domenica 2 febbraio 2014

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 69 – Un ostacolo per il consulente: l’eccesso di emozioni che i clienti provano e proiettano fuori di sé



Tempo fa ho parlato nella nozione di “sentimento del mercato”, quasi che il mercato provasse emozioni. In un Plus che ho letto recentemente, il supplemento del Sole24Ore di sabato 21 dicembre 2013, si parla di “umore alterno”. Di chi è questo umore alterno? Del mercato o degli investitori, e non è forse la stessa cosa? Per rispondere a questa domanda, proviamo a consultare il sito INVESTOPEDIA. 

Ecco la definizione che troviamo: “Market sentiment is the feeling or tone of a market (la sensazione o il tono del mercato), or its crowd psychology (o la sua psicologia della folla), as revealed through the activity and price movement of the securities traded in that market (così come si rivela attraverso i movimenti dei prezzi). For example, rising prices would indicate a bullish market sentiment (i prezzi che salgono indicano un mercato “toro”), while falling prices would indicate a bearish market sentiment (un sentimento di mercato “orso”). Market sentiment is not always based on fundamentals.” L’ultima frase è cruciale perché ci dice che il “sentiment” del mercato può non coincidere con i fondamentali del mercato. Ecco la spiegazione della genesi delle bolle al ribasso e al rialzo, cioè ecco dove va individuata l’origine degli scostamenti profondi e relativamente duraturi rispetto alle medie storiche. Certo, questi scostamenti sui tempi lunghi si riassorbono, come ha dimostrato il premio Nobel dell’Economia di quest’anno, Robert Shiller. 

Ma sono tempi troppo lunghi per la pazienza e la perseveranza di molti risparmiatori, anche perché i risparmiatori privi di consulente risentono di quello che loro stessi hanno personalmente deciso di fare, e non solo degli andamenti dei mercati. Un semplice esempio: Provate a confrontare due amici, Tizio e Caio che hanno la stessa quantità di risparmi e che, nel corso dello stesso periodo, si trovano in queste condizioni:

· Tizio: ha investito tutto sul titolo A. Dopo aver perso circa il 10% passa al titolo B, che a sua volta perde circa il 10%. Il titolo A, nel frattempo, perde anche lui circa un altro 10%. Alla fine Tizio ha perso in totale il 20%. 

· Caio: ha investito tutto sul titolo A. Se lo tiene. Perde anche lui, alla fine, esattamente tanto quanto ha perso in totale Tizio.

Entrambi partono dallo stesso punto di partenza e si ritrovano nello stesso identico punto di arrivo. Chi sarà più contrariato? L’intuizione della maggioranza dei consulenti è che sarà più seccato Tizio. La sua perdita dipende da una sua decisione personale, e non dall’inerzia, e il rimpianto per commissione (per aver fatto qualcosa) ferisce di più di quello per omissione (per non aver fatto niente). Come si spiega questa differenza? 

L’origine psicologica della differenza sta nella nozione di controllo. Tizio ha, per così dire, agito più di Caio. Ha fatto due scelte, invece di una, perché cercava di tenere gli eventi sotto controllo. Caio, più fatalista o pigro, non ha fatto nulla, e prova così meno rimpianti. Quanto più l’impatto di qualcosa di negativo può essere attribuito a eventi che sono fuori dal nostro controllo, tanto più la forza dell’impatto si riduce. Per esempio, se il portafoglio che abbiamo costruito perde in un mercato che è calante, noi tendiamo ad attribuire il nostro male a una sfortuna comune. Se invece la stessa perdita, sempre relativa al nostro portafoglio, avviene in un mercato crescente, il nostro disagio è maggiore. 

Noi insomma non siamo felici o infelici in assoluto, sulla base dello stock totale dei nostri averi (teoria del portafoglio). E non lo siamo nemmeno in funzione di quello che abbiamo guadagnato o di quello che abbiamo perso. Infatti siamo influenzati da quello che abbiamo fatto, e anche da quello che avremmo potuto fare. Ecco perché è bene avere un consulente che guarderà il nostro portafoglio con occhi più distaccati e lavorerà per il bene del portafoglio, e non solo per la tranquillità dei nostri stati d’animo. Ma solo lui potrà garantircela questa tranquillità, grazie alla relazione che avrà con noi.

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