venerdì 1 settembre 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 1/9/2017


ANNO D’ORO PER L’AZIONARIO, SINORA

 
Due terzi dell’anno se ne sono andati e il bilancio è decisamente positivo: i mercati azionari con performance a due cifre costituiscono il 40% del nostro paniere con Hong Kong a svettare dall’alto del suo +27% e poco sotto il 20% si posizionano le borse del Brasile, dell’India e il Nasdaq. Poco sopra il 10% troviamo l’indice domestico, il FT-SE Mib con un rialzo del 13,64% e l’indice S&P 500 statunitense.

Quasi la metà degli indici si posiziona tra il +3 ed il +10% e unica piazza in negativo, alla fine di agosto, quella moscovita.

Inizia così l’ultima parte dell’anno all’insegna di una crescita globale soddisfacente, di un clima assolutamente sereno sotto il profilo delle politiche monetarie (come ci è stato appena confermato nel corso del meeting di Jackson Hole) il che farebbe presupporre il mantenimento di un trend positivo da qui a capodanno. Può essere, non abbiamo certo la presunzione di avere la sfera di cristallo, ma purtroppo altri fattori possono condizionare l’andamento dei mercati, dalle tensioni politiche interne agli Stati Uniti a quelle internazionali, alla stessa relativa convenienza nel proseguire ad accumulare equity dato l’elevato rapporto p/e.

Quello che è certo è che al momento i mercati non sembrano temere correzioni o cambi di direzione. In questi due mesi, tradizionalmente delicati per i mercati azionari, in effetti la domanda è stata vivace, soprattutto sui mercati che dominano la classifica (appena citati) ma a questi si è aggiunto un flusso di acquisti vivace anche sulla borsa di Mosca che segna un +9% fra luglio e agosto, la Cina che segna un +5,67% in questo bimestre e comunque tutte le borse del paniere - fra luglio e agosto -  hanno incrementato il loro valore; le eccezioni sono costituite dalle borse di Tokyo e Francoforte, che hanno ritoccato il lro livello del primo semestre dell’1,74% la prima e dell’1,43% la seconda.

 Il grafico sottostante ci offre uno spaccato del consuntivo degli ultimi due mesi.

 

… MA L’OBBLIGAZIONARIO E’ STATO POI COSI’ MALE ??
 
A inizio anno i timori di una rialzo dei tassi americani e un rallentamento delle facilitazioni monetarie da parte della BCE erano al centro dell’attenzione e qualcosa si è visto, soprattutto sul versante americano. La temuta fuga dall’obbligazionario però di fatto non c’è stata, almeno sino ad ora: volatilità, sì fuga no. Lo dimostrano i tassi dei titoli governativi alla fine di agosto.  
 
 
 
 
In Francia il decennale è esattamente allo stesso livello di inizio 2017; i corrispondenti titoli del Regno Unito e degli Usa corrispondono agli investitori rendimenti inferiori, i primi del 20% ed i secondi del 13%. Ciò significa che nonostante i possibili rialzi dei tassi e gli effetti della Brexit gli investitori hanno incrementato le loro esposizioni su questi titoli.
Per Italia e Germania il discorso è inverso. Da inizio anno la maggiore pressione dei venditori sugli acquirenti è prevalsa e in Italia i rendimenti sono saliti del 13% mentre in Germania – che però a inizio 2017 aveva i tassi prossimi allo zero – i rendimenti del decennale sono saliti dell’86%. In effetti sono semplicemente passati dallo 0,21% allo 0,39%.
Se pensiamo che i rendimenti sarebbero potuti salire ben al di sopra di questi livelli, determinando pesanti perdite in conto capitale in capo ai detentori di questi asset, possiamo a buona ragione affermare che l’obbligazionario, se non è andato bene almeno non ha riservato cattive sorprese.
 
EURO ÜBER ALLES
 
E’ talmente sotto gli occhi di tutti che sembrerebbe addirittura superfluo parlarne. L’Euro quest’anno ha schiacciato inesorabilmente tutte le altre valute.
Da inizio anno ha guadagnato il 12,80% sul dollaro e il 7,50% sulla sterlina che sono le più importanti valute occidentali. Ma anche guardando a oriente la situazione è simile: sullo yen giapponese e sullo yuan cinese l’Euro si è apprezzato del 6,40% e del 6,60% rispettivamente.
Un fattore indubbiamente positivo per quanto concerne le nostre importazioni e un gradito buono-sconto per coloro che hanno trascorso le vacanze all’estero, soprattutto negli Usa. Quello che non quadra, sino ad ora, è l’effetto di maggiore difficoltà per le aziende esportatrici a penetrare ulteriormente nei mercati esteri che fortunatamente non si fa ancora sentire. Quanto possa durare il mantenimento delle esportazioni dai paesi Euro senza che i paesi destinatari non adottino politiche di sostituzione delle nostre merci (sempre più care) in favore di importazioni da paesi più convenienti nessuno può saperlo ma da che mondo è mondo una valuta forte prima o poi risente di questa forza con un calo delle esportazioni e proprio questo fattore potrebbe mortificare l’attuale buon andamento dell’economia comunitaria.
Vediamo comunque nell’ultimo mese il raffronto delle quattro principali valute mondiali rispetto all’euro e se ne può ragionevolmente ricavare che la forza dimostrata nei mesi precedenti si è attenuata. Per quanto riguarda il bimestre estivo l’Euro si è rafforzato soprattutto sulla sterlina inglese e sul dollaro americano (+4,40% e + 3,80% rispettivamente) mentre l’apprezzamento sullo yuan cinese si è molto attenuato rispetto ai mesi precedenti (+0,50%). Infine, nei confronti dello yen, l’Euro ha aumentato il proprio valore dell’1,85% tra luglio e agosto.
Vale la pena di sottolineare, data la forte volatilità nei confronti dello yen, che l’apprezzamento dell’Euro sullo yen, se andassimo a considerare il suo valore di cambio più favorevole in questi otto mesi, sarebbe di oltre il 12%. Tutto ciò ci induce considerare più che possibile una accentuata volatilità sui cambi non appena si manifestassero politiche economiche divergenti da parte delle rispettive banche centrali in tema di tassi di interesse.
 
 
 
NUOVE IMPOSTAZIONI DEL POST
Avendo ottenuto vari ed interessanti riscontri sull’impostazione del post, in questi giorni di vacanze si è pensato di riprogettarlo in modo diverso e, soprattutto, di adottare una diversa cadenza di uscita. La filosofia di investimento che contraddistingue la redazione è quella del medio periodo perciò, onde evitare eccessive sollecitazioni di breve termine, si è deciso di adottare una cadenza quindicinale, almeno fino a fine anno quando andremo anche a rivedere l’opportunità di conservare o sostituire alcuni contenuti.
Non resta che ringraziare coloro che ci hanno fatto pervenire i loro commenti che abbiamo trovato tutti interessanti e utili.
 
 
 
 

 

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