domenica 25 giugno 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 23/6/2017

BORSE : PAUSA DI RIFLESSIONE?

Lasciate alle spalle le preoccupazioni per le decisioni della Fed, in settimana si sono confermate le incertezze sulla prosecuzione del trend
rialzista in atto. Non certo - al momento - preoccupati dalle vicende politiche ma piuttosto dal fatto che l’andamento dell’economia americana sia entrata in una fase di rallentamento gli operatori hanno accentuato le loro perplessità. Da un mese a questa parte i rialzi sono stati piuttosto modesti e hanno riguardato prevalentemente le borse asiatiche, Tokyo e Shangai in testa, mentre i segni negativi hanno contraddistinto ben sette indici, alcuni in evidente flessione, come la borsa moscovita e quella brasiliana.

In settimana il pessimismo ha prevalso per l’ennesima volta sul mercato brasiliano, su quello russo e - in Europa – a Londra e a Milano che hanno segnato il passo. L’andamento della borsa londinese è sato ovviamente influenzato dall’avvio delle trattative per la Brexit mentre, per la borsa milanese, sono pesate le vicende legate alle popolari venete, in bilico fra salvataggio e fallimento, vicenda che si concluderà con tutta probabilità nel verso che il governo ha tracciato il che sta a significare altri soldi pubblici da immettere nel comparto finanziario.

Ma non ci sono stati solo atteggiamenti negativi, tutt’altro. La borsa di Francoforte ha fatto segnare in settimana un nuovo record storico; a farle buona compagnia quella americana con l’indice S&P 500 che a sua volta ritocca per l’ennesima volta i suoi massimi. In buona intonazione anche le piazze di Tokyo e Shangai, entrambe in positivo dell’1% ca.

Stiamo per giungere al giro di boa annuale e nei prossimi giorni probabilmente si potrà meglio percepire se i flussi di liquidità continueranno a sostenere il mercato dell’equity o se qualche operatore, soddisfatto dei risultati sin qui acquisti, vorrà iniziare a prendere beneficio riducendo le proprie esposizioni.


Lanciamo dunque uno sguardo sull’andamento dei principali indici azionari da inizio anno:

Marginali invece sono state le variazioni nei rapporti di cambio fra le valute, come si può osservare nel grafico successivo:



Sostanzialmente fermo il cambio fra euro e dollaro, come pure fra euro e sterlina. In leggero apprezzamento il cambio fra l’euro e le due principali monete asiatiche, lo yen giapponese e lo yuan cinese. Se proprio si vuole cercare il pelo nell’uovo possiamo invitare a una certa attenzione sui rapporti di cambio fra euro e sterlina potenzialmente influenzati dalle trattative sull’uscita dall’Europa. Ipotesi di lavoro accettabile ma ancora tutta da verificare.

Prosegue invece, sul mercato obbligazionario, l’onda di acquisti sui titoli governativi che hanno raggiunto un livello di remunerazione estremamente modesto. Il decennale americano remunera gli investitori il 2,14%, il livello minimo da inizio anno, come pure accade alla Francia. Solo tre centesimi separano i titoli britannici dalla stessa sorte mentre il bund tedesco si mantiene il 20% al di sopra dei minimi dell’anno (eravamo a fine febbraio); ai sottoscrittori oggi spetta un modestissimo 0,25% annuo.

E il nostro btp? A inizio annuo remunerava l’1,82% ma questo livello modestissimo è durato solo una settimana, dopo di che si è impennato sino al 2,54% di metà marzo per poi ridiscendere gradualmente sino ad ora. Alla fine della settimana scorsa i rendimenti del decennale italiano erano fissati all’1,91%, una manciata di centesimi dal suo minimo annuale e lo spread suggella questa situazione portandosi a 166,5 bp scolorendo nella nostra memoria i record da brivido del 2011. Resta da vedere se le politiche economiche e la crescita che piano piano sta prendendo piede saranno sufficienti quantomeno per consolidare questi livelli.

Nei due grafici successivi i rendimenti in chiusura di settimana e il confronto fra quelli di inizio anno e quelli odierni.




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