domenica 26 maggio 2013

IT FORUM 2013 - LE MIE IMPRESSIONI


Il Palacongressi di Rimini


Anche quest’anno ho partecipato alla manifestazione riminese, giunta alla 14^ edizione, che potremo definire quella della crisi. In effetti la prima impressione che ho tratto, entrando nel Palacongressi, la bella sede del Forum, è stata di un ridotto numero di espositori rispetto alla precedente edizione.

Non solo meno espositori ma anche meno visitatori, a mio parere, anche se la presenza di Alessandro del Piero ha stimolato molti fan a mescolarsi a operatori e trader e giovedì pomeriggio ha riempito il lato destro del Palacongressi dando l’impressione ad uno spettatore poco accorto di un grandissimo successo di pubblico, ma era solo calore da tifoseria.

Due fattori positivi vanno comunque segnalati; si è notata una maggiore presenza femminile tra gli stand, il che denota un crescente interesse per la gestione del patrimonio familiare da parte delle gentili signore, cosa che certamente non guasta in un’ottica di saggia gestione delle risorse.

La seconda nota riguarda la partecipazione degli studenti che quest’anno è stata palpabile; ho verificato che molti studenti, accompagnati dai loro insegnanti, hanno presenziato a parecchi dibattiti e lezioni. Anche questo è molto positivo nell’ottica di ridurre le distanze fra il mondo accademico e quello del lavoro.

Come di consueto l'evento riminese porta alcuni tra i maggiori trader a contatto del pubblico (che gradisce, come sempre). L'offerta di strumenti e piattaforme è sempre più ampia e sofisticata e gli investitori più esperti e navigati possono cercare di migliorare la loro operatività. Diversamente dall’anno scorso ho percepito un maggiore interesse per questa materia, soprattutto da parte del pubblico non specialistico, il che mi porta a fare un parallelismo con il gioco d’azzardo: c’è correlazione diretta fra crisi e gioco e mi viene da supporre che ci sia un’analoga correlazione fra crisi e trading (più speculativo rispetto alla tradizionale gestione dei risparmi). O magari questa tendenza è semplicemente favorita da situazioni estreme (crisi/euforia finanziaria) e potrebbe essere comunque interessante approfondire queste tesi.



Personalmente ho partecipato a 4 eventi, fra seminari, convegni e tavole rotonde e devo dire di essere stato soddisfatto di essi; alcuni colleghi hanno partecipato ad altri eventi e anche loro si sono espressi in modo favorevole su quest'esperienza dichiarandosi pronti a ripeterla l'anno prossimo.

Che impressioni ho tratto quest'anno?

Innanzitutto i temi trattati; tanto trading nelle sue varie forme, da quelle più tradizionali a quelle più evolute, ma qui ci muoviamo su un terreno da esperti e dunque poco interessante al di fuori di questa ridotta cerchia.

Per quanto riguarda i temi trattati nei vari seminari ho colto una certa attenzione verso questioni “di moda”, quali la tutela dei patrimoni, le successioni ereditarie e i vari strumenti che si interfacciano con esse.

Ho invece trovato poco trattato il tema della consulenza, almeno come salto di qualità nell’offerta all’investitore. Abbiamo visto le presentazioni di varie piattaforme, di come si possono utilizzare per fare del buon advisory ma poco più. Mi è parso esserci un rallentamento nel percorso evolutivo del ruolo del promotore in questo settore e ciò è in controtendenza rispetto alle ultime edizioni.

Quella del promotore è una figura professionale che incorpora sempre più la complessità del momento che stiamo attraversando ed è effettivamente divenuta difficile ma ciò non fa che accentuare i problemi ad essa connessi. E’ un’attività di fatto subordinata, sempre più imprigionata negli schemi che i grossi player impongono, priva di alcun sistema di protezione (basti pensare a cosa comporta una gravidanza per una promotrice …), sempre meno remunerativa (ricavi sempre più magri a fronte di costi sempre più onerosi), imperniata sulla crescita continua, il che significa molta attenzione allo sviluppo e sempre meno attenzione ad un’assistenza alla propria clientela che si auspicherebbe di prim’ordine.

Negli anni scorsi sono giunti molti inviti per una trasformazione del ruolo di questa figura verso maggiori contenuti professionali, con contenimento del conflitto di interessi, ecc. ma il mercato sembra non andare in questa direzione, almeno per qualche anno ancora; nel frattempo la categoria invecchia e il numero degli operatori cala. Il ricambio non sembra certo essere dietro la porta, con un’incidenza degli under 40 che sembra attestarsi intorno al 3%.

In effetti il mondo della promozione tout court sembra essersi fermato ad alcuni decenni fa (con tutti gli ovvi e doverosi distinguo del caso). Non sarà che si vada verso un esercito di bancari o ex-bancari sguinzagliati unicamente alla caccia del denaro dei risparmiatori ai quali offrire in cambio solo della disponibilità, vera o apparente poco importa, e dei bei fascicoli colorati nei quali il risparmiatore trova la sintesi dei suoi investimenti, fatta di torte multicolori e istogrammi a non finire. Poi, capirci qualcosa, potrebbe anche essere superfluo soprattutto alla luce del tempo da dedicare per trasformare questo “cinema” in razionali proposte di ottimizzazione degli investimenti che nessun venditore come tale può più spendere.



Molto interessante infine il seminario sul risparmio previdenziale ed i comportamenti dei futuri fruitori tenuto da Barbara Alemanni della Sda Bocconi School of Management. Situazione molto complicata quella italiana che registra una significativa trasformazione (leggasi riduzione) delle rendite pensionistiche ma che si scontra con una domanda pressoché infima, a metà tra il non voler prendere coscienza di ciò e il non poterlo fare (cosa ancora più grave) che scaraventa il nostro paese in una prospettiva di grandi difficoltà per gli attuali lavoratori. Se non cambia il trend potremmo addirittura parlare di dramma povertà per la nostra vecchiaia e sembra molto poco efficace il ruolo dei professionisti in questo delicato compito informativo-propositivo.

Infine segnalo di aver partecipato con piacevolezza alla tavola rotonda in cui moderatrice era la nota Debora Rosciani e che ha visto, vado a memoria, come referenti Nadia Vavassori (Amundi), Serena Torielli (Advise Only), Germana Martano (Anasf) e altre rappresentanti del cosiddetto sesso debole (si fa per dire) della finanza. E’ stato un dibattito apparentemente leggero ma che ha via via preso una direzione ben precisa, ossia quale dovrà essere il ruolo delle donne nella finanza, in primis, ma anche nel mondo del lavoro nella sua interezza, squassato come mai prima d’ora da una disoccupazione crescente, termometro di una società che dovrà fortemente cambiare pelle per sopravvivere e mantenere almeno in parte gli standard di vita del recente passato. Molto ampio può essere il contributo dell’universo femminile in questo compito ma tutta la società, si è convenuto, dovrà cambiare standard premiando la meritocrazia, puntando sull’istruzione e il valore aggiunto che essa offre, concetti di cui da decenni la società italiana si è nutrita, almeno a parole; è giunta l’ora dell’azione. Della serie ora o mai più.


Il fil rouge con l'edizione 2012. Luca Chiarella e Daniele Cammilli di Pictet in ottima compagnia

 



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