IL 2017 E’ INIZIATO NEL SEGNO DELLA CONTINUITA’
Ritorna la nostra rubrica
dopo la breve pausa natalizia e non possiamo che iniziare sottolineando la
positività dei mercati azionari sotto osservazione in questo primo scorcio
dell’anno a conferma del positivo trend iniziato all’indomani delle elezioni
statunitensi. Nell’osservare il grafico soprastante, già a colpo d’occhio,
si
intuisce che l’intero paniere dei mercati si colloca in area positiva. In particolare
alcuni mercati si distinguono per la loro vivacità, come il Brasile - che cresce
del 5,69% - Hong Kong (del 4,26%) e il Nasdaq che ritocca i suoi massimi
storici con un +3,55%.
Ma non è solamente il Nasdaq che
festeggia il nuovo record dato che gli fanno compagnia la borsa londinese
(+2,73% in nelle prime due settimane del 2017) e due tra i principali indici
azionari, lo S&P 500 e il Msci World, quest’ultimo sospinto verso questa performance proprio dal mercato
statunitense che conferma le molte attese riposte sulle annunciate politiche di
sviluppo del neo-eletto Trump.
In effetti le attese per una crescita globale sono
supportate anche dagli ultimi dati economici sullo stato della congiuntura, sia
per quanto riguarda i Paesi Sviluppati che gli Emergenti
(incremento dell’inflazione in tutte le aree, attese di crescita del Pil in
territorio positivo, disoccupazione in calo o sostanzialmente stabile). Nel corso di quest’anno c’è probabilmente
spazio per una revisione al rialzo delle stime di crescita sia del PIL che
degli utili visto l'orientamento degli indici anticipatori: PMI Eurozona
Composite a 54.4 da 53.9, ISM USA Manufacturing 54.7 da 53.2 e
Non-Manufactoring confermato a 57.2. Indicatori anticipatori in miglioramento
rispetto ai dati dello scorso mese anche in Cina, in India e in Brasile.
QUANTO PUO’ ESSERE SOSTENIBILE QUESTO TREND?
Restano
però alcuni dubbi sulla sostenibilità reale di questo clima euforico. Ha un po’
del paradossale questa situazione nella quale tutto il mondo sembra esultare
intorno alle attese prime mosse del neo-presidente USA che, al contempo,
minaccia di smantellare gli attuali accordi di libero scambio in favore di
accordi bilaterali con contestuale revisione dell’attuale peso delle
partnership, ma non possiamo far altro che stare a vedere.
Un aspetto da tenere ben presente nella costruzione
degli asset di portafoglio è costituito dalla fine, velatamente annunciata, del
Quantitative Easing della BCE che sembra orientata a voler favorire un
irripidimento della curva dei tassi per migliorare la redditività del settore
finanziario anche se i mercati hanno già in parte anticipato tutto ciò e avendo
ben presenti le difficoltà relative alla situazione politica europea che nei
prossimi mesi sarà messa alla prova da alcuni importanti e delicati
appuntamenti elettorali. In effetti questa ha tutta l’aria di una strada
segnata e i rischi che tutto ciò comporta non vanno certo sottovalutati.
UNO SGUARDO AL MERCATO OBBLIGAZIONARIO E A
QUELLO VALUTARIO
Con questo primo articolo del nuovo anno abbiamo
convenuto inserire anche una rapida informazione relativamente ai tassi dei
titoli governativi; nel successivo grafico abbiamo indicato il tasso corrente
dei decennali di USA, Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia che
costituiscono le principali aree di investimento per i risparmiatori italiani,
probabilmente oggetto nei prossimi mesi di più o meno elevata volatilità.
Per quanto riguarda il
mercato valutario, dato che un’informazione squisitamente puntuale non desta
particolare interesse, l’orientamento è stato quello di indicare il trend dell’Euro
rispetto ad almeno le tre principali valute (dollaro USA, yen giapponese e
sterlina inglese) relativamente a un mese.
Dal grafico successivo si può
verificare come nell’arco di un mese il rapporto fra euro e dollaro sia stato
favorevole alla moneta comunitaria (dopo aver toccato a dicembre minimi che non
vedevamo dal 2002) e così è stato per la sterlina, fortemente indebolita a
causa dell’uscita dalla UE. Diversamente, nell’ultimo mese lo yen si è
lievemente apprezzato nei confronti dell’euro.
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