domenica 15 gennaio 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 13/01/2017

IL 2017 E’ INIZIATO NEL SEGNO DELLA CONTINUITA’

Ritorna la nostra rubrica dopo la breve pausa natalizia e non possiamo che iniziare sottolineando la positività dei mercati azionari sotto osservazione in questo primo scorcio dell’anno a conferma del positivo trend iniziato all’indomani delle elezioni statunitensi. Nell’osservare il grafico soprastante, già a colpo d’occhio,
si intuisce che l’intero paniere dei mercati si colloca in area positiva. In particolare alcuni mercati si distinguono per la loro vivacità, come il Brasile - che cresce del 5,69% - Hong Kong (del 4,26%) e il Nasdaq che ritocca i suoi massimi storici con un +3,55%.

Ma non è solamente il Nasdaq che festeggia il nuovo record dato che gli fanno compagnia la borsa londinese (+2,73% in nelle prime due settimane del 2017) e due tra i principali indici azionari, lo S&P 500 e il Msci World, quest’ultimo sospinto  verso questa performance proprio dal mercato statunitense che conferma le molte attese riposte sulle annunciate politiche di sviluppo del neo-eletto Trump.

In effetti le attese per una crescita globale sono supportate anche dagli ultimi dati economici sullo stato della congiuntura, sia per quanto riguarda i Paesi Sviluppati che gli Emergenti (incremento dell’inflazione in tutte le aree, attese di crescita del Pil in territorio positivo, disoccupazione in calo o sostanzialmente stabile). Nel corso di quest’anno c’è probabilmente spazio per una revisione al rialzo delle stime di crescita sia del PIL che degli utili visto l'orientamento degli indici anticipatori: PMI Eurozona Composite a 54.4 da 53.9, ISM USA Manufacturing 54.7 da 53.2 e Non-Manufactoring confermato a 57.2. Indicatori anticipatori in miglioramento rispetto ai dati dello scorso mese anche in Cina, in India e in Brasile.

QUANTO PUO’ ESSERE SOSTENIBILE QUESTO TREND?

Restano però alcuni dubbi sulla sostenibilità reale di questo clima euforico. Ha un po’ del paradossale questa situazione nella quale tutto il mondo sembra esultare intorno alle attese prime mosse del neo-presidente USA che, al contempo, minaccia di smantellare gli attuali accordi di libero scambio in favore di accordi bilaterali con contestuale revisione dell’attuale peso delle partnership, ma non possiamo far altro che stare a vedere.

Un aspetto da tenere ben presente nella costruzione degli asset di portafoglio è costituito dalla fine, velatamente annunciata, del Quantitative Easing della BCE che sembra orientata a voler favorire un irripidimento della curva dei tassi per migliorare la redditività del settore finanziario anche se i mercati hanno già in parte anticipato tutto ciò e avendo ben presenti le difficoltà relative alla situazione politica europea che nei prossimi mesi sarà messa alla prova da alcuni importanti e delicati appuntamenti elettorali. In effetti questa ha tutta l’aria di una strada segnata e i rischi che tutto ciò comporta non vanno certo sottovalutati.

UNO SGUARDO AL MERCATO OBBLIGAZIONARIO E A QUELLO VALUTARIO

Con questo primo articolo del nuovo anno abbiamo convenuto inserire anche una rapida informazione relativamente ai tassi dei titoli governativi; nel successivo grafico abbiamo indicato il tasso corrente dei decennali di USA, Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia che costituiscono le principali aree di investimento per i risparmiatori italiani, probabilmente oggetto nei prossimi mesi di più o meno elevata volatilità.

 
Per quanto riguarda il mercato valutario, dato che un’informazione squisitamente puntuale non desta particolare interesse, l’orientamento è stato quello di indicare il trend dell’Euro rispetto ad almeno le tre principali valute (dollaro USA, yen giapponese e sterlina inglese) relativamente a un mese.

Dal grafico successivo si può verificare come nell’arco di un mese il rapporto fra euro e dollaro sia stato favorevole alla moneta comunitaria (dopo aver toccato a dicembre minimi che non vedevamo dal 2002) e così è stato per la sterlina, fortemente indebolita a causa dell’uscita dalla UE. Diversamente, nell’ultimo mese lo yen si è lievemente apprezzato nei confronti dell’euro.




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