domenica 16 luglio 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 14/7/2017

LA YELLEN “COLOMBA” RASSERENA I MERCATI AZIONARI

Dopo alcune sedute all’insegna delle vendite, i toni soft di Janet Yellen, potente responsabile della Federal Reserve, che lasciano intendere una politica dei tassi di interesse meno aggressiva nei prossimi mesi ha indotto
gli operatori ad un maggior appetito al rischio.

Convinti che l’attuale livello dei tassi possa essere mantenuto immutato nei prossimi mesi gli operatori sono rientrati velocemente sull’azionario innescando rialzi diffusi tanto che alla fine della settimana nessuno degli indici da noi osservati ha chiuso con il segno negativo. Anzi, alcuni mercati hanno avuto performance più che apprezzabili, come il Brasile, la Russia e Hong Kong, tutte e  tre sopra il 4% e con gli indici indiani e quelli statunitensi del Nasdaq  e dello S&P 500 all’ennesimo record assoluto.

Assodato che prima o poi la politica degli stimoli monetari finirà, lo slittamento in avanti che si sta verificando lascia aperti spazi per ulteriori  margini di profitto ed è ciò a cui abbiamo assistito. La macchina economica americana rallenta? Bene, si congelano le manovre di rientro e ci si tuffa negli  acquisti di asset volatili, in assenza ovviamente di  volatilità e il gioco è fatto. La prova più appariscente che sta funzionando? Andate a vedere gli utili dichiarati dalle banche …


Fatto sta che dall’inizio dell’anno i più importanti mercati azionari hanno avuto delle performance decisamente apprezzabili, come dimostrato dal grafico successivo.

India e Hong Kong intorno al 20%, il Nasdaq oltre il 17%, altre quattro borse oltre o poco sotto il 10%, le rimanenti tra il 5 ed il 9%; sotto il 5% troviamo solo la borsa di Shangai e quella londinese. Il segno negativo caratterizza unicamente la borsa moscovita che però, con il suo +5% della settimana scorsa, riduce il passivo da inizio anno a -9,40%; su di essa grava il peso della sua dipendenza dalle amare vicende delle società petrolifere.

Quanto durerà ancora? Nessuno è in grado di dirlo ma l’attuale livello sembra propedeutico a correzioni, non fosse altro in funzione di un salutare consolidamento nell’auspicio che le manovre delle banche centrali diano gli effetti sperati. Nel caso in cui ciò non avvenisse la possibilità di una correzione importante non sarebbe ipotesi peregrina. Rammentiamo che nei mesi estivi abbiamo spesso registrato in passato volatilità accentuate.


… E PARZIALMENTE QUELLI OBBLIGAZIONARI

Per le stesse ragioni anche il mercato obbligazionario in settimana ha registrato un allentamento della pressione, eccezion fatta per il bund tedesco che ha visto ritoccare all’insù i rendimenti, ora pari allo 0,59%. Mi chiedo se non stiamo assistendo ad un tentativo di trovare un diverso equilibrio, almeno in Europa, in previsione della fine del quantitative easing; fine certa ma dalla scadenza incerta e conseguenze non propriamente paradisiache per i detentori di titoli di credito. In altre parole, quando l’aria cambierà i detentori di obbligazioni dovranno assistere alla conseguente riduzione del valore dei loro asset. Immagino che gli  operatori professionali si rivelino più veloci e anticipatori di questo fenomeno, per cui …
Per la cronaca, il btp si attesta al 2,29% di rendimento annuo, la Francia allo 0,86% e la Gran Bretagna all’1,31%. Negli Usa il rendimento del bond decennale è stato al 2,32% in fine di seduta settimanale. Il rialzo dei rendimenti tedeschi e la (legera) riduzione di quelli italiano ha ristretto lo spread a 170,10 bp contro i 176,40 della settimana precedente.


SETTIMANA DI ULTERIORI RAFFORZAMENTI PER L’EURO

La tendenziale flessione dell’inflazione in America ha accentuato la debolezza del dollaro che ora è fissato a 1,15 sull’euro, massimo livello da inizio anno. L’euro si mantiene forte anche sullo yuan cinese, che a fine settimana era scambiato a 7,75 a sua volta ai minimi del 2017 contro la moneta comunitaria.


Stabile da settimane la sterlina inglese, si ferma per il momento la caduta dello yen a 129,03 contro euro; resta il fatto che la moneta giapponese in tre mesi si è svalutata del 12% contro l’euro, una percentuale decisamente insolita. Vedremo nei prossimi mesi l’effetto sulla bilancia commerciale nipponica che in altre circostanze e in altri tempi avrebbe innescato un flusso di importazione decisamente sensibile.


VACANZE

Con questo numero si chiude temporaneamente la serie di queste pubblicazioni che riprenderanno dal mese di settembre. Mi auguro che queste informazioni siano state apprezzate e siano state di qualche utilità; mi auguro che qualcuno dei lettori abbia dei suggerimenti utili per migliorarle per poter offrire una migliore fruibilità ai lettori.

Grazie e buone vacanze a tutti.

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