domenica 2 luglio 2017

MERCATI FINANZIARI: OSSERVATORIO DEL 30/6/2017

I TIMORI DI UN IMMINENTE TAPERING SCUOTONO I MERCATI

E’ talmente ovvio che prima o poi si debba rientrare in un alveo di normalità, relativamente alle facilitazioni monetarie che hanno contraddistinto la politica economica delle maggiori banche centrali, che tale eventualità sarebbe considerata
del tutto normale da un qualsiasi comune risparmiatore. Nel pensarlo, la logica starebbe infatti dalla sua parte; l’enorme indebitamento pubblico avrà un costo, i benefici non li ha materialmente percepiti e, anzi, la componente obbligazionaria del suo portafoglio non gli da alcuna soddisfazione. Dunque …

Non è così per gli operatori che in settimana, interpretando le parole di Draghi nel senso che sia giunta l’ora di fare retromarcia sulle facilitazioni, hanno immediatamente reagito prendendo profitto sulle loro posizioni generando di colpo un’impennata della volatilità.

Il grafico della settimana dei mercati azionari è assolutamente inequivocabile. Solamente quattro indici chiudono la settimana in area positiva e non sono certo quelli trainanti; Brasile e Russia unitamente alle due piazze cinesi, Shangai e Hong Kong. Tutti gli altri indici sono risultati in caduta e questa è stata piuttosto accentuata sui listini europei con Germania, Francia e l’Eurostoxx 50 in area -3%. Negli Stati Uniti il Nasdaq ha seguito la stessa strada con un ribasso del 2% anche in funzione della maxi multa dell’Unione Europea a Google.


In effetti giugno non è stato un gran mese per il mercato dell’equity, come possiamo vedere dal grafico successivo, in cui si evidenziano positive le sole borse di Shangai e San Paolo. Tutti i rimanenti indici chiudono il mese in area negativa e oltre il -3% ci stanno i principali mercati europei e la Russia.

Nonostante ciò, i primi sei mesi dell’anno hanno abbondantemente ripagato gli investitori che però ora devono prestare attenzione per capire se si tratta di una contenuta correzione temporanea o se la speculazione non ne approfitti - fra luglio e agosto - spingendo all’ingiù i listini per ricavarne ulteriori profitti giocando al ribasso. Dopo molti mesi di bassa volatilità e linearità del trend l’incertezza si è riaffacciata, come spesso accade alla vigilia delle vacanze estive.

Vediamo dunque il consuntivo degli investimenti nei principali indici azionari da inizio anno:

COME HA REAGITO IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO

Anche i titoli obbligazionari hanno risentito di questo cambio d’umore. La settimana scorsa ci eravamo lasciati nel bel mezzo di un’onda propizia ai possessori di bond che vedevano crescere il valore corrente dei titoli governativi grazie alla forte domanda ma in settimana l’aria è cambiata.

Il bund decennale tedesco ha quasi raddoppiato i rendimenti passando dallo 0,25 allo 0,47% e analoga sorte è toccata agli altri decennali europei del nostro paniere, anche se in misura più contenuta. Il nostro btp è risalito al 2,16% dall’1,91%, mentre in Francia si è passati dallo 0,60% allo 0,82% e in Gran Bretagna il decennale che se stava adagiato su una redditività dell’1% dalla fine di maggio è schizzato a sua volta all’1,26%.

In Usa le reazioni sui titoli governativi sono risultate molto più composte con un rialzo di soli 16 centesimi, lo stesso rendimento che avevano alla fine di aprile.

Per quanto concerne lo spread fra btp e bund, variando i rendimenti nella stessa direzione, questo risulta sostanzialmente stabile a 168,10 bp.

L’EURO RIPRENDE LA SUA CORSA

L’allontanamento dalle derive populistiche e contrarie all’unione europea ha innescato una inattesa domanda di euro tale da riportarlo, nei confronti del dollaro, sui livelli di inizio 2015 che costituiscono anche il livello superiore del trading range in corso da allora. 

E’ possibile vedere come il rapporto euro-dollaro da inizio anno, inizialmente imbrigliato in una stretta banda fra 1,05 e 1,08,  abbia preso una piega a favore della valuta europea da inizio maggio; a breve sapremo se l’attacco al livello di 1,15 porterà a un cedimento di questa importante resistenza e a un eventuale ulteriore rafforzamento dell’euro.

La stessa sorte (rafforzamento dell’euro) è toccata anche alle altre valute asiatiche del nostro osservatorio (Yen e Yuan) mentre si mantiene statico il livello del cambio fra euro e sterlina inglese nel mese di giugno, come potete vedere dal grafico successivo.






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