domenica 2 febbraio 2014

Laboratorio Swiss & Global - Lezione N. 70 – La relazione con il consulente come parafulmine



Nella lezione precedente ho mostrato che quanto più l’impatto di qualcosa di negativo può essere attribuito a eventi che sono fuori dal nostro controllo, tanto più la forza dell’impatto si riduce. Questa tendenza ad attribuire gli eventi negativi non alle nostre scelte ma agli eventi esterni è collegata alla nostra preferenza a concepire il mercato come dotato di “sentimenti”, punto che abbiamo già toccato nelle due lezioni precedenti. Quando diciamo che il mercato è euforico, intendiamo dire qualcosa di più del fatto che gli indicatori che esprimono i comportamenti e le scelte delle persone, e quindi i prezzi, sono di un certo tipo. 

Fritz Heider e Marannne Simmel, nel 1944, fecero un esperimento geniale. Disegnarono dei fotogrammi in modo da costruire un film dove si muovevano due triangoli, uno grande e uno piccolo, e un cerchietto. Queste tre figure si muovevano in modo tale da far pensare che il triangolo grande era cattivo, e voleva impedire al triangolo piccolo e al cerchietto di stare bene insieme. Il triangolo grande prima rincorre e colpisce quello piccolo, che poi si accompagna al cerchietto, cercando di sfuggire a quello cattivo. Entrambi sembrano una coppia, pacifica, che non desidera altro che stare insieme, come due innamorati. (provate a guardare: http://www.youtube.com/watch?v=sZBKer6PMtM per la teoria, cfr. http://www.all-about-psychology.com/fritz-heider.html).

Perché questo esperimento è geniale? Perché ha mostrato che noi non proiettiamo soltanto sentimenti nei mercati finanziari (dove, dopo tutto, agiscono persone in carne e ossa), ma persino in quadratini e triangoli che si muovono su uno schermo. Soltanto il tipo di movimento, il fatto che alcune figure rincorrano e colpiscano altre figure, ci fa dire che ci sono dei buoni e dei cattivi, dei violenti e dei pacifici, proprio come in un cartone animato dove i personaggi sono semplici figure geometriche. Che cosa sta dietro questa nostra tendenza ad attribuire carattere e personalità permanenti non solo alle persone, ma a tutto ciò che si muove intorno a noi, anche se ovviamente si tratta di entità inanimate, come i prezzi dei titoli, i quadrati e i triangoli? 

Il grande vantaggio di attribuire una mente ed emozioni a entità di per sé inanimate consiste nell’eliminare incertezza. Se ci facciamo l’idea che il mercato è, per conto suo, “toro”, che il triangolo è “cattivo”, allora ci aspettiamo, almeno fino a quando non cambiano le circostanze, che i mercato agirà come un toro, cioè in modo euforico e violento, e il triangolo come un essere cattivo, che vuol fare del male ai cerchietti. E’ il mercato che è “toro”, e il mercato è qualcosa di più della somma delle azioni fatte dai singoli operatori. Il beneficio che abbiamo nel proiettare menti, personalità e sentimenti a ciò che si muove fuori di noi è che, in questo modo, il mondo diventa più prevedibile e quindi controllabile da noi stessi. E’ come se gli altri “per natura” fossero fatti in un certo modo. Se sono fatti in quel modo, allora devono, per così dire comportarsi in quel modo: è la loro natura!

Ecco che siamo tornati al punto di partenza: per sconfiggere l’incertezza facciamo di tutto pur di rendere, almeno sul breve termine, il mondo prevedibile. E questa ricerca della prevedibilità spiega anche perché noi tendiamo ad attribuire a noi stessi, e non al mondo esterno, quello che succede. Basti pensare che tendiamo a risalire sempre a noi stessi, e non ad attribuire ai mercati gli esiti delle nostre scelte di investimento. Torniamo di nuovo ai rimpianti, e all’importanza di avere una relazione con un consulente, così da poter ammortizzare sentimenti che altrimenti ci fanno sentire in colpa e ci fanno star male. 

Una semplice dimostrazione: due persone, nelle stesse identiche condizioni, con lo stesso punto di partenza P e di arrivo A, possono essere felici o infelici a seconda dell’ipotesi contro fattuale sulle loro possibili scelte d’investimento del passato:

• Tizio: se avessi fatto A invece di P, adesso le cose andrebbero meglio e quindi …

• Caio: se avessi fatto B invece di P, adesso le cose andrebbero peggio e quindi …

Questo meccanismo di soddisfazione o di insoddisfazione, non in termini assoluti, ma rispetto a un determinato punto di riferimento personale, si spiega con la tendenza a personalizzare le cose, a ricondurle a noi stessi. Questa tendenza auto-referenziale è spesso perniciosa, porta a rimpianti, infelicità e quindi distacco dai nostri investimenti. Il distacco da ciò che ci fa soffrire è l’esito più pernicioso per i nostri risparmi: preferiamo non pensarci più. Qui è l’origine dell’importanza di un consulente che agirà proprio come un parafulmine. Nota storica: Benjamin Franklin scoprì che quando un fulmine, che non è altro che una scarica elettrica, colpisce un oggetto, lo attraversa soltanto per una parte: bisognava quindi pensare a qualcosa che attirasse il fulmine e ne disperdesse la forza per mezzo di un percorso obbligato. Un consulente ha la stessa funzione nell’attirare e nel disperdere le scariche emotive perniciose del suo cliente.

Nessun commento:

Posta un commento