martedì 20 giugno 2017

Laboratorio GAM - Lezione N. 225 – Il paradosso fondamentale del passaggio generazionale



Il rapporto tra una buona gestione della parte finanziaria di un patrimonio e il tema del passaggio generazionale crea quello che chiamerò il PARADOSSO DEL PASSAGGIO GENERAZIONALE.

Il dibattito recente sui fatti economici e finanziari è molto bene riassunto nel recente libro di Mervyn King, professore alla London School of Economics e conoscitore profondo della recente crisi del 2008 che King ha “attraversato” e poi ha analizzato non solo come studioso e teorico, ma anche nel suo ruolo operativo di governatore della Banca di Inghilterra dal 2003 al 2013 (Mervyn King, La fine dell’alchimia. Il Saggiatore, Milano 2017).

Il suo libro mette in luce e usa come schema interpretativo il concetto di “incertezza radicale”, irriducibile alla nozione di rischio caratterizzata dalla possibilità di misurare o di stimare la variabilità di un fenomeno. Tale misurazione/stima del rischio è possibile soltanto in questi tre casi:
  • sulla base delle caratteristiche evidenti di un fenomeno che prevede un certo numero di possibilità (un dado non truccato ha sei facce e non occorre fare misure della frequenza dei risultati dei lanci per prevedere che sui tempi lunghi una faccia del dado ha una probabilità su sei di uscire: lo si vede direttamente!).
  • oppure misurando come si presenta la varianza e la variabilità nel tempo di un fenomeno che è caratterizzato da una certa regolarità (la nozione su cui fanno leva le assicurazioni).
  • o, infine, soltanto in termini di stima probabilistica, quando si misurano i prezzi delle scommesse sul futuro. Per esempio, i prezzi dell’assicurarsi contro eventuali discese future. Per esempio, il  VIX (tecnicamente CBOE, Chicago Board Option Exchange) è una misura delle aspettative della volatilità del mercato S&P 500 a breve termine, e cioè il prezzo che gli operatori sono disposti a pagare per assicurarsi la facoltà, ma non l’obbligo, di scommettere al rialzo o al ribasso sull’indice S&P 500.

Di questi tre tipi di misurazioni/stime solo il VIX è in certo qual modo una previsione legata al grado di ottimismo/pessimismo presente sui mercati. In effetti, è l’indicatore che ha una correlazione inversa con lo S&P500, una correlazione inversa solida, che dura da, e presumibilmente su, tempi lunghi, come mostra la figura.

Correlazione inversa tra VIX e S&P 500. Fonte: Bloomberg modificata
Che ci sia un elevato ottimismo dopo le elezioni per la presidenza francese e quelle amministrative tedesche, oltre che dalle speranze nelle politiche fiscali di Trump, lo si vede dai valori alti che cha il rapporto p/u sul mercato americano, indice di ottimismo nel senso che la borsa viene acquistata a valori “cari” rispetto alla media storica del p/u. 
Se esaminiamo tali valori dal 1881 a quasi metà 2017, vediamo che le azioni si possono comprare ”care” o “a buon prezzo”, con una tale oscillazione – soprattutto a partire dal 1980 – che è cruciale avere, oltre una buona diversificazione globale, un orizzonte temporale lungo (di qui il “paradosso del passaggio generazionale” di cui parleremo tra poco).
Media storica del rapporto prezzo utili della borsa americana. La media storica è circa 16, dal 1990 la media è più di 25. Quindi il valore attuale è molto alto rispetto alla media secolare, non a quella dell’ultimo trentennio. Fonte: Economist modificata.
Un'altra stima indiretta dell’ottimismo/pessimismo nei confronti del futuro è data dal costo dell’assicurarsi contro eventuali discese future. Come indica la figura il prezzo di tale assicurazione è ai minimi.

Da inizio 2016 il prezzo di assicurazione contro le discese è ai minimi. Fonte: Bloomberg modificata.
Comunque, va detto che tutti questi indicatori sono inutili per previsioni a medio-lungo termine e la loro estrema variabilità mostra la necessità di diversificare a livello globale e di pianificare un portafoglio e un patrimonio sui tempi lunghi.

Queste considerazioni hanno direttamente a che fare con il tema che ci è caro: il passaggio generazionale.
Noi sappiamo che il patrimonio degli italiani è di circa ottomila miliardi, tra beni immobili e mobili. Sappiamo inoltre che circa duemila miliardi sono gestiti. Il rapporto tra una buona gestione della parte finanziaria di un patrimonio e il tema del passaggio generazionale crea quello che chiamerò il PARADOSSO DEL PASSAGGIO GENERAZIONALE. Esso è fondato sui seguenti dati di fatto:
  • piramide generazionale
  • buona gestione per il detentore del portafoglio,
  • età dei detentori,
  • profili di rischio su cui è tarata la gestione

Il dato di partenza è la piramide dell’età.


Piramide età "rettangolare" in Italia, e particolarmente "femminile". Fonte: Economist modificata.


Come è noto, in Italia, la piramide dell’età mostra la più alta percentuale mondiale di persone anziane dopo il Giappone. Inoltre se andiamo a vedere i detentori di patrimoni sopra la soglia del mezzo milione di euro di quota gestita vediamo che la piramide è, ai vertici, ancora più “rettangolare”, nel senso che tali patrimoni sono controllati da persone di più di 70 anni e prevalentemente di sesso femminile. Di qui il paradosso del “passaggio generazionale”, che in sintesi si può descrivere così:

  • quanto più il profilo del detentore viene ottemperato dal gestore, tanto più il portafoglio ha - con il passare degli anni - un orizzonte “corto”;
  • tanto più passano gli anni del detentore tanto più il profilo è inadatto alla persona che riceverà il portafoglio dopo il passaggio generazionale.


L’Italia è il paese più sano del mondo! Fonte: World Health Organization.

Assieme all’andamento rettangolare della piramide dell’età va presa in considerazione come variabile rilevante l’ottimo livello di salute degli italiani (per fortuna!).  Questo fa sì che, in Italia, oggi come oggi, il più importante compito del consulente, se vuole proteggere il patrimonio che gli è stato affidato, consiste nel rimuovere gli ostacoli psicologici al passaggio generazionale e nell’allungare di conseguenza, gradatamente, l’orizzonte temporale.


Paesi più "sani". Fonte: World Health Organization.

Vedremo nelle prossime lezioni che tale paradosso è aggravato dal fatto che gli stessi detentori, diventando sempre più vecchi, soprattutto se si tratta di signore, diventano anche sempre più prudenti nel senso che aumenta l’eventuale dolore provocato dalle perdite con l’aumentare dell’età (dolore che è, comunque a qualsiasi età, sempre maggiore della soddisfazione dei guadagni di pari entità).

I dati su quello che il Sole definisce “fisiologico trend su allocazioni difensive” sono riportati sul Sole24Ore del 9 maggio, p. 23.



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