. Fonte: Bloomberg modificata.
Ci vorranno molti anni per smaltire queste extra-riserve, così come ci vorranno molti anni per smaltire gli immobili in eccesso rispetto alle nascite di nuove famiglie in Italia e, quindi, al bisogno di nuovi immobili.

L’eccesso di petrolio negli Stati Uniti è raffigurato in blu, le previsioni di smaltimento in rosso. In teoria tra cinque anni saremo sui valori medi delle riserve. Fonte: Bloomberg modificata.
Mentre nell’energia abbiamo un “eccesso di sicurezza” di un certo tipo, nei risparmi italiani c’è un eccesso di sicurezza ottenuto con investimenti che potrebbero venir alleggeriti se si usasse, come prevenzione degli imprevisti, lo strumento assicurativo. Non è una sfida semplice, nei fatti.
In sintesi, la sfida dell’assicurazione comportamentale consiste nel rompere gli anelli di questa pseudo-catena argomentativa che sembra molto solida e convincente:
Bisogno di Sicurezza ->
-> non si sa mai
-> investimenti per il “non si sa mai”
-> investimenti a breve (liquidità e breve termini e sicuri (immobili)
-> poche assicurazioni perché sicurezza garantita in altro modo
Non è facile rompere questa catena. Per farlo dobbiamo usare, appunto, gli strumenti di quella che chiamiamo “assicurazione comportamentale”. Molti dati di realtà mostrano la forza congiunta dei fattori che generano la cosiddetta “assicurazione comportamentale”. Essa si manifesta in questi dati:
  1. Le piccole e medie imprese italiane (Pmi) rappresentano il centro nevralgico del sistema-paese, ma delle Pmi solo 1 su 7 può contare su una copertura contro gli incendi e solo 1 su 33 si tutela contro eventuali interruzioni di attività. E tuttavia si stima che circa il 90% delle Pmi che subiscono un fermo più lungo di una settimana rischi di fallire entro un anno.
  2. Solo l’11 per cento delle persone che lavorano sono coperti con una polizza Long term care che copre contro i rischi vita, malattia e infortuni.
  3. Solo il 20% del valore degli immobili detenuti a scopo di risparmio, e quindi assimilabili alle altre forme di risparmio mobiliare (volta cioè a ottenere un rendimento da un capitale investito), è oggi come oggi coperto contro incendio e danni. Questa scelta è probabilmente inconsapevole e quindi costituisce un ottimo argomento di vendita di polizze se viene fatta emergere psicologicamente. Basta spiegare che essa potenzialmente abbassa il valore complessivo di questa rilevante quota del risparmio detenuto dagli italiani.

Di fronte a questa grande opportunità di mercato, dimostrata anche da un incremento di più del 10% del settore vita dal 2014 al 2015, si pone impellente una domanda. Può lo stesso consulente gestire entrambe queste realtà, la finanza comportamentale e l’assicurazione comportamentale?  Lo vedremo nelle prossime lezioni.


Nessun commento:

Posta un commento