domenica 29 gennaio 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 27/01/2017



USA: EUFORIA ALLE STELLE

La settima uscente si chiude con un ennesimo ritocco di ben tre record concernenti gli indici di riferimento del nostro osservatorio; lo S&P 500, il Nasdaq e il World Msci ritoccano infatti i loro massimi portandoli rispettivamente a
2294, 5660 e 1395 punti. Ciò significa che da marzo 2009, punto di minima della spirale negativa avviata dal fallimento di Lehman Brothers, la crescita di questi tre mercati (peraltro strettamente correlati) è stata rispettivamente di 230, 330 e 160 punti percentuali.

Questi numeri da capogiro hanno indubbiamente ripagato coloro che hanno tenuto saldi i nervi in quei terribili momenti di panico generale e ancor di più coloro (ma qui parliamo soprattutto di grandi operatori professionali) che hanno interpretato in senso ottimistico e speculativo le grandi manovre delle banche centrali a cui spetta la responsabilità (nel bene e nel male) di aver inondato il mercato di liquidità al fine di  aiutare banche e imprese in difficoltà ma il cui utilizzo è stato in buona parte dirottato sui mercati andando ad ingrassare ulteriormente i signori della finanza.

Noi però non siamo qui per giudicare se ciò tutto ciò è stato buono o cattivo ma per capire le cause dei fenomeni economici e finanziari e cercare di dare anche un significato prospettico a questi fenomeni; stiamo infatti verificando che in questi più recenti tempi la crescita dei mercati è stata favorita anche dagli investitori che inizialmente avversavano Trump (al fine di incamerare a loro volta una parte delle performance) e, più recentemente, anche dai piccoli risparmiatori che - abbandonando le loro pluriennali diffidenze - ora confidano nel tocco magico del neo-presidente per partecipare al banchetto (analisi di Bank Of America commentata da IlSole-24Ore del 28 Gennaio “I mercati trascurano il rischio azionario”).

Il noto istituto bancario statunitense è infatti giunto alla conclusione che il grande rally sia prossimo alla sua fine; dal canto nostro evitando di abbracciare qualsiasi tipo di previsione (lo sappiamo bene che è un esercizio a perdere) siamo nondimeno intenzionati a sottolineare che a più riprese abbiamo espresso le nostre perplessità relativamente alla base speculativa di questo trend invitando i lettori alla prudenza nell’allocazione dei loro patrimoni.
Quando invitiamo alla prudenza il nostro intendimento è quello di indurre alla comprensione dei rischi e delle insidie che si possano celare dietro a certi fenomeni, sottolineando sistematicamente che il patrimonio familiare dei singoli  investitori, accumulato nella stragrande maggioranza dei casi attraverso atti di sacrifici e rinunce, non può essere banalmente gettato come una fiche sul tappeto verde di una roulette.


LA SETTIMANA DEI MERCATI

Abbiamo appena detto che permane un clima di ottimismo e infatti, a quasi un mese da inizio anno, con la sola eccezione della borsa parigina (-0,46%) gli indici azionari sono tutti in area positiva; il Brasile conferma il suo momento di gloria primeggiando anche in questo primo mese borsistico con una crescita che sfiora il 10% ma buone performance caratterizzano anche Hong Kong, seconda miglior crescita con un apprezzabile +6,18%.

India e Russia (+4,72 e +3,76) fanno buona compagnia ai due indici americani, lo S&P 500 e il Nasdaq, che come abbiamo detto poc’anzi si sono spinti sui massimi, il che significa rispettivamente il 5,16 e il 2,50% da inizio mese. Soddisfacenti anche le crescite di Germania (+2,90%) e dell’indice mondiale Msci che è andato anch’esso a ritoccare i suoi massimi incrementando il suo valore di inizio 2017 del 2,77%. A seguire tutti gli altri con risultati decrescenti con l’indice Eurostoxx 50 a chiudere la fila con un modesto +0,39%.

La settimana appena chiusa presenta andamenti piuttosto contrastanti, con l’indice moscovita sugli scudi grazie al suo +4,97%; in territorio negativo solamente tre indici, tutti europei, ossia Francia (-022%), Gran Bretagna (-0,19%) e Italia, quello con la peggiore performance, pari a -0,77%. Appena sopra lo zero l’indice Eurostoxx (+0,12%) mentre gli altri mercati registrano apprezzabili performance racchiuse tra un minimo del 0,91% dell’indice mondiale (e record, ndr) e un massimo del 3,14% della borsa indiana.

Potete vedere il dettaglio nel grafico che segue.


ANDAMENTO DELLE VALUTE

In questo primo mese dell’anno (vedi grafico seguente) è piuttosto evidente il rafforzamento dell’Euro sul Dollaro Usa e sullo Yuan Cinese. L’Euro contro dollaro arresta la sua crescita fissando un rapporto di 1 a 1,07, trend di apprezzamento sostanzialmente costante da inizio anno (+1,70% in quattro settimane). Piuttosto simile l’andamento dell’Euro verso lo Yuan cinese che si è andato stabilizzando su un rapporto di 1 a 7,35 che, da inizio gennaio, equivale a un +0,75%.

Diversamente da quanto detto poc’anzi per dollaro e yuan, ritorniamo sostanzialmente sui valori di inizio anno per quanto concerne il rapporto di cambio con lo Yen Giapponese e con la Lira Sterlina, valute che  inizialmente si erano andate rafforzando (lo yen) e indebolendosi (la sterlina).



IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO

Settimana delicata invece per quanto concerne i bond governativi italiani. In una sola settimana infatti il rendimento dei Btp è passato dal 2,03 al 2,22, un sensibile incremento che, sulla scorta di un incremento contenuto del bund tedesco (rendimento passato da 0,42% a 0,46%), ha visto un allargamento dello spread, pari a 177,40 in chiusura di venerdì, un licvello che non si registrava dal dicembre scorso causa le turbolenze politiche interne provocate dall’esito elettorale.

L’incremento dei rendimenti non è però una questione solo interna dato che coinvolge i bond di tutto il paniere da noi osservato. Scendendo nel dettaglio va sottolineato che crescono i rendimenti nei tre paesi euro - da inizio anno - del 22% in Italia, del 51% in Francia e del 123% in Germania. Sostanzialmente stabili nel mese quelli Usa, che variano di un modesto 1,4%, mentre quelli britannici aumentano del 10%.
Se da un lato non possiamo che essere favorevoli a questi incrementi, che rappresentano un timido inizio verso la normalità (ossia verso la riduzione degli squilibri strutturali attuali), dall’altro non possiamo che indurre i risparmiatori ad un’attenta verifica dei loro asset del credito in termini di qualità e duration, elementi estremamente sensibili nelle fasi di aumento dei tassi dato che possono provocare perdite in conto capitale sugli asset a proprie mani anche di elevata entità.



CONCLUDENDO

L’insediamento del nuovo leader americano si sta caratterizzando sin dalle prime ore per una serie di provvedimenti e cambiamenti di rotta destinati a mutare gli attuali equilibri e nessuno è ancora in grado di poterne valutare gli effetti futuri. Tutti noi però conosciamo l’importanza ed il peso degli Usa a livello politico ed economico. Sappiamo anche che è in atto un primo debole tentativo di ritorno alla normalità in merito alle politiche monetarie e alla struttura dei tassi di interesse e sappiamo inoltre che il ciclo espansivo della finanza è ormai al suo ottavo anno (fatto che per durata è assolutamente inusuale).

L’invito è dunque quello di favorire ogni atteggiamento prudenziale possibile, così come l’abbiamo definito in precedenza. Con questo clima e con queste premesse la collaborazione di un vero consulente al proprio fianco è forse il migliore degli investimenti. A breve parleremo di consulenti (e di consulenza) al fine di capire per davvero di che cosa si tratta e del perché vale la pena richiedere la loro collaborazione.



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