Siamo alla terza settimana consecutiva di recuperi e possiamo ben dire che
il rimbalzo è stato importante; non così forte da riportare le borse sui
livelli di inizio anno ma tale da “pulire” gli eccessi delle prime settimane.
Il carburante di quest’ultima settimana non è certo giustificato dal deludente
G20 di Shangai che ha prodotto pochi risultati, che del resto nessuno
attendeva.
Va sottolineato però che due borse, quella brasiliana e quella russa, non
si sono limitate a dei semplici rimbalzi ma si sono riportate in terreno
positivo, registrando rispettivamente un +13,23% e un +8,09% da inizio anno. La
metà dei Brics dunque si smarca dagli altri due player, Cina e India, che
restano in negativo, soprattutto la Cina che continua a restare il peggiore
mercato da inizio anno.
La performance brasiliana mi lascia un poco sorpreso, data la crisi
economica e politico-giudiziaria che sta attraversando, ma evidentemente i
mercati stanno scommettendo sulla borsa carioca. La velocità del rimbalzo e la
sua entità vanno al di là del semplice rimbalzo tecnico. Avremo tempo di vedere
se questa tendenza sarà confermata.
Il rialzo di Mosca trae una razionale giustificazione dalla ripresa delle
quotazioni degli energetici che caratterizzano questo mercato.
Vediamo pertanto da inizio anno quale è la situazione dei mercati.
Ora si dovranno affrontare due settimane decisamente critiche, con le
esternazioni di Draghi del giorno 10 e la riunione della Fed del giorno 16. Se
da una parte si attende una decisa presa di posizione per assecondare la
crescita e, almeno sul fronte europeo, un ulteriore immissione di liquidità nel
sistema dall’altra non mancano le perplessità sull’efficacia di manovre che
mancano di visione coesa da parte dei componenti l’unione.
Abbiamo ormai ben compreso che la sola leva monetaria non può partorire
significativi effetti e, in presenza di una crescita prevista ancor più debole,
solo la rottura di alcuni schemi potrà dare continuità alla ripresa di queste
tre settimane.
La prudenza dovrà ancora una volta accompagnare le decisioni di
investimento. “Chi sbaglia paga”; questo motto mi sembra essere quello più
adatto in questa situazione. L’importante è comprendere quale potrebbe essere
il prezzo di eventuali errori e prendere decisioni coerenti con una razionale
valutazione del premio al rischio.
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