Eravamo rimasti in attesa delle decisioni delle banche
centrali e queste sono arrivate. La BCE la settimana precedente aveva
annunciato poderose misure di politica economica che avevamo esaminato mentre
la FED ha mantenuto invariata la sua politica.
I mercati hanno reagito in modo
pacato, senza
particolari sussulti. Sul piatto ci stanno infatti i dubbi e le perplessità che
la tanto sospirata ripresa si faccia ancora attendere; le stime di crescita
sono infatti previste al ribasso rispetto alle attese nonostante una
stabilizzazione del mercato del lavoro e debolissimi accenni di ripresa
inflativa, almeno negli USA.
Dal canto suo Draghi ha invitato, con crudo realismo,
i responsabili delle politiche economiche europee a darsi una mossa sul lato
delle riforme consapevole che la sola politica monetaria non può produrre gli
effetti tanto desiderati.
Comunque sia i mercati hanno proseguito il recupero
dai minimi della seconda settimana di febbraio e, con quella appena trascorsa,
sono ben cinque le settimane di recupero. Una buona notizia, senza dubbio, per
gli investitori ma anche un motivo di riflessione sulla tenuta del livello
raggiunto.
In assenza di politiche economiche efficaci, con una
crescita stentata e le numerose ragioni di incertezza che ben tutti conoscono,
dalla frenata dell’economia cinese al prezzo del petrolio, passando per i
timori su Brexit a cui ora si va aggiungere anche la possibile elezione di
Donald Trump, quanto potranno ancora recuperare i mercati finanziari?
Prudenti eravamo e prudenti restiamo, almeno per il
momento.
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